Design Thinking- Lezione 1
Trascrizione
Allora sì, come dici tu Jacopo, qui è un argomento che effettivamente può trarre un attimo in così in confusione perché c’è questa parola del design, ok, e effettivamente design in inglese ha altri termini, non è proprio riferito solo alla parte estetica e quindi è prettamente la parte di progettazione ma che aiuta a trovare dei metodi, perché no, per migliorare un pensiero, una situazione, perché no, nel nostro ambito il digital marketing. Nel specifico oltre a fare un’introduzione sull’argomento e raccontarvi un po’ di metodi già assodati, ci concentreremo su una parte un po’ più pratica, su dei modelli e anche dei canvas che aiutano molto a costruire delle strategie soprattutto misurabili, cioè data-driven, ok. Quindi partiamo subito col primo sondaggio che è questo qua, quindi secondo voi? Hai accesso ai sondaggi William? No, non li vedo. Allora io ho il sondaggio, premetto che è un esperimento perché non ho mai usato lo strumento delle dirette allo scopo sondaggio, visto che c’era la funzione ma è totalmente sperimentale, non so cosa potrebbe saltare e scoppiare tutto. Proviamo, provo ad avviare e ragazzi voi mi dite se vedete il sondaggio e qualcuno mi dia un feedback nelle domande perché io ho avviato il sondaggio e sto vedendo muoversi cose, quindi sto vedendo muoversi cose ragazzi, è una figata sto sondaggio perché io a schermo non vedo più né me né William. William tu mi senti? Sì, sì. Ah quindi sentite le nostre voci ma a schermo vedete il sondaggione. Allora io vedo che le risposte sono arrivate, non ho idea se abbiate, no il 58% ha votato, quindi non avete risposto tutti, ragazzi forza rispondete tutti, ma forse non è che anche noi stessi dobbiamo rispondere, il 83% ha votato. Vediamo i risultati parziali. Il parzialone lo vedo, non so se siamo anche noi chiamati a votare, ma voi cliccate sul vostro schermo e funziona, fantastico. Allora vediamo, non sto capendo se l’83% inclusi noi relatori, nel senso che vuole votare anche noi, allora nel caso io voto, no non posso votare, quindi niente. Allora ragazzi forza l’83% ha votato, vuol dire che uno o due di voi non hanno votato, forza non si va avanti finché non votano tutti. Allora vediamo intanto il risultato parziale, forse intanto l’83% comunque è un buon campione, abbastanza rappresentativo. Ah ecco il 92% ha votato, bravi ragazzi, manca uno solo secondo me, manca uno solo di voi che non ha votato, chi è che non ha votato? Dai forza, dai forza. Intanto Will, 100% ha votato, perfetto, 100% ha votato, allora io direi che, non vorrei che chiudendomi sparisce tutto, però proviamo a chiuderlo, ok, ok, allora adesso dovreste vederci di nuovo e vedere le slide, fantastica sta funzione, grazie William di avermi fatto scoprire una funzione che adesso non smetterò più di usare praticamente. Allora il sondaggio, ti dico subito le risposte William, il 67% quindi la stragrande, Mazzanti dice che non ha votato, Mazzanti non classificabile, è timido, lui è timido, non classificato, Mazzanti ha direttamente bussato, tu voti, no con questa, si fa e basta, vai via che rovini la diretta, ho accacciato il Mazzanti che non ha votato però il 67% non sa cosa sia, quindi attenzione, poi abbiamo un 17% che dice ne ho sentito parlare, a pari merito con un altro 17% che dice conosco la teoria ma non l’ho mai applicato e addirittura utilizzo questa tecnica in vari ambiti 0%, quindi nessuno dei nostri membri che sono qua ora in diretta ha mai usato tecniche di design thinking, questo è molto buono perché gli insegniamo qualcosa che non sanno, di cui la maggior parte non sa cosa sia, me compreso diciamo, o meglio no, io sono, rientrerei in quel ne ho sentito parlare, ma io sono tutto, è fantastico, quindi direi che sono nel posto giusto. Va bene, adesso io ho anche imparato a usare i sondaggi quindi d’ora in poi ne abbiamo altri due, quindi adesso ti lascio, ti lascio, come al solito quando c’è la seconda domanda mi evochi, buon procedimento. Grazie mille, allora fantastico perché così mi aiuta già a capire che ho di fronte in questo momento, quindi per chi è presente collegato riesco a fare una cosa un po’ più personalizzata, quindi come dicevo prima con Jacopo a me piace non tanto cambiare argomento ma ad aggiungere delle tematiche a già quello che conosco, quello che ho fatto in passato, perché creando e collegando delle competenze praticamente vado a migliorare già quello che faccio. In questo caso che cosa ho fatto? Ho cercato di fare delle domande per capire quali sono le mie personas e quindi fare un corso più mirato, quindi benissimo, quindi non sapete che cos’è e quindi vi do subito immediatamente la definizione, ok? Che cos’è il design thinking? Prima di tutto un approccio, quindi non è un software, un tool, ma è un approccio ed è un processo perché creativo, perché ovviamente serve anche della creatività guidata e strutturata per far sì che venga trovata una soluzione a un problema, essere focalizzati su un risultato, quindi in sostanza è un metodo creativo per risolvere dei problemi, per ottenere dei risultati e anche in maniera molto veloce e collaborativa, vi aggiungo subito. Ok, quindi io vi ho detto già immediatamente, quindi tutte le volte che sentite parlare di design thinking pensate a questo, proprio a questa brevissima definizione. Ottimo, vi dico subito anche chi l’ha inventato, è stato inventato molto tempo fa, direi negli anni 60, come concetto, poi dopo ovviamente è stato modificato, declinato, perfezionato, però è curioso sapere che, diciamo, se ne è sentito parlare per la prima volta su questo libro, The Sciences of Artificial, di Herbert Alexander Simon, e diciamo che cos’è che inizialmente aveva come preconcetto? Quello di partire da uno studio dell’ambiente per poi capire come, diciamo, andare a risolvere delle situazioni. Infatti l’inventore del design thinking appunto diceva un po’ questa cosa qua, che il mondo che noi percepiamo è una versione drasticamente semplificata del mondo reale, ok? Quindi è come se fosse già il nostro, ognuno di noi ha un modello per interpretare quello che vede, e qualunque cosa che noi vediamo in qualche modo è molto più complessa, ok? Vi faccio vedere un po’ una schermetta di azione, quindi che cosa significa un design thinking, è appunto avere dei metodi per trovare delle soluzioni, quindi per trovare anche delle idee per risolvere dei problemi, ok? Attraverso dei passaggi, cioè non pensiamo di risolvere un problema schioccando le dita, ok? Quindi nel momento in cui dico, ok un problema, il design thinking mi dice immediatamente come faccio a risolverlo, ok? Quindi vi faccio vedere un attimo questi passaggi in maniera concettuale, poi vi vediamo come applicarli nel digital marketing. Quindi come diceva prima Jacopo, questa formazione è divisa in tre parti. Vi faccio un’introduzione sul mondo del design thinking, vi faccio vedere come applicarlo al digital marketing attraverso un canvas e poi vi faccio fare un po’ di pratica, quindi per chi di voi l’ha già scaricato e chi ha potuto stamparlo anche su una 4 o possibilmente anche una 3, vi faccio dopo lavorare. Quindi è un metodo che è largamente diffuso in tantissimi ambiti, insegnato in, diciamo, le università più prestigiose ed è utilizzato anche come tecnica di formazione, io lo utilizzo molto spesso, ed è anche qualcosa che ci aiuta a modellare un business o a migliorarlo, creare e capire qual è il prodotto o servizio giusto per un determinato segmento di pubblico. Quindi ci permette di ideare anche dei modelli, dei prototipi per capire se questi funzionano, che potrebbe essere un prototipo migliorativo di qualcosa che è già in essere, perché no una strategia di marketing o un servizio, oppure perché no crearlo da zero. E poi una delle chiavi fondamentali di questo processo è capire qual è il problema da risolvere, ovvero immedesimarsi con le persone che hanno questo problema. Ne sentiamo parlare veramente in larga scala e il design thinking viene utilizzato anche da Google, Google ha creato il suo modello, l’ha chiamato design sprints, dove trovate un sacco di documentazione, qui ho indicato anche il link, adesso è un attimo nascosto dal piedepagina, ma è interattivo quindi potete cliccare dopo nel pdf, dove vedete quello che ha creato Google come progetto di design thinking, proprio suddiviso con varie fasi della comprensione, della definizione, del proprio fare degli schizzi di quello che si vuole ideare, decisioni, la parte di prototipo e validare e mettere in produzione qualcosa. Diciamo che loro l’hanno interpretato a mio avviso molto molto bene, in maniera molto dettagliata. Quindi ha creato, modellato proprio un suo metodo specifico per risolvere una loro situazione. Vediamo subito immediatamente uno dei modelli più conosciuti, largamente trattato dal gruppo Nielsen, che qualcuno magari, non so la vostra età, ma se qualcuno sa chi è Nielsen, è l’inventore della usabilità nei siti web, quindi qualcosa di molto datato, ma ovviamente ha fatto… Lo conosce bene, tra l’altro di Nielsen c’è un articolo del 97 che è ancora online ed è ancora detta i punti dell’usabilità ed è ancora dal 97, poi l’articolo è stato aggiornato, ma questi cinque punti fondamentali dell’usabilità sono più che validi ancora oggi. L’ho anche citato in un corso qui che avete sull’abbonamento, che mi pare le sette regole del SEO Copywriting, ho citato proprio quella pagina web, andatela a trovare perché è veramente ancora attualissima, nonostante siano concetti che dal 2007 sono qui, sono fuori, quindi uno penserebbe che siano super obsoleti, invece oggi valgono più di ieri. Scusa l’intrusione, Luigi. No, no, volevi ovviamente ribadire la tua, diciamo, età. Quello l’ho fatto, esatto, assolutamente. A più tardi, che non mi scambino per giovane, ci tengo. A dopo, ciao. E quindi sì, anche il gruppo di Nielsen ha un attimo schematizzato e più che altro ha identificato le tre fasi, la fase iniziale di comprensione, la fase di esplorazione per capire appunto come interpretare e risolvere un problema e l’ultima fase quella proprio di materializzare quello che è stato un prototipo per testarlo e implementarlo. Quindi Design Thinking ci aiuta appunto a creare un po’ questo flusso. Anche qui vi lascio sempre le risorse dal quale potete attingere e approfondire, qui tutto in inglese. E quindi è proprio un processo, quindi che in teoria se lo facciamo in maniera continuativa è un continuo miglioramento, quindi c’è una parte di comprensione e poi dopo cominciamo a essere focalizzati sul problema come risolverlo e creare un prototipo fino a proprio materializzarlo. E qui altro sondaggio, quindi Jacopo di nuovo ti chiamiamo per farlo, quindi vi chiedo subito proprio il primissimo punto del modello si parla di empatia, quindi vi chiedo subito se sapete che cos’è l’empatia se andate a vedere su Wikipedia, datemi una risposta veloce tra una di queste quattro per piacere. Forza ragazzi, fate vedere che sono empatici, sono empatici perché stanno già il 38%, il 46% ha già votato, forza ragazzi il sondaggio non si chiude finché non avete votato tutti, quindi oggi vi facciamo stare attenti, oggi vi facciamo stare qui sul petto. Allora ragazzi dai 54%, 62% ha votato, perfetto, 69%, 77%, benissimo, bravissimi, bravissimi, bravissimi, ok, ok, io voterei la prima, è sinonimo di simpatia, sinceramente, no non voglio, cazzo non dovevo influenzare il sondaggio aperto, 85% ha votato ragazzi, forza mancano gli ultimi due, non votare, non ci si può astenere, bisogna votare per forza, bisogna votare, non si può votare scheda bianca ma bisogna partecipare al nostro sondaggio, domenico devi votare anche tu, ti sei ancora collegato, ecco ecco, 85% ragazzi, 92%, forza manca uno, manca l’ultimo votante, votante, votante, votante, vediamo se io vedo, io lo vedo chi ha votato, chi non ha votato, vediamo, vediamo, vediamo, vediamo, vediamo, vediamo, pare che il 92% abbia votato, forza ragazzi allora vi do altri dieci secondi per votare dopodiché chiudo il sondaggio, tanto abbiamo già un ottimo campione di risposte, vediamo se arriva l’ultimo, non arriva, non arriva, non arriva, non arriva, non arriva, non arriva, bene allora comunque chiudiamo il sondaggio ecco qua e torniamo noi e quindi al nostro sondaggio stranamente William lo 0% nessuno ha risposto che è sinonimo di simpatia e dire che era così bello, il 67% avere qualcosa in comune con un’altra persona, il 33% andare d’accordo con un’altra, con l’altra persona e lo 0% nessuno non approvare necessariamente il pensiero dell’altra persona. Volete sapere qual è già la prima risposta corretta? Spoiler, è proprio la D, non approvare necessariamente il pensiero dell’altra persona. L’ho fatto opposta perché ahimè l’empatia è qualcosa che è di poco chiaro, quindi mi focalizzerò molto su questa parte qui che mi avviso fatta bene questa, anche nel mondo del marketing, del digital marketing, aiuta a fare bene tutto il resto. Quindi la risposta giusta è la D, cioè non è assolutamente un sinonimo di simpatia, vediamo anche da differenza, non bisogna avere qualcosa in comune con l’altra persona che è proprio un presupposto della simpatia, che ti faccio capire che ho qualcosa in comune con te, non significa andare d’accordo con l’altra persona perché se devo per forza andare d’accordo è un modo perché magari cerco di capire, di ottenere qualcosa dall’altra persona, invece vediamo che cosa significa l’empatia.