1.1 – 10 punti chiave del Visual Design
Trascrizione
Un saluto a tutti. Il corso, come abbiamo visto e come vediamo direttamente dal suo titolo, oggi verte sui contenuti visual per i social. Quando si parla di visual si intende ormai un mondo molto variegato, alle volte in gergo tecnico è aziendale, quando si parla di visual si intende un’immagine statica. E’ chiaro che le immagini fanno assolutamente da padrone, infatti parleremo moltissimo delle immagini, delle grafiche, delle foto, di come renderle anche più interessanti, più piacevoli, più efficaci, ma il mondo dei social come chi ha già visto gli altri corsi che ho fatto sui contenuti per i social e se ancora non l’avete fatto poi vi invito a seguire sulla piattaforma di Studio Samo anche gli altri sui video brevi e sulla content strategy, insomma sulla strategia content a tutto tondo. Visual ormai significa anche video, immagini in movimento, nostri video in movimento, sapete che al giorno d’oggi il video è il formato che ha scavalcato e scavallato direttamente anche gli altri e soprattutto le possibilità che vengono offerte a livello di, diciamo così, reach organica, cioè raggiungere persone, quindi i reel di Instagram, le stories, TikTok, che lo abbiate ancora affrontato o meno, io comunque consiglio sempre a tutti di iscriversi e di guardare i video perché piaccia o meno quello è il futuro della creazione e il presente della fruizione dei contenuti, a livello di montaggio, a livello di velocità, a livello di trucchetti e di segreti, tanto è vero che quando parleremo di visual video io ho preso tutta roba da TikTok perché fondamentalmente quello che funziona lì funziona anche altrove, magari poi ne riparleremo anche più diffusamente. Quindi mi presento per chi ancora non mi conoscesse, nel senso che sulla piattaforma di Samo magari non ha ancora visto gli altri miei corsi, io nasco come blogger, quindi con le parole, e avremo anche un corso poi sul copywriting per quanto riguarda i contenuti social e adesso produco contenuti a tutto tondo per vivere, quindi studio, analizzo e creo immagini, creo video per lavoro, io sottolineo sempre senza essere un fotografo o un videomaker per non offendere fotografi, designer, videomaker, grafici, eccetera, perché io anche quando lavoro per i brand o faccio consigli, mando grafiche, pubblico cose alle volte sui social, lo faccio anche in maniera molto diretta, anche scomposta ma efficace, perché? Perché il visual è vero vale più di mille parole, poi ci vogliono anche le parole giuste, ma ormai siamo nell’epoca in cui le cose si fanno anche con un’estetica del tutto quotidiana, è finita l’epoca delle grafiche troppo laccate, troppo precise, è vero i brand milionari continuano a farle perché devono mantenere un certo aspetto, un certo tono, una certa immagine, eccetera, però come vedete l’estetica anche delle fotografie, delle grafiche diventa sempre più quotidiana e chi la sente più vicina a sé, anche nel suo essere molto più diretta, meno filtrata, adesso ha successo, nel giorno d’oggi ha successo. Ecco dunque, basta parlare di me, chi mi vuole mi trova come hanno fatto altri e mi fa molto piacere su Instagram, piocciolajac.lucarini, mi scrivono messaggi privati, fatelo anche voi, se avete visto il corso, se lo vedete on demand naturalmente poi mi fate qualche osservazione, qualche domanda anche in altri momenti, io cerco sempre nel marasma della mia vita personale e lavorativa di cercare di rispondere a tutti in tempo utile o comunque umano, quindi per qualsiasi cosa io sono a vostra disposizione. Chi ormai ha visto le cose che faccio sa che mi piace sempre mettere abbastanza le cose in chiaro, nel senso che mi piace fare le cose nella maniera più diretta possibile, quindi se posso darvi dieci comandamenti senza assolutamente derive messianiche, che non ho alcuna pretesa assoluta, diciamo che quando si approccia il visual, che sia immagine grafica quindi o elaborazione di foto o video, ci sono dei punti fermi, alcuni valgono di più per le immagini statiche e ce ne sono sicuramente di più per le immagini statiche o comunque grafiche che anche se fossero in movimento comunque poi hanno una lettura complessiva a livello di immagini, ma naturalmente questo vale anche per il video e questo lo vedremo strada facendo. La prima cosa che bisogna sempre tener presente è la semplicità, io non lo dirò mai abbastanza, ho perso anni di vita e ci ho sbattuto la testa molte volte per discutere e capire e comprendere e far capire che la semplicità è l’elemento distintivo dei social e la cosa che rende i nostri visual più efficaci, pochi elementi, poche parole, tanto poi chi è interessato il visual lo colpisce, perché la prima cosa che c’è da dire insieme a questo è che il visual è un martello, non a caso i grandi guru dei guri del marketing, qualcuno di questi ha inventato il termine visual hammer, cioè il martello visuale, no, quello è soprattutto per la parte di branding, è un elemento che si fa ricordare, il visual comunque è sempre utilizzato come martello, dovete usare alle volte anche degli accostamenti, ok, un po’ anche audaci se vogliamo, ma non incasinati. Ricordatevi questo, l’ho detto in tutti i corsi e lo dirò sempre in tutti i corsi e in tutte le conversazioni, gli utenti stanno sui social per trovare roba utile, divertente, di intrattenimento, un passatempo, quindi nessuno sta sui social per leggere dei muri di testo o non capire in una frazione di secondo quello di cui tratta un’immagine o un video o una grafica, quindi non mi riempite l’immagine di testo, ok, o il video di testo, solo il necessario per poi eventualmente far approfondire o far continuare, per un post di Instagram può essere la lettura della didascalia, per un visual, un reel, un TikTok, far continuare la visione del video, perché come vedremo il visual è cruciale soprattutto per i primi secondi, perché, lo sapete tutti, tutti andate sui social, tutti ci passate delle ore, usate quelle ore in maniera fruttuosa, studiate, fate ingegneria inversa, quando è che vi fermate su un post nel marasma generale in cui fate scroll scroll scroll scroll scroll e la gente meno preparata di voi, perché immagino che siate già comunque, se vi occupate di lavoro, aziende, marketing, insomma, avete già fatto qualcosa sulla comunicazione, siate già un po’ più avveduti della media, ecco, quindi immaginate che la media o sotto la media, dove sta molte volte il vostro utente, il vostro target, il vostro cliente, è ancora più disattento e quindi non sta lì ad aspettare voi, ci capita sopra. Dunque, abbracciare il minimalismo, togliere tutto il possibile, il superfluo, per magari integrarlo altrove, e quando si parlerà poi di copy, di test, di didascalie, ci sarà un corso specifico, quindi poi vi invito a cercare anche quello su Studio Samo Pro, dire tanto più scrivere poco uguale love, ok? Quindi bisogna cercare di dire tanto scrivendo poco, ho detto scrivendo poco perché per me il testo è proprio la cosa che meno ci dovrebbe stare nelle immagini, no? Però vuol dire anche mettendo meno elementi possibili, ok? Punti fermi, chiarezza, semplicità, piacevolezza e leggibilità, ok? Questa grafica, tutte le grafiche che vedrete in queste slide, laddove non sarà specificato, le ho fatte cercando di farle in cinque minuti per darvi l’idea comunque dei risultati che si possono ottenere. Questa magari non sarà la grafica dell’anno, no? Però un accostamento di questi colori, più ovviamente la banana svolazzante, quindi qualcosa fuori dall’ordinario, su questo ci torneremo, ecco, attira già qualcosa, no? Ti dà una sensazione di cos’è? Perché è così? Che cosa mi sta dicendo? Quindi prima di tutto vieni colpito dall’immagine o comunque l’elemento che è il focus dell’immagine, no? Dopodiché chi ha fatto magari anche corsi, no? Di neuromarketing, come si leggono le immagini, eccetera, trova molto più approfondita, ti dirà sempre questo, no? Prima si guarda l’immagine, poi la diascalia, poi eventualmente la call to action, ecco qui, però naturalmente prima vedi l’elemento centrale o più colorato, no? O più strano. Per esempio la banana avrei potuto metterla in verticale, invece l’ho messa in orizzontale e un pochino sbilanca. Perché? Perché fuori dall’ordinario, non è una grafica pulita, non è una grafica certamente professionale, però ci potrebbe stare benissimo sulla pagina del mio locale e anzi sono certo, sulla base dell’esperienza di anni, che questa grafica potrebbe attirare sguardi, commenti, condivisioni, ora vabbè, e diciamo così, engagement, ok? Quindi reazioni da parte delle persone. Questo è sicuramente il primo dei punti fermi che dovete sempre tenere a mente, questi sono i comandamenti che dovete stamparvi e mettervi sul muro, come dico spesso, visto che ho fatto questi slide proprio per liofilizzare quelle che dovrebbero essere le checklist, no? Le cose da controllare quando si fa qualcosa. Palette, qui si entra in un ambito enorme di cui parleremo molto, perché il visual, visual, visual, vista, occhio, l’occhio vuole la sua parte, i colori. I colori sono una delle cose più importanti in assoluto quando si fanno i visual, quando si fanno immagini, grafiche, foto, video, tutto quello che volete. I colori sono il trucco più forte, no? Dicevamo tutti i segreti per, ecco, volete sapere un segreto? Usate bene i colori e un grande minutaggio di questo corso sarà dedicato ai colori, perché se partite dai colori e se usate bene i colori sarete non soltanto efficaci nei visual, ma anche nella vostra identità e in quello che volete comunicare, le sensazioni che volete trasmettere. Ricordatevi una cosa, il mondo è grande, enorme, gigantesco, ci sono milioni di persone che fanno le nostre stesse cose, possiamo essere tutti bravi a comunicare, a dimostrare gli esseri professionali, ma alla fine gran parte della gente andrà da chi sente più vicino, simpatico, alla mano, quotidiano, che gli trasmette delle vibrazioni positive, ok? Quindi questo è molto importante. Usa pochi colori, ok? Usa i tuoi colori, ecco perché la quadratura del nostro ragionamento, crea la tua palette di colori, se possibile, poi tranquilli che rimarcheremo questi concetti molte volte, punti fermi, pulizia, accordo, gradevolezza, perché questa l’ho proprio fatta in due secondi. Stati certi che questa grafica spacca il tuo pulista, nel senso che ti fa sanguinare gli occhi, ecco. Il Carnevale è bello, e se ve lo dico io che sono di Viareggio ci potete credere, ma il Carnevale è bello solo il Carnevale di Viareggio, e naturalmente di Putignano e tutti gli altri Carnevali, però i colori sono belli solo i coriandoli, non sulle grafiche. No, pulizia, accordo, pochi colori, e questo ritornerà ancora una volta in tutti i concetti. Ecco, per continuare sulla palette, insomma, queste grafiche non saranno il massimo, anche perché le ho fatte per dimostrarvi che si possono fare comunque delle grafiche piacevoli in cinque minuti, mettendo poi anche altri elementi che vedremo. Queste sono grafiche pulite, molto carine, digeribili, come vedete l’accostamento di colori in accordo o anche in disaccordo, perché poi i colori funzionano molto anche a contrasto fra di loro, e lo vedremo. Queste idee, queste sono già delle idee, ad esempio sfondo, piatto, due colori, colori pastello, un terzo colore e un quarto, il marrone e il grigio della fotocamera, sono tutti colori che vanno d’accordo fra loro, due font che vanno d’accordo fra loro, due font invece dall’altra parte, la foto con la ragazza, che sono in contrasto però stanno bene insieme. La grandezza del font, anche questo poi lo vedremo, per direzionare l’attenzione che è 0,000001 secondo del nostro utente, dobbiamo usare tutto, la piacevolezza, la gradevolezza, l’accordo, i colori, il font. Questo è la base, ricordatevelo sempre. Questo, visto che l’abbiamo detto, ci arriviamo a bomba. I font, ne esistono milioni? Ne devi usare due, anche tre, ma due, due. Trova i tuoi font sul serio, ok? Non esagerare, abbina quelli giusti, tranquilli, poi vi fornirò le soluzioni e i segreti. Punti fermi, personalità, perché mai usare un font che non senti tuo per tornare al colore. Il colore devi sentirlo tuo, il font devi sentirlo tuo, ma soprattutto devi esprimere qualcosa che ha a che fare con te. Lo studio del famoso brand identity o personal identity, però personal brand, no? Ci sono i corsi, naturalmente, su Samo Pro che potete seguire, studiare sul personal branding, sul branding kit, eccetera. Dovete stabilirlo fin da subito e poi usarli in maniera costante, perché sono questi gli elementi che vi renderanno diversi, unici, memorabili? Probabilmente sì, anche questi colori, font, contribuiscono al successo dei vostri visual e i visual contribuiscono al vostro successo, ma niente arriva per caso ed ecco perché la pianificazione, come ho specificato anche negli altri corsi, è sempre fondamentale. La lettura e la leggibilità delle grafiche, delle immagini, dei testi che mettete sulle foto, bisogna rispettare e sfruttare il senso di lettura delle immagini che è da noi, fino a prova contraria, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, ok? Quindi manteniamoci semplici, gerarchia verticale, da sinistra verso destra appunto, punti fermi, titolo, sottotitolo, testo, icone a livello di importanza, naturalmente poi non è detto che non possiate mischiare, nel senso mettere le icone accanto al testo, eccetera, però se io dovessi pensare a una gerarchia di visualizzazione, no? Fa un pochino così, a meno che uno non abbia un elemento centrato, importante, della foto messo da qualche, o della grafica messo da qualche parte, solitamente se mi fai una grafica o mi fai qualcosa, usi dei colori che vanno comunque in accordo e che rendano comunque la grafica un pochino pop, no? Gli americani dicono pop out, no? Che salti fuori un pochettino, quindi qual è la cosa più importante di questa grafica? Contest aperto, grafici cercasi con magari una casellina di ricerca, qui poi dovete essere anche bravi voi, no? A capire se potete mettere degli elementi, delle icone, qualcosa che richiami, no? Un motore di ricerca, per esempio qui facciamo una ricerca professionale, poi probabilmente il grosso del regolamento del contest lo metteremo nel copy, nel testo, no? In quello che sia, nell’immagine mettiamo proprio gli elementi essenziali che una volta che mi hanno catturato la persona, contest aperto cercasi grafici. Ah, forse fa per me 18-35 anni, allora dopo le polemiche, ma io ne ho 36 e questa è un’esclusione, vabbè quello tanto sui social sappiamo benissimo come funziona, corsi su i troll e la crisis management come se piovesse, logo design, perché magari ci interessa appunto il contest e suo logo design, e la scadenza, insomma magari lo mettiamo così, e il nostro indirizzo email per partecipare. Questa è solo un’idea, poi potete disporre gli elementi come volete, ma come vedremo è molto importante dare un’armonia, ok? Un’armonia visiva, un’armonia leggibile a quello che facciamo. La regola dei terzi. Chi di voi ha fatto magari qualcosa già in fotografia, qualche corso, oppure qualche altro insomma corso, magari anche proprio qui? La regola dei terzi è molto importante perché aiuta a disporre meglio gli elementi delle nostre foto, delle nostre immagini, delle nostre grafiche all’interno appunto dello spazio che abbiamo a disposizione. Io ho usato il quadrato che è un po’ ormai formato standard, no? Instagram, Facebook, comunque delle immagini, poi io preferisco quello leggermente verticale, 1080×1350 pixel, però ognuno fa come. Non è un caso se le nostre macchine fotografiche, i nostri telefoni, no? Quando apri la fotocamera solitamente di default hanno la griglia divisa in nove, ok? Divisa in nove quadri. Chiunque vi abbia parlato della regola dei terzi vi dirà che serve per dare magari simmetria, ma che l’enfasi può essere posta per le immagini, per le foto, per le grafiche, sui punti di intersezione. Il nostro occhio è molto pigro quando vede un’immagine composta bene, ma banale, che non è un’offesa, banale, regolare, regolare, ok? Diciamo regolare. È più, come dire, già pronto. Se invece lo stupiamo con una composizione un po’ più emotivamente potente, o comunque diversa dal solito, con dei punti focali, no? Laddove ci sono le intersezioni, la regola dei terzi, no? Proprio. E possiamo usarla. Adesso vediamo anche degli esempi. Qui ho messo tipo una citazione in grafica, molto bella, un po’ malinconica, no? Ovviamente la canzone di Mahmood e Blanco, Brividi, che mi sto occupando per un brand dei contenuti dell’Eurovision, e quindi Blanco e Mahmood mi escono dalle orecchie. Ecco, possiamo renderlo così a disposto bene. Font molto elegante, uno solo, quindi molto… immagine disposta per benino al centro dell’immagine. Possiamo riuscire a renderlo un po’ più enfatica, un po’ più, no? Che colpisce un po’ di più? Perché no? Trovo un secondo font che va d’accordo, metto le parole più forti. Brividi, esprimermi, no? Magari anche proprio usando un artificio grafico, che è il sovrapporre leggermente, senza, diciamo così, compromettere la leggibilità dell’immagine e delle parole. Qui non sono allineati i testi, no? Sulla lunghezza sì, però vabbè. L’immagine è messa sui punti focali. La testa del nostro ragazzo o ragazza con le ginocchia messe dentro le braccia, insomma, un po’ meditabondo, un po’ malinconico, e la schiena, questa bella schiena, ecco, sono il risalto, no? Cioè si nota che c’è un po’ di differenza tra questo e questo. E sinceramente la seconda immagine è un po’ più, come dire, eye stopper, come dicono quelli bravi americani, no? Cioè ti ferma l’occhio un po’ di più, forse salta anche un pochino di più il messaggio. Due colori in accordo, in accordo con lo sfondo anche, due font in accordo, un’immagine che sfrutta meglio la regola dei terzi. Ma come vedete la regola dei terzi ce la ritroviamo un po’ dappertutto, in immagini che funzionano o che hanno un certo appeal. Poi volendo c’è anche la famosa sezione aurea, no? Quella che vedete spesso, però lì non voglio andare a complicare troppo le vostre esperienze. Se usate bene la regola dei terzi avrete già dei visual, anche video, eh? Anche in video la regola dei terzi vale esattamente come per le immagini, meno banali. La regola dei terzi ci permette di fare una disposizione armonica di elementi e alle volte anche centrare meglio qualcosa che deve essere centrato. Non avrebbe senso mettermi il pancake con i suoi ingredienti fuori, ok? O solo da un lato. Se volessi magari dare risalto a un angolo potrei fare una seconda foto dove c’è uno zoom, no? E magari quello… ma il pancake è talmente bello e qui soprattutto si mette in risalto la simmetria del cibo e del piatto che va bene centrarlo così, ok? E tutto quello che ci deve essere c’è in risalto. Altrimenti il punto focale, leggermente decentrato, o sottolineare due cose, la foto del ragazzino con l’ombra, guardate che… com’è bella questa foto, com’è forte, no? E come vedete la regola dei terzi è perfettamente rispettata. La tazzina messa così, no? Le foto pubblicitarie naturalmente e spesso e volentieri lo sfruttano, le foto in natura, ma anche le foto posate molto instagrammatiche, no? Punti focali, la ragazza con i fiori sulla testa, il libro, no? La pianta e la gamba. Quindi abbiamo tutto molto pulito e qui come vedete anche questa foto non è decentrata a caso. Tanto è vero che l’elemento prospettico di questa inferriata è molto potente, però è usato come la regola dei terzi, cioè mettere il soggetto, no? Qua viso e corpo sul punto focale e dal resto ci mettono l’inferriato. Quindi è molto importante anche questa cosa. Le dimensioni contano, permettetemi di utilizzare questo artificio retorico che è più bello come frase di lancio del film di Godzilla, però la dimensione giusta per l’utilizzo giusto, anche sulla regola dei terzi naturalmente, la disposizione degli elementi conta moltissimo ed è meglio non doverla rilavorare. Lo so, qualcuno mi dirà, ma io faccio una grafica per Instagram, poi la voglio mettere anche su, nelle stories, poi magari voglio usarla anche su LinkedIn o come copertina di, non lo so, di YouTube, ok? Però io direi che dovete avere già il vostro social primario più importante in mente e lavorare l’immagine su quella grandezza, ok? Qui ho preso una grafica che riassume un po’ quelle che sono le dimensioni al giorno d’oggi, poi purtroppo le piattaforme social sono peggio di me in un negozio di caramelle e cambiano idea ogni anno, se non addirittura ogni sei mesi, però con questi state abbastanza tranquilli. Lavorate bene le immagini sulle vostre dimensioni, quelle che insomma sono più importanti, diciamo così. Alcuni esempi. Sorprendere è meglio che essere perfetti. Questa per me è una cosa fondamentale, cioè siamo in un mondo in cui la perfezione non conta più relativamente. Conta sorprendere, conta dare una scossa, conta distogliere l’attenzione da quello che le persone stanno facendo per farle concentrare sul tuo contenuto, sul tuo visual. E quindi un visual sorprendente o curioso o non immediatamente leggibile o strano vale molto di più. Pensate anche a questo. Quindi la BBC che mi mette come primo fotogramma e come fotogramma di anteprima di un video dove vende una sua sponsorità, la mano di questo signore con questi anelli. Chi sarà BBC? La BBC, chi sarà? Maglietta, foto che magari non è perfetta, no? Però è il gelato completamente che esce quasi dall’inquadratura, ma è perfetta perché mi fa concentrare sulla maglietta e sul disegno della maglietta. Questo è un meme. Purtroppo non è la comunicazione di una agenzia o di una associazione per gli animali, però Ezio Greggio che fa la faccia così e dice tartarughe marine ingerendo un cotton fiock dentro una busta di plastica depositato sul fondo del mare per colpa di qualche negligente stupido e la terza parola non la diciamo. Questa è una comunicazione come dovrebbero farla molti soggetti istituzionali, perché con i meme si arriva a tutti. Ovviamente bisogna saperli fare perché non bisogna risultare cringe, imbarazzanti o boomer, quindi è molto difficile. L’arte del meme è la più difficile del mondo. Ci vorrebbe un corso di tre ore a parte, qui forse poi se Sonia o Jacopo mi sentono, magari studio Samo, faremo un corso dedicato ai meme, oppure qua un video che ti fa vedere quante spezzoni di video audio montaggio alle volte ci vogliono per fare un video professionale, questo qui con la ragazza. Il gatto in valigia, no? Una tovaglia che non è una tovaglia ma è disegnato sulla tovaglia, ci sono i piatti, cioè è qualcosa che di primo acchito, questo primo fotogramma, questi primi secondi ti fanno fermare per vedere di che cosa effettivamente si sta parlando. Altra cosa per la grafica, nel dubbio tira in ballo l’utente, nel senso utilizza delle tecniche per la tua grafica, per la tua immagine, per il tuo visual, e chiamano direttamente in causa chi sta guardando. Quindi sguardo in macchina, no? Sguardo diretto all’utente. E’ chiaro, questa è una delle, diciamo così, tecniche più, se vogliamo anche ricattatorie, in senso buono, nel senso che ti tira dentro l’immagine i bambini in difficoltà, i bambini africani, i bambini siriani, ma anche gli animali, come vedete, il lupo, no? Laddove ci siano difficoltà, laddove ci siano condizioni difficili, laddove bisogna evocare una partecipazione attiva emotiva dell’utente e fargliela risaltare nel primo o secondo, nella prima fase o nel secondo. Infatti non è un caso che i primi contenuti in cui mi sono imbattuto e ho guardato, no? E ho salvato, sono questi. Quelli delle ONG, no? O comunque delle realtà che operano nel sociale, nella natura, nel consumo, consapevole, perché sono bravissimi, hanno delle agenzie di comunicazione che sanno quello che fanno, ok? Quindi, a livello di colori, a livello di disposizione degli elementi, come vedete, anche qui è un sad, no? Sguardo in macchina del bambino, mai più fame, cioè come vi dicevo, semplicità. Quattro parole, mai più fame, firma il manifesto. Tre parole, call to action, già nel primo fotogramma del video. Catastrofe umanitaria, non lasciamoli soli. Vedete come anche l’uso dei colori, no? Nei bottoni delle call to action. Invece del classico rosso, poi lo vedremo comunque, anche di questo ne riparleremo, il giallo, l’arancio. Il rosso invece diventa, a parte che altro mercato è il colore, è il loro colore, rosso e bianco, però consumi o scegli, anche qui, tre parole. Lapidario, la prima cosa e unica cosa che vedi di questa grafica. E ti chiama direttamente in ballo. Tirare in ballo l’utente in un visual, che sia una grafica, che sia un video che inizia con delle parole scritte, dette, pronunciate, con uno sguardo in macchina, con qualcosa che viene verso di te, come questo lupo che ti guarda e sembra correre verso di te. Qui, tra l’altro, c’è un’altra tecnica che vi consiglio, laddove potete, naturalmente. Il testo, l’immagine che va sopra il testo, un po’ come le copertine delle riviste, dove il titolo della rivista viene coperto, alle volte, dall’elemento, dalla foto. Ma qui, questa foto, a me del lupo piace moltissimo. Firma ora, con il lupo che corre verso di te e ti guarda. Queste sono tutte cose molto, molto, molto importanti. Consiglio che mi piace molto e spero che possa tornarvi utile. Nel dubbio, nel dubbio, tirare in ballo l’utente, ma nel dubbio, guarda solo advertising su Facebook. L’estensione per Chrome. Allora, le estensioni simili, poi, eventualmente, ce ne sono anche per altri browser. Io, ovviamente, vi dico Chrome, perché Google Chrome è il browser che vi aiuta di più nel trovare estensioni utili. Nell’avere, comunque, delle funzioni particolari, eccetera, eccetera. Con questa estensione, My AddFinder, vedi solo le, scusate, siamo passati oltre, vedi solo le inserzioni sul feed di Facebook. E voi vi direte, ma sei pazzo, Giacomo? Cioè, noi facciamo di tutto per evitare di vedere pubblicità. Diciamo che la pubblicità Facebook Ads è troppo invasiva su Facebook, su Instagram, eccetera. E invece, se volete imparare, dovete guardare cosa sponsorizzano gli altri. Cioè, quali visual, cioè, quali visual vengono ritenuti talmente d’impatto da spenderci sopra soldi. Quindi, oltre a Facebook Ads Library, usate questa, questa estensione che, naturalmente, nelle slide che poi avrete, troverete nel corso in PDF, il link è diretto. Quindi, vedrete solo le inserzioni sul feed. Ed, eventualmente, le potete salvare tra i preferiti e ritrovarle. Poi, quando cliccate sull’estensione, potete anche andare direttamente, aprire la tab di tutte le, i visual delle, delle varie sponsorizzate che avete visto e trovarle. Questo, secondo me, è fichissimo e aiuta tanto. Come vedete, anche qui, no, al lato, ne ho messo alcune di quelle che mi sono ritrovato poi già salvate. Anche qui ci sono dei visual che ci aiutano, tipo, quando si parla di musica, piazzi uno spartito scritto a mano, che sorprende un po’ rispetto al resto, scatola con scritta, classico, tizio che ti parla direttamente, fare, fare film festival che usa, per esempio, la regola dei terzi, titolo in alto e l’ospite a cui è dedicato il festival in basso. Come vedete, è decentrato, ma i due punti focali del visual sono assolutamente a fuoco, anche perché lo sfondo, poi, è sfocato. Quindi, queste sono tutte tattiche che dovete mettere a punto, guardando, copiando e prendendo spunto. Ovviamente, il classico, la bambina, bambino che guarda l’obiettivo, grande classico. Comunque, di qualsiasi settore voi vi occupiate, troverete milioni di spunti solo utilizzando questa, questa estensione per Chrome. Secondo me è fenomenale. E poi, naturalmente, il movimento è meglio che statico. Proprio come dicevamo prima del lupo che scavalca la call to action, che scavalca il testo e corre verso di voi, evocare il movimento nelle immagini trasmette una sensazione di attrattiva particolare. Quindi, visual che trasmettono un movimento, anche semplicemente nella testa, perché può essere anche una foto, un’immagine, no? Però, costruire una scena che o si apre su un movimento netto, per quanto riguarda magari un visual video, ma anche una immagine che trasmette un senso di movimento. Per esempio, la ragazza col megafono che sembra che stia per prendere il megafono e urlarti in faccia è forte. La ragazza che si sta mettendo il casco è molto meglio di una che se ne sta così fotoposata sulla lambretta. Primo fotogramma con una ragazza che si sta già mettendo in bocca la merendina è molto più forte che vedere la merendina per tre secondi posata là sul piatto. Invece, non ho tempo di capire cosa, vedo già una persona che si mangia, e allora magari rimango a guardare. Maniche fanno cose che usano cose, altro grande classico. Un gorilla su, questa è tirata all’estremo, gorilla su divano semovente, che quindi sta andando sulla strada. È chiaro, questa è un’immagine fortemente d’impatto da guerriglia marketing, e voi mi direte, ma noi non abbiamo la possibilità. Ma perché no? Magari potete trovarvi una mascot, potete iniziare qualcosa in movimento. Ricordatevi che i social, anche lì, sono il regno del disimpegno, dell’entusiasmo, dei video curiosi, strani, cioè quelli che condividete voi con gli amici e le amiche, non credo che siano video, compra questo, eccolo qua il prodotto, no, sono sicuramente dei video dove, anche di brand, di marche, che diventano brave nel veicolare con i loro visual, che siano grafiche, scritte, meme, provocazioni, video, delle cose importanti. E quindi, che calano il loro prodotto, questo per esempio era un divano, cioè vendevano divani, e con questa cosa buffa, questa soluzione buffa, che non rende ridicolo il brand. È magari un video solo su 50 lo fanno così, no? Però è quel video che ti fa quel milione di visualizzazioni, che ti porta un 2% di persone in più a controllare la tua pagina, il tuo brand e magari il tuo sito. Se potete, fatelo. E non importa che sia eccellente. Come vedete, questo era assolutamente un tizio in costume, messo lì e ripreso col telefonino. Quindi, organizzazione. Qui ognuno si fa la sua, però io se devo consigliarvi tre strumenti, oltre a quelli che vi ho detto, per organizzare ispirazioni, materiali e contenuti. I più semplici, i più gratuiti, che io ormai consiglio praticamente in ogni contenuto, anche perché sono proprio banali, no? Qualcuno mi potrebbe dire, grazie Google Drive. Sì, perché vi assicuro che ci sono anche aziende enormi, con cui anche collaboro, che finalmente usano Google Drive, quindi non dobbiamo più scambiarci file su server che devono avere la password, eccetera. Cioè, quindi, devi avere uno strumento che se io metto un link, condivisione, lo passo a qualcuno, quello mi trova tutta la cartella con i suoi contenuti. Quindi Google Keep, che non so se lo conoscete, anche questa è una estensione con la quale potete salvare tutte le vostre… vedete, io qui l’ho organizzato, poi c’è l’estensione per Chrome, e poi keep.google.com, che è appunto un grande, come dire, una grande cartella online, dove buttare dentro articoli, foto, grafiche, roba, varia, perché potete creare una nota, metterci dentro un’immagine, un disegno, addirittura un elenco, oppure soltanto testo. Potete dividerla per colori, potete dividerle in etichette, esattamente come per Gmail, quindi io per esempio ho articoli, cinema, citazioni, materiali per i corsi, materiali di lavoro, libri, ok. Ecco, questo naturalmente ve lo consiglio. Ecco, Google Keep, in partnership con Google Drive, è un’ottima risorsa. In uno vi salvate le cose al volo, gli articoli, cose varie. Google Drive ci salvate magari gli asset, grafiche, foto, video, da magari scaricare in un secondo momento, da mandare a qualcuno per poi pubblicarli, quindi Google Drive è la soluzione numero uno per archiviare e poi scaricare le cose. Screenshot Capture, che è uno dei tanti, però io lo uso da anni, non mi ho mai deluso. Awesome Screenshot, con cui screenshotare le pagine web, ok. Quindi, per esempio, se io volessi screenshotare qualcosa da questa parte, vado sull’iconcina dell’estensione Chrome di Awesome Screenshot, poi tra l’altro si può anche fare delle piccole registrazioni, c’è una versione gratis, una versione pro, ma potete fare un sacco di cose con quella gratis. Quindi potete sia catturare lo schermo o una pagina intera, o visibile o tutta, quindi anche a scendere, se la pagina è più lunga, o Selected Area, che è quello che io uso di più, cioè vedo delle immagini che mi piacciono e catturo semplicemente Capture e me lo salva sull’hard disk. Basta, nella mia cartellina download ho già appunto quello che devo. Quindi, se non voglio salvare delle immagini, o non posso, o devo salvare una parte di sito web, solo così, a occhio, me lo salvo e poi magari me lo metto su Google Keep o me lo salvo su Google Drive. Quindi, anche questo vi ho messo direttamente la, insomma, se volete usare questo, ci sono tantissimi screenshot capture, questo è un po’, vi prende anche registra schermo eccetera, quindi è un po’ una soluzione due in uno, che secondo me è utile. E a questo punto io direi che questi erano più o meno i dieci comandamenti e quindi chiudiamo qui la prima parte e andiamo sulla seconda.
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Un saluto a tutti. Il corso, come abbiamo visto e come vediamo direttamente dal suo titolo, oggi verte sui contenuti visual per i social. Quando si parla di visual si intende ormai un mondo molto variegato, alle volte in gergo tecnico è aziendale, quando si parla di visual si intende un’immagine statica. E’ chiaro che le immagini fanno assolutamente da padrone, infatti parleremo moltissimo delle immagini, delle grafiche, delle foto, di come renderle anche più interessanti, più piacevoli, più efficaci, ma il mondo dei social come chi ha già visto gli altri corsi che ho fatto sui contenuti per i social e se ancora non l’avete fatto poi vi invito a seguire sulla piattaforma di Studio Samo anche gli altri sui video brevi e sulla content strategy, insomma sulla strategia content a tutto tondo. Visual ormai significa anche video, immagini in movimento, nostri video in movimento, sapete che al giorno d’oggi il video è il formato che ha scavalcato e scavallato direttamente anche gli altri e soprattutto le possibilità che vengono offerte a livello di, diciamo così, reach organica, cioè raggiungere persone, quindi i reel di Instagram, le stories, TikTok, che lo abbiate ancora affrontato o meno, io comunque consiglio sempre a tutti di iscriversi e di guardare i video perché piaccia o meno quello è il futuro della creazione e il presente della fruizione dei contenuti, a livello di montaggio, a livello di velocità, a livello di trucchetti e di segreti, tanto è vero che quando parleremo di visual video io ho preso tutta roba da TikTok perché fondamentalmente quello che funziona lì funziona anche altrove, magari poi ne riparleremo anche più diffusamente. Quindi mi presento per chi ancora non mi conoscesse, nel senso che sulla piattaforma di Samo magari non ha ancora visto gli altri miei corsi, io nasco come blogger, quindi con le parole, e avremo anche un corso poi sul copywriting per quanto riguarda i contenuti social e adesso produco contenuti a tutto tondo per vivere, quindi studio, analizzo e creo immagini, creo video per lavoro, io sottolineo sempre senza essere un fotografo o un videomaker per non offendere fotografi, designer, videomaker, grafici, eccetera, perché io anche quando lavoro per i brand o faccio consigli, mando grafiche, pubblico cose alle volte sui social, lo faccio anche in maniera molto diretta, anche scomposta ma efficace, perché? Perché il visual è vero vale più di mille parole, poi ci vogliono anche le parole giuste, ma ormai siamo nell’epoca in cui le cose si fanno anche con un’estetica del tutto quotidiana, è finita l’epoca delle grafiche troppo laccate, troppo precise, è vero i brand milionari continuano a farle perché devono mantenere un certo aspetto, un certo tono, una certa immagine, eccetera, però come vedete l’estetica anche delle fotografie, delle grafiche diventa sempre più quotidiana e chi la sente più vicina a sé, anche nel suo essere molto più diretta, meno filtrata, adesso ha successo, nel giorno d’oggi ha successo. Ecco dunque, basta parlare di me, chi mi vuole mi trova come hanno fatto altri e mi fa molto piacere su Instagram, piocciolajac.lucarini, mi scrivono messaggi privati, fatelo anche voi, se avete visto il corso, se lo vedete on demand naturalmente poi mi fate qualche osservazione, qualche domanda anche in altri momenti, io cerco sempre nel marasma della mia vita personale e lavorativa di cercare di rispondere a tutti in tempo utile o comunque umano, quindi per qualsiasi cosa io sono a vostra disposizione. Chi ormai ha visto le cose che faccio sa che mi piace sempre mettere abbastanza le cose in chiaro, nel senso che mi piace fare le cose nella maniera più diretta possibile, quindi se posso darvi dieci comandamenti senza assolutamente derive messianiche, che non ho alcuna pretesa assoluta, diciamo che quando si approccia il visual, che sia immagine grafica quindi o elaborazione di foto o video, ci sono dei punti fermi, alcuni valgono di più per le immagini statiche e ce ne sono sicuramente di più per le immagini statiche o comunque grafiche che anche se fossero in movimento comunque poi hanno una lettura complessiva a livello di immagini, ma naturalmente questo vale anche per il video e questo lo vedremo strada facendo. La prima cosa che bisogna sempre tener presente è la semplicità, io non lo dirò mai abbastanza, ho perso anni di vita e ci ho sbattuto la testa molte volte per discutere e capire e comprendere e far capire che la semplicità è l’elemento distintivo dei social e la cosa che rende i nostri visual più efficaci, pochi elementi, poche parole, tanto poi chi è interessato il visual lo colpisce, perché la prima cosa che c’è da dire insieme a questo è che il visual è un martello, non a caso i grandi guru dei guri del marketing, qualcuno di questi ha inventato il termine visual hammer, cioè il martello visuale, no, quello è soprattutto per la parte di branding, è un elemento che si fa ricordare, il visual comunque è sempre utilizzato come martello, dovete usare alle volte anche degli accostamenti, ok, un po’ anche audaci se vogliamo, ma non incasinati. Ricordatevi questo, l’ho detto in tutti i corsi e lo dirò sempre in tutti i corsi e in tutte le conversazioni, gli utenti stanno sui social per trovare roba utile, divertente, di intrattenimento, un passatempo, quindi nessuno sta sui social per leggere dei muri di testo o non capire in una frazione di secondo quello di cui tratta un’immagine o un video o una grafica, quindi non mi riempite l’immagine di testo, ok, o il video di testo, solo il necessario per poi eventualmente far approfondire o far continuare, per un post di Instagram può essere la lettura della didascalia, per un visual, un reel, un TikTok, far continuare la visione del video, perché come vedremo il visual è cruciale soprattutto per i primi secondi, perché, lo sapete tutti, tutti andate sui social, tutti ci passate delle ore, usate quelle ore in maniera fruttuosa, studiate, fate ingegneria inversa, quando è che vi fermate su un post nel marasma generale in cui fate scroll scroll scroll scroll scroll e la gente meno preparata di voi, perché immagino che siate già comunque, se vi occupate di lavoro, aziende, marketing, insomma, avete già fatto qualcosa sulla comunicazione, siate già un po’ più avveduti della media, ecco, quindi immaginate che la media o sotto la media, dove sta molte volte il vostro utente, il vostro target, il vostro cliente, è ancora più disattento e quindi non sta lì ad aspettare voi, ci capita sopra. Dunque, abbracciare il minimalismo, togliere tutto il possibile, il superfluo, per magari integrarlo altrove, e quando si parlerà poi di copy, di test, di didascalie, ci sarà un corso specifico, quindi poi vi invito a cercare anche quello su Studio Samo Pro, dire tanto più scrivere poco uguale love, ok? Quindi bisogna cercare di dire tanto scrivendo poco, ho detto scrivendo poco perché per me il testo è proprio la cosa che meno ci dovrebbe stare nelle immagini, no? Però vuol dire anche mettendo meno elementi possibili, ok? Punti fermi, chiarezza, semplicità, piacevolezza e leggibilità, ok? Questa grafica, tutte le grafiche che vedrete in queste slide, laddove non sarà specificato, le ho fatte cercando di farle in cinque minuti per darvi l’idea comunque dei risultati che si possono ottenere. Questa magari non sarà la grafica dell’anno, no? Però un accostamento di questi colori, più ovviamente la banana svolazzante, quindi qualcosa fuori dall’ordinario, su questo ci torneremo, ecco, attira già qualcosa, no? Ti dà una sensazione di cos’è? Perché è così? Che cosa mi sta dicendo? Quindi prima di tutto vieni colpito dall’immagine o comunque l’elemento che è il focus dell’immagine, no? Dopodiché chi ha fatto magari anche corsi, no? Di neuromarketing, come si leggono le immagini, eccetera, trova molto più approfondita, ti dirà sempre questo, no? Prima si guarda l’immagine, poi la diascalia, poi eventualmente la call to action, ecco qui, però naturalmente prima vedi l’elemento centrale o più colorato, no? O più strano. Per esempio la banana avrei potuto metterla in verticale, invece l’ho messa in orizzontale e un pochino sbilanca. Perché? Perché fuori dall’ordinario, non è una grafica pulita, non è una grafica certamente professionale, però ci potrebbe stare benissimo sulla pagina del mio locale e anzi sono certo, sulla base dell’esperienza di anni, che questa grafica potrebbe attirare sguardi, commenti, condivisioni, ora vabbè, e diciamo così, engagement, ok? Quindi reazioni da parte delle persone. Questo è sicuramente il primo dei punti fermi che dovete sempre tenere a mente, questi sono i comandamenti che dovete stamparvi e mettervi sul muro, come dico spesso, visto che ho fatto questi slide proprio per liofilizzare quelle che dovrebbero essere le checklist, no? Le cose da controllare quando si fa qualcosa. Palette, qui si entra in un ambito enorme di cui parleremo molto, perché il visual, visual, visual, vista, occhio, l’occhio vuole la sua parte, i colori. I colori sono una delle cose più importanti in assoluto quando si fanno i visual, quando si fanno immagini, grafiche, foto, video, tutto quello che volete. I colori sono il trucco più forte, no? Dicevamo tutti i segreti per, ecco, volete sapere un segreto? Usate bene i colori e un grande minutaggio di questo corso sarà dedicato ai colori, perché se partite dai colori e se usate bene i colori sarete non soltanto efficaci nei visual, ma anche nella vostra identità e in quello che volete comunicare, le sensazioni che volete trasmettere. Ricordatevi una cosa, il mondo è grande, enorme, gigantesco, ci sono milioni di persone che fanno le nostre stesse cose, possiamo essere tutti bravi a comunicare, a dimostrare gli esseri professionali, ma alla fine gran parte della gente andrà da chi sente più vicino, simpatico, alla mano, quotidiano, che gli trasmette delle vibrazioni positive, ok? Quindi questo è molto importante. Usa pochi colori, ok? Usa i tuoi colori, ecco perché la quadratura del nostro ragionamento, crea la tua palette di colori, se possibile, poi tranquilli che rimarcheremo questi concetti molte volte, punti fermi, pulizia, accordo, gradevolezza, perché questa l’ho proprio fatta in due secondi. Stati certi che questa grafica spacca il tuo pulista, nel senso che ti fa sanguinare gli occhi, ecco. Il Carnevale è bello, e se ve lo dico io che sono di Viareggio ci potete credere, ma il Carnevale è bello solo il Carnevale di Viareggio, e naturalmente di Putignano e tutti gli altri Carnevali, però i colori sono belli solo i coriandoli, non sulle grafiche. No, pulizia, accordo, pochi colori, e questo ritornerà ancora una volta in tutti i concetti. Ecco, per continuare sulla palette, insomma, queste grafiche non saranno il massimo, anche perché le ho fatte per dimostrarvi che si possono fare comunque delle grafiche piacevoli in cinque minuti, mettendo poi anche altri elementi che vedremo. Queste sono grafiche pulite, molto carine, digeribili, come vedete l’accostamento di colori in accordo o anche in disaccordo, perché poi i colori funzionano molto anche a contrasto fra di loro, e lo vedremo. Queste idee, queste sono già delle idee, ad esempio sfondo, piatto, due colori, colori pastello, un terzo colore e un quarto, il marrone e il grigio della fotocamera, sono tutti colori che vanno d’accordo fra loro, due font che vanno d’accordo fra loro, due font invece dall’altra parte, la foto con la ragazza, che sono in contrasto però stanno bene insieme. La grandezza del font, anche questo poi lo vedremo, per direzionare l’attenzione che è 0,000001 secondo del nostro utente, dobbiamo usare tutto, la piacevolezza, la gradevolezza, l’accordo, i colori, il font. Questo è la base, ricordatevelo sempre. Questo, visto che l’abbiamo detto, ci arriviamo a bomba. I font, ne esistono milioni? Ne devi usare due, anche tre, ma due, due. Trova i tuoi font sul serio, ok? Non esagerare, abbina quelli giusti, tranquilli, poi vi fornirò le soluzioni e i segreti. Punti fermi, personalità, perché mai usare un font che non senti tuo per tornare al colore. Il colore devi sentirlo tuo, il font devi sentirlo tuo, ma soprattutto devi esprimere qualcosa che ha a che fare con te. Lo studio del famoso brand identity o personal identity, però personal brand, no? Ci sono i corsi, naturalmente, su Samo Pro che potete seguire, studiare sul personal branding, sul branding kit, eccetera. Dovete stabilirlo fin da subito e poi usarli in maniera costante, perché sono questi gli elementi che vi renderanno diversi, unici, memorabili? Probabilmente sì, anche questi colori, font, contribuiscono al successo dei vostri visual e i visual contribuiscono al vostro successo, ma niente arriva per caso ed ecco perché la pianificazione, come ho specificato anche negli altri corsi, è sempre fondamentale. La lettura e la leggibilità delle grafiche, delle immagini, dei testi che mettete sulle foto, bisogna rispettare e sfruttare il senso di lettura delle immagini che è da noi, fino a prova contraria, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, ok? Quindi manteniamoci semplici, gerarchia verticale, da sinistra verso destra appunto, punti fermi, titolo, sottotitolo, testo, icone a livello di importanza, naturalmente poi non è detto che non possiate mischiare, nel senso mettere le icone accanto al testo, eccetera, però se io dovessi pensare a una gerarchia di visualizzazione, no? Fa un pochino così, a meno che uno non abbia un elemento centrato, importante, della foto messo da qualche, o della grafica messo da qualche parte, solitamente se mi fai una grafica o mi fai qualcosa, usi dei colori che vanno comunque in accordo e che rendano comunque la grafica un pochino pop, no? Gli americani dicono pop out, no? Che salti fuori un pochettino, quindi qual è la cosa più importante di questa grafica? Contest aperto, grafici cercasi con magari una casellina di ricerca, qui poi dovete essere anche bravi voi, no? A capire se potete mettere degli elementi, delle icone, qualcosa che richiami, no? Un motore di ricerca, per esempio qui facciamo una ricerca professionale, poi probabilmente il grosso del regolamento del contest lo metteremo nel copy, nel testo, no? In quello che sia, nell’immagine mettiamo proprio gli elementi essenziali che una volta che mi hanno catturato la persona, contest aperto cercasi grafici. Ah, forse fa per me 18-35 anni, allora dopo le polemiche, ma io ne ho 36 e questa è un’esclusione, vabbè quello tanto sui social sappiamo benissimo come funziona, corsi su i troll e la crisis management come se piovesse, logo design, perché magari ci interessa appunto il contest e suo logo design, e la scadenza, insomma magari lo mettiamo così, e il nostro indirizzo email per partecipare. Questa è solo un’idea, poi potete disporre gli elementi come volete, ma come vedremo è molto importante dare un’armonia, ok? Un’armonia visiva, un’armonia leggibile a quello che facciamo. La regola dei terzi. Chi di voi ha fatto magari qualcosa già in fotografia, qualche corso, oppure qualche altro insomma corso, magari anche proprio qui? La regola dei terzi è molto importante perché aiuta a disporre meglio gli elementi delle nostre foto, delle nostre immagini, delle nostre grafiche all’interno appunto dello spazio che abbiamo a disposizione. Io ho usato il quadrato che è un po’ ormai formato standard, no? Instagram, Facebook, comunque delle immagini, poi io preferisco quello leggermente verticale, 1080×1350 pixel, però ognuno fa come. Non è un caso se le nostre macchine fotografiche, i nostri telefoni, no? Quando apri la fotocamera solitamente di default hanno la griglia divisa in nove, ok? Divisa in nove quadri. Chiunque vi abbia parlato della regola dei terzi vi dirà che serve per dare magari simmetria, ma che l’enfasi può essere posta per le immagini, per le foto, per le grafiche, sui punti di intersezione. Il nostro occhio è molto pigro quando vede un’immagine composta bene, ma banale, che non è un’offesa, banale, regolare, regolare, ok? Diciamo regolare. È più, come dire, già pronto. Se invece lo stupiamo con una composizione un po’ più emotivamente potente, o comunque diversa dal solito, con dei punti focali, no? Laddove ci sono le intersezioni, la regola dei terzi, no? Proprio. E possiamo usarla. Adesso vediamo anche degli esempi. Qui ho messo tipo una citazione in grafica, molto bella, un po’ malinconica, no? Ovviamente la canzone di Mahmood e Blanco, Brividi, che mi sto occupando per un brand dei contenuti dell’Eurovision, e quindi Blanco e Mahmood mi escono dalle orecchie. Ecco, possiamo renderlo così a disposto bene. Font molto elegante, uno solo, quindi molto… immagine disposta per benino al centro dell’immagine. Possiamo riuscire a renderlo un po’ più enfatica, un po’ più, no? Che colpisce un po’ di più? Perché no? Trovo un secondo font che va d’accordo, metto le parole più forti. Brividi, esprimermi, no? Magari anche proprio usando un artificio grafico, che è il sovrapporre leggermente, senza, diciamo così, compromettere la leggibilità dell’immagine e delle parole. Qui non sono allineati i testi, no? Sulla lunghezza sì, però vabbè. L’immagine è messa sui punti focali. La testa del nostro ragazzo o ragazza con le ginocchia messe dentro le braccia, insomma, un po’ meditabondo, un po’ malinconico, e la schiena, questa bella schiena, ecco, sono il risalto, no? Cioè si nota che c’è un po’ di differenza tra questo e questo. E sinceramente la seconda immagine è un po’ più, come dire, eye stopper, come dicono quelli bravi americani, no? Cioè ti ferma l’occhio un po’ di più, forse salta anche un pochino di più il messaggio. Due colori in accordo, in accordo con lo sfondo anche, due font in accordo, un’immagine che sfrutta meglio la regola dei terzi. Ma come vedete la regola dei terzi ce la ritroviamo un po’ dappertutto, in immagini che funzionano o che hanno un certo appeal. Poi volendo c’è anche la famosa sezione aurea, no? Quella che vedete spesso, però lì non voglio andare a complicare troppo le vostre esperienze. Se usate bene la regola dei terzi avrete già dei visual, anche video, eh? Anche in video la regola dei terzi vale esattamente come per le immagini, meno banali. La regola dei terzi ci permette di fare una disposizione armonica di elementi e alle volte anche centrare meglio qualcosa che deve essere centrato. Non avrebbe senso mettermi il pancake con i suoi ingredienti fuori, ok? O solo da un lato. Se volessi magari dare risalto a un angolo potrei fare una seconda foto dove c’è uno zoom, no? E magari quello… ma il pancake è talmente bello e qui soprattutto si mette in risalto la simmetria del cibo e del piatto che va bene centrarlo così, ok? E tutto quello che ci deve essere c’è in risalto. Altrimenti il punto focale, leggermente decentrato, o sottolineare due cose, la foto del ragazzino con l’ombra, guardate che… com’è bella questa foto, com’è forte, no? E come vedete la regola dei terzi è perfettamente rispettata. La tazzina messa così, no? Le foto pubblicitarie naturalmente e spesso e volentieri lo sfruttano, le foto in natura, ma anche le foto posate molto instagrammatiche, no? Punti focali, la ragazza con i fiori sulla testa, il libro, no? La pianta e la gamba. Quindi abbiamo tutto molto pulito e qui come vedete anche questa foto non è decentrata a caso. Tanto è vero che l’elemento prospettico di questa inferriata è molto potente, però è usato come la regola dei terzi, cioè mettere il soggetto, no? Qua viso e corpo sul punto focale e dal resto ci mettono l’inferriato. Quindi è molto importante anche questa cosa. Le dimensioni contano, permettetemi di utilizzare questo artificio retorico che è più bello come frase di lancio del film di Godzilla, però la dimensione giusta per l’utilizzo giusto, anche sulla regola dei terzi naturalmente, la disposizione degli elementi conta moltissimo ed è meglio non doverla rilavorare. Lo so, qualcuno mi dirà, ma io faccio una grafica per Instagram, poi la voglio mettere anche su, nelle stories, poi magari voglio usarla anche su LinkedIn o come copertina di, non lo so, di YouTube, ok? Però io direi che dovete avere già il vostro social primario più importante in mente e lavorare l’immagine su quella grandezza, ok? Qui ho preso una grafica che riassume un po’ quelle che sono le dimensioni al giorno d’oggi, poi purtroppo le piattaforme social sono peggio di me in un negozio di caramelle e cambiano idea ogni anno, se non addirittura ogni sei mesi, però con questi state abbastanza tranquilli. Lavorate bene le immagini sulle vostre dimensioni, quelle che insomma sono più importanti, diciamo così. Alcuni esempi. Sorprendere è meglio che essere perfetti. Questa per me è una cosa fondamentale, cioè siamo in un mondo in cui la perfezione non conta più relativamente. Conta sorprendere, conta dare una scossa, conta distogliere l’attenzione da quello che le persone stanno facendo per farle concentrare sul tuo contenuto, sul tuo visual. E quindi un visual sorprendente o curioso o non immediatamente leggibile o strano vale molto di più. Pensate anche a questo. Quindi la BBC che mi mette come primo fotogramma e come fotogramma di anteprima di un video dove vende una sua sponsorità, la mano di questo signore con questi anelli. Chi sarà BBC? La BBC, chi sarà? Maglietta, foto che magari non è perfetta, no? Però è il gelato completamente che esce quasi dall’inquadratura, ma è perfetta perché mi fa concentrare sulla maglietta e sul disegno della maglietta. Questo è un meme. Purtroppo non è la comunicazione di una agenzia o di una associazione per gli animali, però Ezio Greggio che fa la faccia così e dice tartarughe marine ingerendo un cotton fiock dentro una busta di plastica depositato sul fondo del mare per colpa di qualche negligente stupido e la terza parola non la diciamo. Questa è una comunicazione come dovrebbero farla molti soggetti istituzionali, perché con i meme si arriva a tutti. Ovviamente bisogna saperli fare perché non bisogna risultare cringe, imbarazzanti o boomer, quindi è molto difficile. L’arte del meme è la più difficile del mondo. Ci vorrebbe un corso di tre ore a parte, qui forse poi se Sonia o Jacopo mi sentono, magari studio Samo, faremo un corso dedicato ai meme, oppure qua un video che ti fa vedere quante spezzoni di video audio montaggio alle volte ci vogliono per fare un video professionale, questo qui con la ragazza. Il gatto in valigia, no? Una tovaglia che non è una tovaglia ma è disegnato sulla tovaglia, ci sono i piatti, cioè è qualcosa che di primo acchito, questo primo fotogramma, questi primi secondi ti fanno fermare per vedere di che cosa effettivamente si sta parlando. Altra cosa per la grafica, nel dubbio tira in ballo l’utente, nel senso utilizza delle tecniche per la tua grafica, per la tua immagine, per il tuo visual, e chiamano direttamente in causa chi sta guardando. Quindi sguardo in macchina, no? Sguardo diretto all’utente. E’ chiaro, questa è una delle, diciamo così, tecniche più, se vogliamo anche ricattatorie, in senso buono, nel senso che ti tira dentro l’immagine i bambini in difficoltà, i bambini africani, i bambini siriani, ma anche gli animali, come vedete, il lupo, no? Laddove ci siano difficoltà, laddove ci siano condizioni difficili, laddove bisogna evocare una partecipazione attiva emotiva dell’utente e fargliela risaltare nel primo o secondo, nella prima fase o nel secondo. Infatti non è un caso che i primi contenuti in cui mi sono imbattuto e ho guardato, no? E ho salvato, sono questi. Quelli delle ONG, no? O comunque delle realtà che operano nel sociale, nella natura, nel consumo, consapevole, perché sono bravissimi, hanno delle agenzie di comunicazione che sanno quello che fanno, ok? Quindi, a livello di colori, a livello di disposizione degli elementi, come vedete, anche qui è un sad, no? Sguardo in macchina del bambino, mai più fame, cioè come vi dicevo, semplicità. Quattro parole, mai più fame, firma il manifesto. Tre parole, call to action, già nel primo fotogramma del video. Catastrofe umanitaria, non lasciamoli soli. Vedete come anche l’uso dei colori, no? Nei bottoni delle call to action. Invece del classico rosso, poi lo vedremo comunque, anche di questo ne riparleremo, il giallo, l’arancio. Il rosso invece diventa, a parte che altro mercato è il colore, è il loro colore, rosso e bianco, però consumi o scegli, anche qui, tre parole. Lapidario, la prima cosa e unica cosa che vedi di questa grafica. E ti chiama direttamente in ballo. Tirare in ballo l’utente in un visual, che sia una grafica, che sia un video che inizia con delle parole scritte, dette, pronunciate, con uno sguardo in macchina, con qualcosa che viene verso di te, come questo lupo che ti guarda e sembra correre verso di te. Qui, tra l’altro, c’è un’altra tecnica che vi consiglio, laddove potete, naturalmente. Il testo, l’immagine che va sopra il testo, un po’ come le copertine delle riviste, dove il titolo della rivista viene coperto, alle volte, dall’elemento, dalla foto. Ma qui, questa foto, a me del lupo piace moltissimo. Firma ora, con il lupo che corre verso di te e ti guarda. Queste sono tutte cose molto, molto, molto importanti. Consiglio che mi piace molto e spero che possa tornarvi utile. Nel dubbio, nel dubbio, tirare in ballo l’utente, ma nel dubbio, guarda solo advertising su Facebook. L’estensione per Chrome. Allora, le estensioni simili, poi, eventualmente, ce ne sono anche per altri browser. Io, ovviamente, vi dico Chrome, perché Google Chrome è il browser che vi aiuta di più nel trovare estensioni utili. Nell’avere, comunque, delle funzioni particolari, eccetera, eccetera. Con questa estensione, My AddFinder, vedi solo le, scusate, siamo passati oltre, vedi solo le inserzioni sul feed di Facebook. E voi vi direte, ma sei pazzo, Giacomo? Cioè, noi facciamo di tutto per evitare di vedere pubblicità. Diciamo che la pubblicità Facebook Ads è troppo invasiva su Facebook, su Instagram, eccetera. E invece, se volete imparare, dovete guardare cosa sponsorizzano gli altri. Cioè, quali visual, cioè, quali visual vengono ritenuti talmente d’impatto da spenderci sopra soldi. Quindi, oltre a Facebook Ads Library, usate questa, questa estensione che, naturalmente, nelle slide che poi avrete, troverete nel corso in PDF, il link è diretto. Quindi, vedrete solo le inserzioni sul feed. Ed, eventualmente, le potete salvare tra i preferiti e ritrovarle. Poi, quando cliccate sull’estensione, potete anche andare direttamente, aprire la tab di tutte le, i visual delle, delle varie sponsorizzate che avete visto e trovarle. Questo, secondo me, è fichissimo e aiuta tanto. Come vedete, anche qui, no, al lato, ne ho messo alcune di quelle che mi sono ritrovato poi già salvate. Anche qui ci sono dei visual che ci aiutano, tipo, quando si parla di musica, piazzi uno spartito scritto a mano, che sorprende un po’ rispetto al resto, scatola con scritta, classico, tizio che ti parla direttamente, fare, fare film festival che usa, per esempio, la regola dei terzi, titolo in alto e l’ospite a cui è dedicato il festival in basso. Come vedete, è decentrato, ma i due punti focali del visual sono assolutamente a fuoco, anche perché lo sfondo, poi, è sfocato. Quindi, queste sono tutte tattiche che dovete mettere a punto, guardando, copiando e prendendo spunto. Ovviamente, il classico, la bambina, bambino che guarda l’obiettivo, grande classico. Comunque, di qualsiasi settore voi vi occupiate, troverete milioni di spunti solo utilizzando questa, questa estensione per Chrome. Secondo me è fenomenale. E poi, naturalmente, il movimento è meglio che statico. Proprio come dicevamo prima del lupo che scavalca la call to action, che scavalca il testo e corre verso di voi, evocare il movimento nelle immagini trasmette una sensazione di attrattiva particolare. Quindi, visual che trasmettono un movimento, anche semplicemente nella testa, perché può essere anche una foto, un’immagine, no? Però, costruire una scena che o si apre su un movimento netto, per quanto riguarda magari un visual video, ma anche una immagine che trasmette un senso di movimento. Per esempio, la ragazza col megafono che sembra che stia per prendere il megafono e urlarti in faccia è forte. La ragazza che si sta mettendo il casco è molto meglio di una che se ne sta così fotoposata sulla lambretta. Primo fotogramma con una ragazza che si sta già mettendo in bocca la merendina è molto più forte che vedere la merendina per tre secondi posata là sul piatto. Invece, non ho tempo di capire cosa, vedo già una persona che si mangia, e allora magari rimango a guardare. Maniche fanno cose che usano cose, altro grande classico. Un gorilla su, questa è tirata all’estremo, gorilla su divano semovente, che quindi sta andando sulla strada. È chiaro, questa è un’immagine fortemente d’impatto da guerriglia marketing, e voi mi direte, ma noi non abbiamo la possibilità. Ma perché no? Magari potete trovarvi una mascot, potete iniziare qualcosa in movimento. Ricordatevi che i social, anche lì, sono il regno del disimpegno, dell’entusiasmo, dei video curiosi, strani, cioè quelli che condividete voi con gli amici e le amiche, non credo che siano video, compra questo, eccolo qua il prodotto, no, sono sicuramente dei video dove, anche di brand, di marche, che diventano brave nel veicolare con i loro visual, che siano grafiche, scritte, meme, provocazioni, video, delle cose importanti. E quindi, che calano il loro prodotto, questo per esempio era un divano, cioè vendevano divani, e con questa cosa buffa, questa soluzione buffa, che non rende ridicolo il brand. È magari un video solo su 50 lo fanno così, no? Però è quel video che ti fa quel milione di visualizzazioni, che ti porta un 2% di persone in più a controllare la tua pagina, il tuo brand e magari il tuo sito. Se potete, fatelo. E non importa che sia eccellente. Come vedete, questo era assolutamente un tizio in costume, messo lì e ripreso col telefonino. Quindi, organizzazione. Qui ognuno si fa la sua, però io se devo consigliarvi tre strumenti, oltre a quelli che vi ho detto, per organizzare ispirazioni, materiali e contenuti. I più semplici, i più gratuiti, che io ormai consiglio praticamente in ogni contenuto, anche perché sono proprio banali, no? Qualcuno mi potrebbe dire, grazie Google Drive. Sì, perché vi assicuro che ci sono anche aziende enormi, con cui anche collaboro, che finalmente usano Google Drive, quindi non dobbiamo più scambiarci file su server che devono avere la password, eccetera. Cioè, quindi, devi avere uno strumento che se io metto un link, condivisione, lo passo a qualcuno, quello mi trova tutta la cartella con i suoi contenuti. Quindi Google Keep, che non so se lo conoscete, anche questa è una estensione con la quale potete salvare tutte le vostre… vedete, io qui l’ho organizzato, poi c’è l’estensione per Chrome, e poi keep.google.com, che è appunto un grande, come dire, una grande cartella online, dove buttare dentro articoli, foto, grafiche, roba, varia, perché potete creare una nota, metterci dentro un’immagine, un disegno, addirittura un elenco, oppure soltanto testo. Potete dividerla per colori, potete dividerle in etichette, esattamente come per Gmail, quindi io per esempio ho articoli, cinema, citazioni, materiali per i corsi, materiali di lavoro, libri, ok. Ecco, questo naturalmente ve lo consiglio. Ecco, Google Keep, in partnership con Google Drive, è un’ottima risorsa. In uno vi salvate le cose al volo, gli articoli, cose varie. Google Drive ci salvate magari gli asset, grafiche, foto, video, da magari scaricare in un secondo momento, da mandare a qualcuno per poi pubblicarli, quindi Google Drive è la soluzione numero uno per archiviare e poi scaricare le cose. Screenshot Capture, che è uno dei tanti, però io lo uso da anni, non mi ho mai deluso. Awesome Screenshot, con cui screenshotare le pagine web, ok. Quindi, per esempio, se io volessi screenshotare qualcosa da questa parte, vado sull’iconcina dell’estensione Chrome di Awesome Screenshot, poi tra l’altro si può anche fare delle piccole registrazioni, c’è una versione gratis, una versione pro, ma potete fare un sacco di cose con quella gratis. Quindi potete sia catturare lo schermo o una pagina intera, o visibile o tutta, quindi anche a scendere, se la pagina è più lunga, o Selected Area, che è quello che io uso di più, cioè vedo delle immagini che mi piacciono e catturo semplicemente Capture e me lo salva sull’hard disk. Basta, nella mia cartellina download ho già appunto quello che devo. Quindi, se non voglio salvare delle immagini, o non posso, o devo salvare una parte di sito web, solo così, a occhio, me lo salvo e poi magari me lo metto su Google Keep o me lo salvo su Google Drive. Quindi, anche questo vi ho messo direttamente la, insomma, se volete usare questo, ci sono tantissimi screenshot capture, questo è un po’, vi prende anche registra schermo eccetera, quindi è un po’ una soluzione due in uno, che secondo me è utile. E a questo punto io direi che questi erano più o meno i dieci comandamenti e quindi chiudiamo qui la prima parte e andiamo sulla seconda.