Trascrizione

Intanto piacere a tutti, quello che cercherò di fare oggi, nessuno può pensare di diventare un esperto in contrattualistica per il digital con corso di un paio d’ore, ma la finalità di questo corso è quella di passare alcuni concetti assolutamente fondamentali e che nella mia esperienza sono 70-80% dei problemi con i propri clienti. Diceva giustamente prima Jacopo, un grande problema quando si ha a che fare con i contratti è che a chi ci si rivolge? A un avvocato, e sicuramente ci sono tantissimi avvocati molto bravi, però è vero che ognuno si occupa di una sua materia. Se ad esempio chiedete a me informazioni relative al diritto amministrativo, qualche vago ricordo dell’epoca universitaria, ma nulla più, anche perché né mi piaceva come materia né l’ho mai applicato in concreto. Al contrario, per parlare di contratti applicati al digital quello che serve oltre a una competenza legale è comprendere anche gli strumenti, perché mi sono reso conto man mano nel tempo che se ad esempio so cos’è un pannello di WordPress, so come muovermi all’interno di un business manager, riesco a capire più in concreto cosa vuol dire per quel cliente quel tipo di problematica specifica che ha avuto. Quello che cercherò proprio di portarvi oggi è un po’ un’esperienza di questi miei anni di professione passati alla fine a scrivere contratti, quindi qualche piccola chicca, anche porterò qualche clausola specifica che uso nei miei contratti, che nasce poi da voi, dai vostri colleghi, dalle loro esperienze, dalle consulenze quando mi hanno portato problematiche, da lì è nata l’esigenza come tuteliamo questa determinata situazione, quindi diciamo che ho camminato anch’io piano piano al fianco di clienti quali ogni volta mi permettono di imparare, di avere un pezzetto di esperienza in più. Di cosa parleremo oggi? Parleremo di contratti. Prima una piccolissima presentazione, già Jacopo direi che è stato più che esauriente, io chi sono? Io sono Alessandro Vercellotti, sono un avvocato o meglio sono l’avvocato del digitale, diciamo che essere l’avvocato del digitale oltre che mi deriva dal fatto di aver registrato il relativo marchio, mi comunica in modo chiaro e abbastanza palese di cosa mi occupi. Io mi occupo di tutto il mondo legato al digital, quindi privacy, contrattualistica, contrattualistica legata anche al mondo online, quindi e-commerce, copyright, marchi, tutto quello che è ad esempio gestione aziendale, pensiamo alle social media policy o ai codici di condotta digitali. In altre parole se sei un freelance, un’agenzia, un’azienda che lavora online o comunque è presente online posso fare qualcosa per te. Come dico spesso se ho un problema con il marito o con il vicino di casa non sono l’avvocato giusto per te. Quest’attività che è nata relativamente poco tempo fa perché io mi sono verticalizzato nel 2018, all’inizio del 2018 dopo essermi formato per un anno sul mondo del digital, ho un master in marketing, ho fatto un sacco di corsi, direi che Studio Samu mi è stato abbastanza al mio fianco devo dire la verità, fare corsi che sono gli stessi che vengono fatti da chi lavora nel digital mi ha permesso non dico di avere una competenza ma una conoscenza approfondita sì in queste tematiche. Cosa ho fatto poi? Devo dire che questa professione ha avuto un suo sviluppo e c’è stato un suo interesse, ho fondato poi uno studio legale come leggete lì Legal4Digital. Legal4Digital è un mio studio legale all’interno del quale lavoro con altri colleghi e il concetto, il mindset è sempre lo stesso, tutela per chi lavora nel mondo del digital. Oltre a questo qualche piccola informazione ho fondato il social warning che è un movimento etico digitale, poi sono speaker in variamenti, sono formatore sempre nell’ambito di tematiche digitali e mi potete trovare online come avvocato del digitale o cercando Legal4Digital che è il mio studio. Ma direi bando alle ciance, parliamo del tema per il quale siete qui oggi e anche chi ci ascolterà in futuro, andiamo a vedere in concreto qual è il menu. Il menu del giorno è questo qua, parleremo di contratto e poteste dire va bene siamo qua a parlare di contratto, perché l’ha indicato? Perché spesso si fa confusione o meglio non si capisce proprio bene cosa voglia dire contratto e vedrete perché. Poi parleremo delle parti del contratto, sembra un altro elemento quasi banale, le parti sono io il mio cliente, ma siamo attenti perché ci sono molte variabili e spesso già i problemi nascono all’inizio del contratto, quando si definiscono le parti. Poi parleremo di referente, quindi del soggetto con il quale si interagisce, pensiamo ad aziende medio, grandi o proprio molto grandi, multinazionali, poi parleremo di servizi, il concetto del materiale nostro e del nostro cliente che ci deve fornire, parleremo di come comunicare con il nostro cliente, come interagire, parleremo poi di durata del contratto, perché anche qui vedremo come si fa presto a dire un determinato servizio, però se non determiniamo bene in anticipo la durata di quell’attività ci possono essere dei problemi anche molto molto importanti e vi dico di più, spesso la durata è uno dei punti che vado a controllare quasi subito in ordine nella mia checklist mentale, il terzo punto da controllare per vedere se un contratto che mi è stato proposto da revisionare oppure che è stato posto in essere da una controparte, da un’azienda, dal cliente, del mio cliente è nullo, perché spesso scadono proprio sulla durata che è un elemento essenziale del contratto. Poi parleremo di recesso, parleremo di pagamenti, parleremo di promozione con il nome del cliente, con il marchio ma non solo, parleremo di insight, parleremo delle potenzialità per quando si va a farsi promozione grazie al nome, al brand del nostro cliente, poi parleremo di proprietà intellettuali perché non dimentichiamoci mai che nel momento in cui poniamo in essere dei servizi potremo creare delle opere nuove, pensiamo anche solo a una grafica, pensiamo a un copy, poi parleremo di trattamento dati e qui in qualche modo toccheremo il grande ambito della privacy del GDPR, diciamo questo è un altro punto ormai molto delicato, dal 25 maggio 2018 quando è entrato in vigore il GDPR nessuno, nessuno può pensare che il GDPR non lo tocchi e vi smarco già un tema, soprattutto all’inizio mi veniva detto, ma io lavoro, sono con l’azienda, quindi sono soggetti, sono B2B, quindi bene o male non tratto dati personali e non è così, perché prima di tutto anche una qualsiasi azienda firmerà quel contratto tramite una persona fisica, pensiamo un amministratore delegato, pensiamo ad un amministratore unico, ma non solo, pensiamo ai dati che trattiamo nell’interesse del quel cliente, quindi gli utenti del sito, i follower del social o anche semplicemente i clienti di un e-commerce, pensate a quanti dati personali e che tipologie di dati trattiamo per il nostro cliente, poi parleremo di un argomento secondo me fondamentale, la limitazione di responsabilità, esclusione o limitazione per essere precisi, cioè tutte le volte in cui possiamo in qualche modo tutelarci da un cliente che ci ritiene responsabile per qualcosa che non abbiamo fatto. Guardate, una delle ultime occasioni, un lead, comunque un utente mi ha contattato, un possibile cliente mi ha contattato e mi ha chiesto, c’è stato un problema con una ad, una Facebook ad rimasta in approvazione due giorni e il cliente ha perso il lancio di un determinato prodotto o servizio, qual è il problema? E’ chiaro che non è colpa del marketer, dell’advertising in quel caso, ma solo specificando nel dettaglio, nel contratto, cosa, per quali motivi siamo responsabili e quali motivi non siamo responsabili di un determinato fatto, potremmo alla radice eliminare ogni problema, perché il concetto è proprio questo, con un contratto noi dobbiamo prevenire, l’obiettivo è quello di non avere problemi e a volte andare a specificare un qualcosa che già il codice civile stabilisce o che è provabile magari con una prova scritta, richiede più tempo, specificarlo nel contratto leva all’origine il problema. Poi parleremo alla fine di clausole vessatorie, piccolo spoiler cosa sono, pensiamo al foro competente per le eventuali cause, quella è la classica clausola vessatoria di qualsiasi contratto e anche questo nell’ordine che vi dicevo primo è il primo elemento che vado a controllare per la nullità di un contratto, perché vi dico un sacco di casi in cui un contratto si è palesato come nullo proprio perché non c’è stata una specifica approvazione di queste clausole e quindi se è un nullo un contratto è carta straccia in concreto. In ultimo proprio il foro competente, come indicare il foro competente, perché è fondamentale e anche qui un ultimo spoiler, una delle classiche frasi che mi è stato detto, no ma io non voglio fare causa al cliente, vi do una piccola informazione personale, anche in caso di controverse l’87% delle controverse io le ho chiuse senza andare in causa, a volte anche consigliando il cliente dicendo lascia stare, è controproducente andare in causa, questo non vuol dire che non bisogna andare in causa mai, ma dal mio punto di vista ed è una visione un po’ particolare per un legale, andare in causa vuol dire aver già perso almeno un pezzettino in partenza, perché vuol dire perdere tempo, investire denaro perché un avvocato va pagato, anche la causa va pagata, ci sono tutta una serie di adempimenti, bolli che vanno pagati per iniziare una causa e poi ci sono i tempi. L’obiettivo invece di un contratto è quello di tutelarci e ridurre al minimo tutte le possibili cause, però un foro competente va sempre previsto, perché è chiaro che se ad esempio noi siamo a Bologna o a Milano e non andiamo a specificare il foro e magari il nostro cliente di Palermo, andare a fare una causa a Palermo costa di più, perché anche solo un domiciliatario cioè un avvocato che fisicamente vada in causa a Palermo avrà un costo. Questo è il menu del giorno, direi che qualche elemento l’abbiamo anche specificato, possiamo anche partire. Ricordo come ha detto Jacopo, faremo una pausa verso le 16, durante la quale poi risponderò alle vostre domande e poi andremo avanti fino alla conclusione per le altre eventuali domande. Non vi preoccupate a fare domande, non ci sono domande banali, non ci sono domande inutili o sciocche, ma siamo proprio qua, il mio obiettivo è nel senso buono sfruttatevi, non potrò dare una consulenza ma almeno dare delle indicazioni spero utili per voi, quindi assolutamente tutte le domande che volete. Partiamo. Non siamo al mercato, stiamo parlando di contratti, in realtà no, perché vi devo dire mi sono capitati nel tempo tanti tanti contratti e a un certo punto ci sono persone, clienti, follower che hanno cominciato a mandarmi screen di contratti che gli sono arrivati. Un contratto prevedeva proprio questo, cioè una specie di menu, chiamiamolo come vogliamo, elencazioni di servizi molto generica dove il tipo di servizio veniva selezionato con un flag, con una croce, scusate l’essere abituato al digital. Chiaro che nel momento in cui consideriamo di così simili, così di valori in qualche modo simile, pensiamo all’ S3 dove si parla di servizi in modo generico, marketing, grafica, creatività, SEO, social, digital marketing, copy, va bene questi sono servizi che però dal mio punto di vista sono veramente molto diversi, a costare fare questa specie di mappazione citando un noto chef di servizi digitali molto probabilmente vuol dire non tutelarle con merita, pensate le problematiche che può avere la SEO che è un qualcosa di effettivamente molto intangibile, quanti clienti riescono a capire in concreto cosa vuol dire fare un SEO in back-end, fare un audit SEO rispetto a una grafica dove magari si va a fare un’attività di logo design e anche il cliente meno digitalizzato vede che bene o male il prodotto finale è un logo, come vado a mischiare a qualche modo unire servizi così diversi che hanno bisogno di tutele molto diverse, perché la SEO prima di tutto è un know-how, è un qualcosa che deve rimanere all’interno dell’agency o deve essere informazioni mantenute all’interno della ditta dell’individuale del freelance, la grafica invece a tutte le problematiche legate al fatto che magari quel logo che è stato realizzato magari è simile a un logo già esistente e chiaramente il grafico non deve essere responsabile per questo tipo di attività, perché non è pensabile che esista un grafico che conosce tutti i marchi registrati, non vi dico del mondo dell’Europa, anche solo italiani, ecco perché un contratto che inizi in questo modo lo vedo veramente discutibile e vi devo dire che però neanche un contratto di questo tipo mi piace moltissimo, infatti perché battaglia navale, perché questo tipo di contratto andrà a riuscire, io da avvocato che mi ho letto più di qualcuno, ma andare a capire come si intrecciava la clausola il punto A9 col punto A3.2, vi dico la verità c’erano due facciate di articoli che andavano a specificare il determinato servizio legato ai tempi di consegna, quindi a zone di responsabilità, tutto questo contratto era sviluppato in base a questi punti stile battaglia navale, io l’ho trovato veramente difficile ed i contratti non ho letto qualcuno, quindi pensate il classico cliente, il cliente medio, non l’azienda che ha al suo interno un dipartimento marketing, quindi persone già abituate o un legal che tutti i giorni vede queste tematiche, un contratto di questo tipo secondo me allontana molto il cliente, perché il contratto non è solo un pezzo di carta, è molto di più e poi voglio portarvi come terzo elemento un mio caso pratico, questo è un esempio, mi capitò circa un anno, un anno e mezzo fa, questo mio cliente in questo caso era proprio il cliente di un fornitore di servizi, ebbene qual è il problema? Per colpa di un rinvio sbagliato, vale a dire fu indicato l’articolo 13 invece che l’articolo 14 o meglio punti, perché non aveva neanche articoli questo contratto, cosa successe? Che l’agenzia perse 3.300 euro, questo fu grave errore, l’aver sbagliato un determinato rinvio di un numero, aver scritto 3 invece che 4, ha causato una perdita di questo tipo, perché? E perché vi porto quest’esempio fra i tanti che potevo portarvi? Perché il contratto deve essere qualcosa di veramente preciso, anche perché vi dico in concreto quando si vede che un contratto è fatto bene, in qualche modo è un po’ come l’aseo secondo me, si avvicina in qualche modo all’aseo, non lo vedi subito, l’aseo subito di per sé non porta valore, il cliente non ne vede un valore, ci vuole del tempo, è come la link building tanto per rimanere un po’ in tema, stessa cosa del contratto, voi vedete un documento, vedete delle clauses più o meno piacevole alla lettura, ma l’efficacia si vede solo in caso di problemi e questo non è un contratto inefficace, perché con un rinvio sbagliato c’è stata una perdita, un mancato guadagno di 3.300 euro.

Trascrizione

Intanto piacere a tutti, quello che cercherò di fare oggi, nessuno può pensare di diventare un esperto in contrattualistica per il digital con corso di un paio d’ore, ma la finalità di questo corso è quella di passare alcuni concetti assolutamente fondamentali e che nella mia esperienza sono 70-80% dei problemi con i propri clienti. Diceva giustamente prima Jacopo, un grande problema quando si ha a che fare con i contratti è che a chi ci si rivolge? A un avvocato, e sicuramente ci sono tantissimi avvocati molto bravi, però è vero che ognuno si occupa di una sua materia, se ad esempio chiedete a me informazioni relative al diritto amministrativo, qualche vago ricordo dell’epoca universitaria, ma nulla più, anche perché né mi piaceva come materia né l’ho mai applicato in concreto, al contrario per parlare di contratti applicati al digital quello che serve oltre a una competenza legale è comprendere anche gli strumenti, perché mi sono reso conto man mano nel tempo che se ad esempio so cos’è un pannello di Word, so come muovermi all’interno di un business manager, riesco a capire più in concreto cosa vuol dire per quel cliente quel tipo di problematica specifica che ha avuto. Quello che cercherò proprio di portarvi oggi è un po’ un’esperienza di questi miei anni di professione passati alla fine a scrivere contratti, quindi qualche piccola chicca, anche porterò qualche clausola specifica che uso nei miei contratti, che nasce poi da voi, dai vostri colleghi, dalle loro esperienze, dalle consulenze quando mi han portato problematiche, da lì è nata l’esigenza come tuteliamo questa determinata situazione, quindi diciamo che ho camminato anch’io piano piano al fianco di clienti quali ogni volta mi permettono di imparare, di avere un pezzetto di esperienza in più. Di cosa parleremo oggi? Parleremo di contratti. Prima una piccolissima presentazione, già Jacopo direi che è stato più che esauriente, io chi sono? Io sono Alessandro Vercellotti, sono un avvocato o meglio sono l’avvocato del digitale, diciamo che essere l’avvocato del digitale oltre che mi deriva dal fatto di aver registrato il relativo marchio, mi comunica in modo chiaro e abbastanza palese di cosa mi occupi. Io mi occupo di tutto il mondo legato al digital, quindi privacy, contrattualistica, contrattualistica legata anche al mondo online, quindi e-commerce, copyright, marchi, tutto quello che è ad esempio gestione aziendale, pensiamo alle social media policy o ai codici di condotta digitali. In altre parole, se sei un freelance, un’agenzia, un’azienda che lavora online o comunque è presente online, posso fare qualcosa per te. Come dico spesso, se hai un problema con il marito o con il vicino di casa, non sono l’avvocato giusto per te. Questa attività che è nata relativamente poco tempo fa, perché io mi sono verticalizzato all’inizio del 2018, dopo essermi formato per un anno sul mondo del digital, ho un master in marketing, ho fatto un sacco di corsi, direi che Studio Samu mi è stato abbastanza al mio fianco, devo dire la verità, fare corsi che sono gli stessi che vengono fatti da chi lavora nel digital mi ha permesso, non dico di avere una competenza, ma una conoscenza approfondita, in queste tematiche. Cosa ho fatto poi? Devo dire che questa professione ha avuto un suo sviluppo e c’è stato un suo interesse, ho fondato poi uno studio legale, come leggete lì Legal4Digital. Legal4Digital è un mio studio legale all’interno del quale lavoro con altri colleghi e il concetto, il mindset è sempre lo stesso, tutela per chi lavora nel mondo del digital. Oltre a questo, qualche piccola informazione, ho fondato il Social Warning che è un movimento etico digitale, poi sono speaker in varie menti, sono formatore sempre nell’ambito di tematiche digitali e mi potete trovare online come avvocato del digitale o cercando Legal4Digital che è il mio studio. Ma direi, bando alle ciance, parliamo del tema per il quale siete qui oggi e anche chi ci ascolterà in futuro, andiamo a vedere in concreto qual è il menù. Il menù del giorno è questo qua, parleremo di contratto e poteste dire, va bene siamo qua a parlare di contratto, perché l’ha indicato? Perché spesso si fa confusione o meglio non si capisce proprio bene cosa voglia dire contratto e vedrete perché. Poi parleremo delle parti del contratto, sembra un altro elemento quasi banale, le parti sono io e mio cliente, ma siamo attenti perché ci sono molte variabili e spesso già i problemi nascono all’inizio del contratto quando si definiscono le parti. Poi parleremo di referente, quindi del soggetto con il quale si interagisce, pensiamo ad aziende medio, grandi o proprio molto grandi, multinazionali. Poi parleremo di servizi, il concetto del materiale nostro e del nostro cliente che ci deve fornire, parleremo di come comunicare con il nostro cliente, come interagire, parleremo poi di durata del contratto, perché anche qui vedremo come si fa presto a dire un determinato servizio, però se non determiniamo bene in anticipo la durata di quell’attività ci possono essere dei problemi anche molto molto importanti e vi dico di più, spesso la durata è uno dei punti che vado a controllare quasi subito, in ordine nella mia checklist mentale, il terzo punto da controllare per vedere se un contratto che mi è stato proposto da revisionare oppure che è stato posto in essere da una controparte, da un’azienda, dal cliente, del mio cliente, è nullo, perché spesso scadono proprio sulla durata che è un elemento essenziale del contratto, poi parleremo di recesso, parleremo di pagamenti, parleremo di promozione con il nome del cliente, con il marchio, ma non solo, parleremo di insight, parleremo delle potenzialità per quando si va a farsi promozione grazie al nome, al brand del nostro cliente, poi parleremo di proprietà intellettuale, perché non dimentichiamoci mai che nel momento in cui poniamo in essere dei servizi potremo creare delle opere nuove, pensiamo anche solo a una grafica, pensiamo a un copy, poi parleremo di trattamento dati e qui in qualche modo toccheremo il grande ambito della privacy del GDPR, diciamo questo è un altro punto ormai molto delicato, dal 25 maggio 2018 quando è entrato in vigore il GDPR, nessuno, nessuno può pensare che il GDPR non lo tocchi e vi smarco già un tema, soprattutto all’inizio mi veniva detto, beh ma io lavoro solo con le aziende, quindi sono soggetti, sono B2B, quindi bene o male non tratto dati personali e non è così, perché prima di tutto anche una qualsiasi azienda firmerà quel contratto tramite una persona fisica, pensiamo un amministratore delegato, pensiamo ad un amministratore unico, ma non solo, pensiamo ai dati che trattiamo nell’interesse del quel cliente, quindi gli utenti del sito, i follower del social, anche semplicemente i clienti di un e-commerce, pensate a quanti dati personali e che tipologie di dati trattiamo per il nostro cliente. Poi parleremo di un argomento secondo me fondamentale, la limitazione di responsabilità, esclusione o limitazione per essere precisi, cioè tutte le volte in cui possiamo in qualche modo tutelarci da un cliente che ci ritiene responsabile per qualcosa che non abbiamo fatto, guardate una delle ultime occasioni un lead, comunque un utente mi ha contattato, un possibile cliente mi ha contattato e mi ha chiesto, ah c’è stato un problema con una facebook ads rimasta in approvazione due giorni e il cliente ha perso il lancio di un determinato prodotto o servizio, qual è il problema? E’ chiaro che non è colpa del marketer, dell’advertising in quel caso, ma solo specificando nel dettaglio, nel contratto cosa, per quali motivi siamo responsabili, quali motivi non siamo responsabili di un determinato fatto, potremo alla radice eliminare ogni problema, perché il concetto è proprio questo, con un contratto noi dobbiamo prevenire, l’obiettivo è quello di non avere problemi e a volte andare a specificare un qualcosa che già il codice civile stabilisce o che è provabile magari con una prova scritta richiede più tempo, specificarlo nel contratto leva all’origine il problema. Poi parleremo alla fine di clausole vessatorie, piccolo spoiler cosa sono, pensiamo al foro competente per le eventuali cause, quella è la classica clausola vessatoria di qualsiasi contratto e anche questo, nell’ordine che vi dicevo prima, è il primo elemento che vado a controllare per la nullità di un contratto, perché vi dico un sacco di casi in cui un contratto si è palesato come nullo proprio perché non c’è stata una specifica approvazione di queste clausole e quindi se è un nullo un contratto è carta straccia in concreto. In ultimo proprio il foro competente, come indicare il foro competente, perché è fondamentale e anche qui un ultimo spoiler, una delle classiche frasi che mi è stato detto, no ma io non voglio fare causa al cliente, vi do una piccola informazione personale, anche in caso di controverse l’87% delle controverse io le ho chiuse senza andare in causa, a volte anche consigliando il cliente dicendo lascia stare, è controproducente andare in causa, questo non vuol dire che non bisogna andare in causa mai, ma dal mio punto di vista, ed è una visione un po’ particolare per un legale, andare in causa vuol dire aver già perso almeno un pezzettino in partenza, perché vuol dire perdere tempo, investire denaro, perché un avvocato va pagato, anche la causa va pagata, ci sono tutta una serie di adempimenti, bolli, che vanno pagati per iniziare una causa e poi ci sono i tempi. L’obiettivo invece di un contratto è quello di tutelarci e ridurre al minimo tutte le possibili cause, però un foro competente va sempre previsto, perché è chiaro che se ad esempio noi siamo a Bologna o a Milano e non andiamo a specificare il foro e magari il nostro cliente è di Palermo, andare a fare una causa a Palermo costa di più, perché anche solo un domiciliatario cioè un avvocato che fisicamente vada in causa a Palermo avrà un costo. Questo è il menu del giorno, direi che qualche elemento l’abbiamo anche specificato, possiamo anche partire. Ricordo come ha detto Jacopo, faremo una pausa verso le 4, su per giù verso le 16, durante la quale poi risponderò alle vostre domande e poi andremo avanti fino alla conclusione per le altre eventuali domande. Non vi preoccupate a fare domande, non ci sono domande banali, non ci sono domande inutili o sciocche, ma siamo proprio qua. Il mio obiettivo è nel senso buono sfruttatevi, non potrò dare una consulenza, ma almeno dare delle indicazioni spero utili per voi, quindi assolutamente tutte le domande che volete. Partiamo. Non siamo al mercato, stiamo parlando di contratti, in realtà no, perché vi devo dire mi sono capitati nel tempo tanti tanti contratti e a un certo punto ci sono persone, clienti, follower che hanno cominciato a mandarmi screen di contratti che gli sono arrivati. Un contratto prevedeva proprio questo, cioè una specie di menu, chiamiamolo come vogliamo, elencazioni di servizi molto generica, dove il tipo di servizio veniva selezionato con un flag, con una croce, scusate l’essere abituato al digital. Chiaro che nel momento in cui consideriamo così simili, così di valori in qualche modo simile, pensiamo all’S3 dove si parla di servizi in modo generico, marketing, grafica, creatività, SEO, social, digital marketing, copy, va bene questi sono servizi che però dal mio punto di vista sono veramente molto diversi, accostare, fare questa specie di mappazione, citando un noto chef, di servizi digitali molto probabilmente vuol dire non tutelarli con merita, pensate alle problematiche che può avere la SEO che è un qualcosa di effettivamente molto intangibile, quanti clienti riescono a capire in concreto cosa vuol dire fare un SEO in back-end, fare un audit SEO rispetto a una grafica dove magari si va a fare un’attività di logo design e anche il cliente meno digitalizzato vede che bene o male il prodotto finale è un logo. Come vado a mischiare, a in qualche modo unire servizi così diversi che hanno bisogno di tutele molto diverse, perché la SEO prima di tutto è un know-how, è un qualcosa che deve rimanere all’interno dell’agency o devono essere informazioni mantenute all’interno della ditta dell’individuale del freelance, la grafica invece ha tutte le problematiche legate al fatto che magari quel logo che è stato realizzato magari è simile a un logo già esistente e chiaramente il grafico non deve essere responsabile per questo tipo di attività perché non è pensabile che esista un grafico che conosce tutti i marchi registrati, non vi dico del mondo dell’Europa, anche solo italiani, ecco perché un contratto che inizi in questo modo lo vedo veramente discutibile. Vi devo dire che però neanche un contratto di questo tipo mi piace moltissimo, infatti perché battaglia navale? Perché questo tipo di contratto andà a riuscire, io da avvocato che mi ho letto più di qualcuno, ma andare a capire come si intrecciava la clausola il punto A9 col punto A3.2, vi dico la verità, c’erano due facciate di articoli che andavano a specificare il determinato servizio legato ai tempi di consegna, quindi a zone di responsabilità, tutto questo contratto era sviluppato in base a questi punti stile battaglia navale, io l’ho trovato veramente difficile ed i contratti non ho letto qualcuno, quindi pensate un classico cliente, il cliente medio, non l’azienda che ha al suo interno un dipartimento marketing, quindi persone già abituate o un legal che tutti i giorni vede queste tematiche, un contratto di questo tipo secondo me allontana molto il cliente perché il contratto non è solo un pezzo di carta, è molto di più. E poi voglio portarvi come terzo elemento un mio caso pratico, questo è un esempio, mi capitò circa un anno e mezzo fa, questo mio cliente in questo caso era proprio il cliente di un fornitore di servizi, ebbene qual è il problema? Per colpa di un rinvio sbagliato, vale a dire fu indicato l’articolo 13 invece che l’articolo 14, o meglio punti perché non aveva neanche articoli questo contratto, cosa successe? Che l’agenzia perse 3.300 euro, questo fu il grave errore, l’aver sbagliato un determinato rinvio di un numero, aver scritto 3 invece che 4, ha causato una perdita di questo tipo, perché? E perché vi porto quest’esempio fra i tanti che potevo portarvi? Perché il contratto deve essere qualcosa di veramente preciso, anche perché vi dico in concreto, quando si vede che un contratto è fatto bene, in qualche modo un po’ come l’aseo secondo me, si avvicina in qualche modo all’aseo, non lo vedi subito, l’aseo subito di per sé non porta valore, il cliente non ne vede un valore, ci vuole del tempo, è come la lean building, tanto per rimanere un po’ in tema, stessa cosa il contratto, voi vedete un documento, vedete delle clauses più o meno piacevole alla lettura, ma l’efficacia si vede solo in caso di problemi e questo non è un contratto inefficace, perché con un rinvio sbagliato c’è stata una perdita, un mancato guadagno di 3.300 euro.

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