Lezione 1 di 5
In Corso

1. Brand Image e introduzione al Brand Positioning

30 Maggio 2025

Trascrizione

Oggi parliamo di brand image, parliamo di qualcosa che è un concetto proprio della gestione del marchio che raccoglie tutta una serie di stimoli e di considerazioni importanti e interessanti, si declina su diversi aspetti che andremo ad approfondire nel corso di questo pomeriggio. Allora come vi dicevo, come vi anticipavo, io sono una consulente di comunicazione visiva specializzata in strategia di personal branding, per chi non mi conosce sono anche una delle formatrici in aula e online di studio Samo, mi occupo di attività di formazione e supporto e di accompagnamento ai singoli e alle aziende, quindi mi occupo sia di una parte più di tipo visivo, di tipo di approccio proprio a quello che è il branding da un punto di vista esterno, sia da un punto di vista più strategico per quanto riguarda proprio la formazione di professionisti e aziende in quella che è questa disciplina e in quella che è in questa strategia. Allora di cosa parleremo oggi? Dicevamo parleremo di brand image, quindi vedremo diffusamente di che cosa si tratta, vedremo che appunto è un tema che raccoglie il posizionamento di marca di cui sicuramente avete sentito parlare, in particolare parleremo di attributi di personalità, di carattere, di tone of voice e poi parleremo di reputazione aziendale. Io vi anticipo sin d’ora che la parte dedicata al posizionamento è decisamente più corposa perché molto più articolata, molto più strutturata, nella seconda parte se riusciamo a rispettare i tempi parleremo invece di quella che è la personalità di marca e la reputazione aziendale, per cui ora senza indugio partiamo con quella che è una definizione di brand image. Allora per assonanza potreste pensare che brand image e brand identity sono la stessa cosa o quantomeno si somigliano. Abbiamo parlato di brand identity durante un altro dei miei corsi, in quel caso si trattava di quelli che sono gli elementi visivi, di riconoscibilità e di differenziazione di un brand, di un prodotto, di un servizio. Diverso è invece il discorso che facciamo oggi, per cui quando noi andiamo a parlare di brand image è vero, da un lato abbiamo di fronte un’immagine, un’immagine di prodotto, un’immagine di servizio, ma non si tratta tanto di valutare quelli che sono i caratteri tipografici, il colore, la confezione di un prodotto a scaffale piuttosto che nel nostro e-commerce, piuttosto che di un tipo di professionista o di servizio. No, quello che riguarda proprio la brand image è la percezione, la percezione che i nostri utenti hanno della nostra azienda frutto di una serie di relazioni, di attività che noi abbiamo messo in campo e che hanno un po’ costituito quella che è proprio questa relazione di fatto, come fosse una relazione tra persone. La brand image è l’immagine della marca così come viene recepita dai consumatori, è più un’idea devo dire che è un’immagine, però la terminologia comunque si presta, quindi attenzione quando vi parlano di brand image e di brand identity a non confondere le due cose, perché di fatto è vero che contribuiscono allo stesso modo a costituire un po’ quella che è la strategia della nostra marca o della nostra professionalità, però riguardano ambiti diversi, per cui in questo caso parliamo proprio della percezione dei consumatori nei confronti di quella che è la nostra offerta. Come vi ho anticipato l’immagine di marca riassume il posizionamento di marca, la personalità dei prodotti e dell’azienda e la reputazione della marca stessa, questo ci introduce un po’ a quello che è il tema di oggi, per cui come vi dicevo deriva dal processo di sedimentazione delle relazioni fra il pubblico e l’impresa e questo che cosa ci fa intendere? Intanto che stiamo parlando di sedimentazione di relazioni e quindi di fatto ci deve essere una relazione tra noi e il nostro pubblico, tra la nostra azienda, i nostri prodotti e quelli che sono i nostri consumatori. Chiaro è, come abbiamo accennato anche durante altri incontri formativi, che quando parliamo di branding parliamo di qualcosa che si costruisce nel corso del tempo, per cui evidentemente le relazioni, la fiducia che noi abbiamo a instaurare tra noi stessi e il nostro pubblico si crea con il tempo. Ora ci sono naturalmente aziende ben strutturate e come dire giovani sul mercato che riescono a crearsi in breve tempo una buona brand image, però probabilmente ciascuno di noi ha nella propria mente tutta una serie di aziende e di immagine di marca legata a determinate esperienze fatte nel corso del tempo che identificano quella che è la nostra relazione con il tipo di offerta che ci è stata proposta. Allora i fattori che intervengono per definire la brand image di un’azienda sono diversi, proviamo un po’ a ragionare e vediamo quali sono di fatto. Naturalmente la pubblicità, per cui la pubblicità che un’azienda mette in campo per promuovere le proprie azioni, i propri prodotti, contribuisce a definire quella che è la brand image dell’azienda stessa o del prodotto, perché non è solo lo spot pubblicitario ma è proprio la tipologia, cioè il tipo di approccio al pubblico, il tipo di offerta, il tono che si sceglie, il tipo di messaggio. Ci sono davvero tantissime pubblicità storiche che proprio per questo hanno fatto la storia, hanno insegnato qualcosa sia ai pubblicitari che agli utenti di fatto, perché scegliere accuratamente il formato pubblicitario, il canale pubblicitario, può definire quello che è il nostro percepito rispetto ad un’azienda, che poi alla base è un po’ di quello che stiamo dicendo, ma non solo pubblicità, anche tipologia distributiva, perché non tutti i prodotti possono essere distribuiti su tutti i canali. Pensiamo un po’ a quella che è stata questa situazione di emergenza legata al coronavirus, molti di noi hanno cambiato abitudini per quanto riguarda la fruizione di determinati servizi, al di là di quella che è una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto, di fatto le aziende scelgono di privilegiare determinati canali distributivi piuttosto che altri, allora ci saranno negozi monomarca, ci sarà grande distribuzione per cui gli stessi prodotti potranno essere trovati sugli scaffali dei supermercati, dei centri commerciali, piuttosto che invece potranno essere venduti solo oppure solo nei mercati rionali, nei mercati del Fai da te e quant’altro, questo perché i prodotti sono tanti, devono essere differenziati proprio perché stiamo parlando di branding e il fatto di trovare o meno un determinato prodotto in un determinato ambito cambia quella che è la nostra percezione rispetto a quel tipo di prodotto e a quel tipo di offerta, perché magari vogliamo vivere o tendiamo insomma a percepire l’offerta come più esclusiva piuttosto che invece più aperta a quello che è un pubblico più vasto e questo dovrebbe essere frutto di una strategia stabilita a monte dall’azienda nei confronti del proprio pubblico e poi naturalmente il giudizio espresso da opinion leader e influencer che naturalmente sappiamo essere due tipologie di come dire personaggi differenti che svolgono ruoli analoghi in qualche modo perché la strategia di affidare il giudizio della propria impresa e del proprio prodotto a esperti di settore piuttosto che a influencer diciamo che velocizza, è una strategia che rende più rapida la definizione nella mente dell’utente di quella che è la nostra azienda e il nostro prodotto, attenzione sempre perché legarsi a influencer di come dire riconosciuta appunto capacità o comunque di grande visibilità deve essere ben bilanciato dal fatto che il valore come dire del soggetto che va a promuovere il nostro prodotto non deve superare quello che è il nostro obiettivo di marketing, per cui è sempre importante valutare con attenzione quello che è il giudizio fatto a monte rispetto ad una scelta di questo tipo, se ben utilizzato il giudizio di un esperto o di un influencer fanno proprio questo cioè rendono più veloce la creazione di questo rapporto di fiducia con i nostri clienti, siamo noi stessi che nel momento in cui ci troviamo a dover fruire di un nuovo servizio o prodotto se non lo conosciamo quindi rientriamo in quella tipologia di pubblico che rientra nella parte alta del funnel che cosa facciamo? Ci informiamo quindi magari non ci limitiamo, non ci accontentiamo di leggere quella che è la descrizione del prodotto che ci fa l’azienda, ma andiamo a cercare delle opinioni, dei feedback da parte di magari contatti che sono nella nostra cerchia di amici piuttosto appunto ci affidiamo a quelle che sono le opinioni di questi personaggi di spicco e infine le informazioni diffuse attraverso i media, non solo i social media attenzione ma tutti i media, perché? Perché la creazione appunto, la definizione di quella che è la nostra percezione della marca passa anche non solo attraverso come abbiamo visto la tipologia distributiva, la pubblicità e l’appoggio di personaggi noti, ma anche la scelta dei canali a cui un’azienda affida la distribuzione, la diffusione del proprio messaggio, perché esattamente come per la distribuzione non tutte le aziende hanno la forza piuttosto che scelgono di presidiare determinati canali rispetto ad altri, quindi è vero che oggi abbiamo una grandissima presenza di brand sui social media, però è anche vero che non tutti sono in grado di fare pubblicità attraverso la televisione, che non tutti fanno affissioni nelle città o sui mezzi pubblici, non tutti usano la radio, questo perché i canali, i media sono tanti, sono diversi e, cosa più importante, si rivolgono a nicchie di pubblico differenti e questo aspetto, cioè l’aspetto legato alla tipologia di pubblico, che in qualche modo determina quella che è la percezione, perché a differenza di altri approcci al marketing, quello della brand image davvero ruota tutto intorno a quello che percepisce il pubblico, quindi la nostra azienda deve essere molto attenta a recepire quelli che sono i feedback, quelli che sono i gusti, le ambizioni, le richieste del pubblico, più ancora che in altri ambiti, perché queste opinioni vanno poi a definire quella che è la nostra reputazione, quello che il nostro posizionamento sul mercato, che è poi quello di cui andremo a discutere durante, insomma, l’intervento di questo pomeriggio. Quindi questa è una panoramica generale un po’ di quello che è la brand image, quindi capite ci sono tanti elementi che entrano in gioco, che definiscono un po’ i canali, il tipo di prodotto, l’approccio a quello che è il pubblico, che può fruirne in modi diversi a seconda di quella che è la scelta poi aziendale di presidiare o meno canali e mercati differenti. Allora scendiamo nel dettaglio, quindi abbiamo detto ci sono tre elementi che costituiscono la brand image, il primo è il posizionamento. Allora, il posizionamento si applica a qualunque tipo di prodotto sul mercato, qualsiasi, che si tratti di un prodotto aziendale, un prodotto al dettaglio, un servizio, parliamo anche di personal branding, chiaramente non ne parliamo quando vediamo un’immagine di questo tipo, però questo per dire che qualunque tipo di azienda è in grado di posizionare, ha la possibilità di posizionare il suo prodotto o servizio sul mercato vasto, lavorando per trovare il suo posto rispetto a quella che è la concorrenza e rispetto a quello un po’ che l’ambizione, quello che è l’obiettivo da raggiungere in una strategia più vasta. Allora chiamiamo in causa i nostri amici Raise&Trout, che per chi non se lo ricordasse sono gli autori di Immutabili leggi del marketing, piuttosto che in questo caso proprio oggi, li rivedremo più avanti perché sono stati proprio loro in qualche modo a definire, a sistematizzare il concetto di posizionamento, dicevano che per costruire un brand bisogna concentrarsi sul possedere una parola nella mente dei clienti, una parola che non appartenga ad altri e questo è un concetto complesso comunque da fare nostro. Possedere una parola nella mente del cliente è la soluzione, sembra una soluzione facile, ma chiaramente non dipende da quante volte noi ripetiamo quella parola e per sfinimento, come dire, prendiamo un po’ il nostro posto all’interno di un mercato, no, è chiaramente frutto di una strategia ben bilanciata. Proviamo a fare qualche esempio per capire. Allora se io vi dicessi banana, potreste pensare a svariate robe, però la questione è questa, qual è l’azienda che possiede questa parola? O al contrario, se io vi dico questa parola, a quale azienda associate la parola? Cioè qual è il brand che identifica questa parola? Molto probabilmente Chiquita, molto probabilmente per una serie di ragioni, per una serie di scelte anche visive molto azzeccata, fosse anche solo per un bollino blu su una banana gialla, quindi due colori primari che davvero catturano l’attenzione e poi tutta una serie di prodotti collegati a partire dal sito, di cui questo naturalmente uno screenshot, che richiamano smaccatamente quello che è il brand. Questo perché per anni e anni e anni dire banana voleva dire Chiquita, ma ancora oggi in fondo il logo è rimasto invariato ed è sempre lo stesso, se voi andate a vedere il loro sito troverete che in un page loro parlano di qualità, parleranno di tipologie di coltivazione, proprio in questo screenshot se riuscite a leggerlo loro dicono la qualità è nel nostro DNA e il nostro famoso iconico bollino blu ne è il simbolo da oltre 50 anni. Questo ci dice qualcosa rispetto a quello che abbiamo argomentato fin qui, per cui che la storia di un marchio è parte integrante della sua strategia di branding, quindi come vi dicevo in apertura, l’immagine che noi abbiamo di una marca è il frutto della sedimentazione del rapporto che noi abbiamo con questo brand, questo tipo di servizio o di prodotto, perché tutti probabilmente ricordiamo almeno una pubblicità di Chiquita, l’abbiamo vista sui banchi del supermercato, cioè ci siamo relazionati con questo tipo di prodotto e con questo tipo di brand in momenti diversi, questo anche e indipendentemente dal fatto che noi ne siamo o meno dei fruitori, dei consumatori, però lo conosciamo. Chiquita infatti possiede secondo me la parola banana, ma non solo, se vi dico carta casa o rotolo di carta casa per la precisione è assai probabile che soprattutto sul mercato italiano l’azienda che viene associata a questo tipo di parola sia Scottex, questo perché molto spesso noi parliamo di Scottex indipendentemente dalla marca che è indicata sulla confezione del prodotto ed è interessante perché Scottex di fatto è un brand un po’ più giovane di Chiquita, però ha inventato il prodotto carta casa e tutti quanti noi associamo questo tipo di prodotto, notate che stiamo parlando comunque di prodotti di uso comune, di utilizzo semplice, ogni volta che noi parliamo di carta casa inevitabilmente associamo questo concetto all’azienda, al brand Scottex che gestisce diversi prodotti cartacei, però di fatto davvero possiede un po’ questo tipo di concetto, quello del rotolo di carta da cucina. Ma non finisce qui, andiamo avanti e rendiamo un po’ più complesso il concetto per cui secondo voi qual è il brand che possiede la parola motore di ricerca? Allora qui mi rendo conto che si tratta già di un prodotto più complesso e anche più giovane tutto sommato rispetto a quello che abbiamo visto finora, per cui alcuni di voi potrebbero avere un’idea, altri ne potrebbero avere un’altra, però tendenzialmente è assai probabile che Google possieda la parola motore di ricerca. Chiaro è che a seconda del paese in cui noi viviamo, oppure a seconda dell’utilizzo che facciamo dei nostri strumenti digitali, potremmo avere preferenze diverse dettate appunto da quella che è la nostra esperienza, sia sul mercato che rispetto al mondo del lavoro. Ripeto, questo è un tipo di servizio più giovane rispetto ai prodotti che vi ho presentato prima. Il fatto secondo me che sia parte del linguaggio comune usare il termine googlare, mi pare abbastanza esaustivo rispetto al concetto di possedere o meno una parola, cioè è diventato un sinonimo di ricercare qualcosa e questo era giusto per fare un’introduzione e per farvi un esempio. Allora tornando un po’ a quello che è il tema di questo blocco, il brand positioning è il processo che permette di definire la posizione che le marche occupano nella mente dei consumatori, cioè è proprio un concetto abbastanza semplice se vogliamo, si tratta di una posizione dove nella mente dei consumatori, e questo è assai più complesso, sia dal punto di vista, cioè parlando sia dal punto di vista di un consumatore che parlando dal punto di vista di un’azienda. Allora naturalmente ci sono delle fasi, delle fasi strategiche e strutturali che ci portano un po’ a definire quello che è il processo che identifica la nostra posizione come azienda all’interno di un mercato di riferimento, tant’è vero che il posizionamento inizia proprio così con la classificazione dei brand esistenti sul nostro mercato. Secondo caratteristiche significative per il comportamento del consumatore, cioè vedete che il consumatore comunque al centro perché il prodotto, il brand intanto deve essere all’interno di un mercato, un mercato in cui c’è competizione, quindi noi dobbiamo conoscere chiaramente la nostra nicchia, dobbiamo conoscere quello che è il nostro mercato di riferimento, ma non basta, dobbiamo anche conoscere quelle che sono le esigenze in termini di risoluzione di un problema o capacità di soddisfare un bisogno, perché a seconda di quanto siamo bravi a risolvere questo tipo di esigenza, noi andremo a posizionarci nella soluzione migliore in una nicchia scoperta del nostro mercato. Difatti il brand positioning è il risultato di una strategia di segmentazione del mercato e dell’analisi del target di riferimento, quindi stiamo un po’ scendendo in quella che è più l’aspetto tecnico di una strategia di questo tipo. Attenzione parliamo di segmentazione e di target.

Trascrizione

Oggi parliamo di brand image, parliamo di qualcosa che è un concetto proprio della gestione del marchio che raccoglie tutta una serie di stimoli e di considerazioni importanti e interessanti, si declina su diversi aspetti che andremo ad approfondire nel corso di questo pomeriggio. Allora come vi dicevo, come vi anticipavo, io sono una consulente di comunicazione visiva specializzata in strategia di personal branding, per chi non mi conosce sono anche una delle formatrici in aula e online di studio Samo, mi occupo di attività di formazione e supporto e di accompagnamento ai singoli e alle aziende, quindi mi occupo sia di una parte più di tipo visivo, di tipo di approccio proprio a quello che è il branding da un punto di vista esterno, sia da un punto di vista più strategico per quanto riguarda proprio la formazione di professionisti e aziende in quella che è questa disciplina e in quella che è in questa strategia. Allora di cosa parleremo oggi? Dicevamo parleremo di brand image, quindi vedremo diffusamente di che cosa si tratta, vedremo che appunto è un tema che raccoglie il posizionamento di marca di cui sicuramente avete sentito parlare, in particolare parleremo di attributi di personalità, di carattere, di tone of voice e poi parleremo di reputazione aziendale. Io vi anticipo sin d’ora che la parte dedicata al posizionamento è decisamente più corposa perché molto più articolata, molto più strutturata, nella seconda parte se riusciamo a rispettare i tempi parleremo invece di quella che è la personalità di marca e la reputazione aziendale, per cui ora senza indugio partiamo con quella che è una definizione di brand image. Allora per assonanza potreste pensare che brand image e brand identity sono la stessa cosa o quantomeno si somigliano. Abbiamo parlato di brand identity durante un altro dei miei corsi, in quel caso si trattava di quelli che sono gli elementi visivi, di riconoscibilità e di differenziazione di un brand, di un prodotto, di un servizio. Diverso è invece il discorso che facciamo oggi, per cui quando noi andiamo a parlare di brand image è vero, da un lato abbiamo di fronte un’immagine, un’immagine di prodotto, un’immagine di servizio, ma non si tratta tanto di valutare quelli che sono i caratteri tipografici, il colore, la confezione di un prodotto a scaffale piuttosto che nel nostro e-commerce, piuttosto che di un tipo di professionista o di servizio. No, quello che riguarda proprio la brand image è la percezione, la percezione che i nostri utenti hanno della nostra azienda frutto di una serie di relazioni, di attività che noi abbiamo messo in campo e che hanno un po’ costituito quella che è proprio questa relazione di fatto, come fosse una relazione tra persone. La brand image è l’immagine della marca così come viene recepita dai consumatori, è più un’idea devo dire che è un’immagine, però la terminologia comunque si presta, quindi attenzione quando vi parlano di brand image e di brand identity a non confondere le due cose, perché di fatto è vero che contribuiscono allo stesso modo a costituire un po’ quella che è la strategia della nostra marca o della nostra professionalità, però riguardano ambiti diversi, per cui in questo caso parliamo proprio della percezione dei consumatori nei confronti di quella che è la nostra offerta. Come vi ho anticipato l’immagine di marca riassume il posizionamento di marca, la personalità dei prodotti e dell’azienda e la reputazione della marca stessa, questo ci introduce un po’ a quello che è il tema di oggi, per cui come vi dicevo deriva dal processo di sedimentazione delle relazioni fra il pubblico e l’impresa e questo che cosa ci fa intendere? Intanto che stiamo parlando di sedimentazione di relazioni e quindi di fatto ci deve essere una relazione tra noi e il nostro pubblico, tra la nostra azienda, i nostri prodotti e quelli che sono i nostri consumatori. Chiaro è, come abbiamo accennato anche durante altri incontri formativi, che quando parliamo di branding parliamo di qualcosa che si costruisce nel corso del tempo, per cui evidentemente le relazioni, la fiducia che noi abbiamo a instaurare tra noi stessi e il nostro pubblico si crea con il tempo. Ora ci sono naturalmente aziende ben strutturate e come dire giovani sul mercato che riescono a crearsi in breve tempo una buona brand image, però probabilmente ciascuno di noi ha nella propria mente tutta una serie di aziende e di immagine di marca legata a determinate esperienze fatte nel corso del tempo che identificano quella che è la nostra relazione con il tipo di offerta che ci è stata proposta. Allora i fattori che intervengono per definire la brand image di un’azienda sono diversi, proviamo un po’ a ragionare e vediamo quali sono di fatto. Naturalmente la pubblicità, per cui la pubblicità che un’azienda mette in campo per promuovere le proprie azioni, i propri prodotti, contribuisce a definire quella che è la brand image dell’azienda stessa o del prodotto, perché non è solo lo spot pubblicitario ma è proprio la tipologia, cioè il tipo di approccio al pubblico, il tipo di offerta, il tono che si sceglie, il tipo di messaggio. Ci sono davvero tantissime pubblicità storiche che proprio per questo hanno fatto la storia, hanno insegnato qualcosa sia ai pubblicitari che agli utenti di fatto, perché scegliere accuratamente il formato pubblicitario, il canale pubblicitario, può definire quello che è il nostro percepito rispetto ad un’azienda, che poi alla base è un po’ di quello che stiamo dicendo, ma non solo pubblicità, anche tipologia distributiva, perché non tutti i prodotti possono essere distribuiti su tutti i canali. Pensiamo un po’ a quella che è stata questa situazione di emergenza legata al coronavirus, molti di noi hanno cambiato abitudini per quanto riguarda la fruizione di determinati servizi, al di là di quella che è una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto, di fatto le aziende scelgono di privilegiare determinati canali distributivi piuttosto che altri, allora ci saranno negozi monomarca, ci sarà grande distribuzione per cui gli stessi prodotti potranno essere trovati sugli scaffali dei supermercati, dei centri commerciali, piuttosto che invece potranno essere venduti solo oppure solo nei mercati rionali, nei mercati del Fai da te e quant’altro, questo perché i prodotti sono tanti, devono essere differenziati proprio perché stiamo parlando di branding e il fatto di trovare o meno un determinato prodotto in un determinato ambito cambia quella che è la nostra percezione rispetto a quel tipo di prodotto e a quel tipo di offerta, perché magari vogliamo vivere o tendiamo insomma a percepire l’offerta come più esclusiva piuttosto che invece più aperta a quello che è un pubblico più vasto e questo dovrebbe essere frutto di una strategia stabilita a monte dall’azienda nei confronti del proprio pubblico e poi naturalmente il giudizio espresso da opinion leader e influencer che naturalmente sappiamo essere due tipologie di come dire personaggi differenti che svolgono ruoli analoghi in qualche modo perché la strategia di affidare il giudizio della propria impresa e del proprio prodotto a esperti di settore piuttosto che a influencer diciamo che velocizza, è una strategia che rende più rapida la definizione nella mente dell’utente di quella che è la nostra azienda e il nostro prodotto, attenzione sempre perché legarsi a influencer di come dire riconosciuta appunto capacità o comunque di grande visibilità deve essere ben bilanciato dal fatto che il valore come dire del soggetto che va a promuovere il nostro prodotto non deve superare quello che è il nostro obiettivo di marketing, per cui è sempre importante valutare con attenzione quello che è il giudizio fatto a monte rispetto ad una scelta di questo tipo, se ben utilizzato il giudizio di un esperto o di un influencer fanno proprio questo cioè rendono più veloce la creazione di questo rapporto di fiducia con i nostri clienti, siamo noi stessi che nel momento in cui ci troviamo a dover fruire di un nuovo servizio o prodotto se non lo conosciamo quindi rientriamo in quella tipologia di pubblico che rientra nella parte alta del funnel che cosa facciamo? Ci informiamo quindi magari non ci limitiamo, non ci accontentiamo di leggere quella che è la descrizione del prodotto che ci fa l’azienda, ma andiamo a cercare delle opinioni, dei feedback da parte di magari contatti che sono nella nostra cerchia di amici piuttosto appunto ci affidiamo a quelle che sono le opinioni di questi personaggi di spicco e infine le informazioni diffuse attraverso i media, non solo i social media attenzione ma tutti i media, perché? Perché la creazione appunto, la definizione di quella che è la nostra percezione della marca passa anche non solo attraverso come abbiamo visto la tipologia distributiva, la pubblicità e l’appoggio di personaggi noti, ma anche la scelta dei canali a cui un’azienda affida la distribuzione, la diffusione del proprio messaggio, perché esattamente come per la distribuzione non tutte le aziende hanno la forza piuttosto che scelgono di presidiare determinati canali rispetto ad altri, quindi è vero che oggi abbiamo una grandissima presenza di brand sui social media, però è anche vero che non tutti sono in grado di fare pubblicità attraverso la televisione, che non tutti fanno affissioni nelle città o sui mezzi pubblici, non tutti usano la radio, questo perché i canali, i media sono tanti, sono diversi e, cosa più importante, si rivolgono a nicchie di pubblico differenti e questo aspetto, cioè l’aspetto legato alla tipologia di pubblico, che in qualche modo determina quella che è la percezione, perché a differenza di altri approcci al marketing, quello della brand image davvero ruota tutto intorno a quello che percepisce il pubblico, quindi la nostra azienda deve essere molto attenta a recepire quelli che sono i feedback, quelli che sono i gusti, le ambizioni, le richieste del pubblico, più ancora che in altri ambiti, perché queste opinioni vanno poi a definire quella che è la nostra reputazione, quello che il nostro posizionamento sul mercato, che è poi quello di cui andremo a discutere durante, insomma, l’intervento di questo pomeriggio. Quindi questa è una panoramica generale un po’ di quello che è la brand image, quindi capite ci sono tanti elementi che entrano in gioco, che definiscono un po’ i canali, il tipo di prodotto, l’approccio a quello che è il pubblico, che può fruirne in modi diversi a seconda di quella che è la scelta poi aziendale di presidiare o meno canali e mercati differenti. Allora scendiamo nel dettaglio, quindi abbiamo detto ci sono tre elementi che costituiscono la brand image, il primo è il posizionamento. Allora, il posizionamento si applica a qualunque tipo di prodotto sul mercato, qualsiasi, che si tratti di un prodotto aziendale, un prodotto al dettaglio, un servizio, parliamo anche di personal branding, chiaramente non ne parliamo quando vediamo un’immagine di questo tipo, però questo per dire che qualunque tipo di azienda è in grado di posizionare, ha la possibilità di posizionare il suo prodotto o servizio sul mercato vasto, lavorando per trovare il suo posto rispetto a quella che è la concorrenza e rispetto a quello un po’ che l’ambizione, quello che è l’obiettivo da raggiungere in una strategia più vasta. Allora chiamiamo in causa i nostri amici Raise&Trout, che per chi non se lo ricordasse sono gli autori di Immutabili leggi del marketing, piuttosto che in questo caso proprio oggi, li rivedremo più avanti perché sono stati proprio loro in qualche modo a definire, a sistematizzare il concetto di posizionamento, dicevano che per costruire un brand bisogna concentrarsi sul possedere una parola nella mente dei clienti, una parola che non appartenga ad altri e questo è un concetto complesso comunque da fare nostro. Possedere una parola nella mente del cliente è la soluzione, sembra una soluzione facile, ma chiaramente non dipende da quante volte noi ripetiamo quella parola e per sfinimento, come dire, prendiamo un po’ il nostro posto all’interno di un mercato, no, è chiaramente frutto di una strategia ben bilanciata. Proviamo a fare qualche esempio per capire. Allora se io vi dicessi banana, potreste pensare a svariate robe, però la questione è questa, qual è l’azienda che possiede questa parola? O al contrario, se io vi dico questa parola, a quale azienda associate la parola? Cioè qual è il brand che identifica questa parola? Molto probabilmente Chiquita, molto probabilmente per una serie di ragioni, per una serie di scelte anche visive molto azzeccata, fosse anche solo per un bollino blu su una banana gialla, quindi due colori primari che davvero catturano l’attenzione e poi tutta una serie di prodotti collegati a partire dal sito, di cui questo naturalmente uno screenshot, che richiamano smaccatamente quello che è il brand. Questo perché per anni e anni e anni dire banana voleva dire Chiquita, ma ancora oggi in fondo il logo è rimasto invariato ed è sempre lo stesso, se voi andate a vedere il loro sito troverete che in un page loro parlano di qualità, parleranno di tipologie di coltivazione, proprio in questo screenshot se riuscite a leggerlo loro dicono la qualità è nel nostro DNA e il nostro famoso iconico bollino blu ne è il simbolo da oltre 50 anni. Questo ci dice qualcosa rispetto a quello che abbiamo argomentato fin qui, per cui che la storia di un marchio è parte integrante della sua strategia di branding, quindi come vi dicevo in apertura, l’immagine che noi abbiamo di una marca è il frutto della sedimentazione del rapporto che noi abbiamo con questo brand, questo tipo di servizio o di prodotto, perché tutti probabilmente ricordiamo almeno una pubblicità di Chiquita, l’abbiamo vista sui banchi del supermercato, cioè ci siamo relazionati con questo tipo di prodotto e con questo tipo di brand in momenti diversi, questo anche e indipendentemente dal fatto che noi ne siamo o meno dei fruitori, dei consumatori, però lo conosciamo. Chiquita infatti possiede secondo me la parola banana, ma non solo, se vi dico carta casa o rotolo di carta casa per la precisione è assai probabile che soprattutto sul mercato italiano l’azienda che viene associata a questo tipo di parola sia Scottex, questo perché molto spesso noi parliamo di Scottex indipendentemente dalla marca che è indicata sulla confezione del prodotto ed è interessante perché Scottex di fatto è un brand un po’ più giovane di Chiquita, però ha inventato il prodotto carta casa e tutti quanti noi associamo questo tipo di prodotto, notate che stiamo parlando comunque di prodotti di uso comune, di utilizzo semplice, ogni volta che noi parliamo di carta casa inevitabilmente associamo questo concetto all’azienda, al brand Scottex che gestisce diversi prodotti cartacei, però di fatto davvero possiede un po’ questo tipo di concetto, quello del rotolo di carta da cucina. Ma non finisce qui, andiamo avanti e rendiamo un po’ più complesso il concetto per cui secondo voi qual è il brand che possiede la parola motore di ricerca? Allora qui mi rendo conto che si tratta già di un prodotto più complesso e anche più giovane tutto sommato rispetto a quello che abbiamo visto finora, per cui alcuni di voi potrebbero avere un’idea, altri ne potrebbero avere un’altra, però tendenzialmente è assai probabile che Google possieda la parola motore di ricerca. Chiaro è che a seconda del paese in cui noi viviamo, oppure a seconda dell’utilizzo che facciamo dei nostri strumenti digitali, potremmo avere preferenze diverse dettate appunto da quella che è la nostra esperienza, sia sul mercato che rispetto al mondo del lavoro. Ripeto, questo è un tipo di servizio più giovane rispetto ai prodotti che vi ho presentato prima. Il fatto secondo me che sia parte del linguaggio comune usare il termine googlare, mi pare abbastanza esaustivo rispetto al concetto di possedere o meno una parola, cioè è diventato un sinonimo di ricercare qualcosa e questo era giusto per fare un’introduzione e per farvi un esempio. Allora tornando un po’ a quello che è il tema di questo blocco, il brand positioning è il processo che permette di definire la posizione che le marche occupano nella mente dei consumatori, cioè è proprio un concetto abbastanza semplice se vogliamo, si tratta di una posizione dove nella mente dei consumatori, e questo è assai più complesso, sia dal punto di vista, cioè parlando sia dal punto di vista di un consumatore che parlando dal punto di vista di un’azienda. Allora naturalmente ci sono delle fasi, delle fasi strategiche e strutturali che ci portano un po’ a definire quello che è il processo che identifica la nostra posizione come azienda all’interno di un mercato di riferimento, tant’è vero che il posizionamento inizia proprio così, con la classificazione dei brand esistenti sul nostro mercato. Secondo caratteristiche significative per il comportamento del consumatore, cioè vedete che il consumatore comunque è al centro perché il prodotto, il brand, intanto deve essere all’interno di un mercato, un mercato in cui c’è competizione, quindi noi dobbiamo conoscere chiaramente la nostra nicchia, dobbiamo conoscere quello che è il nostro mercato di riferimento, ma non basta, dobbiamo anche conoscere quelle che sono le esigenze in termini di risoluzione di un problema o capacità di soddisfare un bisogno, perché a seconda di quanto siamo bravi a risolvere questo tipo di esigenza, noi andremo a posizionarci nella soluzione migliore in una nicchia scoperta del nostro mercato. Difatti il brand positioning è il risultato di una strategia di segmentazione del mercato e dell’analisi del target di riferimento, quindi stiamo un po’ scendendo in quella che è più l’aspetto tecnico di una strategia di questo tipo. Attenzione parliamo di segmentazione e di target.

Trascrizione

Oggi parliamo di brand image, parliamo di qualcosa che è un concetto proprio della gestione del marchio che raccoglie tutta una serie di stimoli e di considerazioni importanti e interessanti, si declina su diversi aspetti che andremo ad approfondire nel corso di questo pomeriggio. Allora come vi dicevo, come vi anticipavo, io sono una consulente di comunicazione visiva specializzata in strategia di personal branding, per chi non mi conosce sono anche una delle formatrici in aula e online di studio Samo, mi occupo di attività di formazione e supporto e di accompagnamento ai singoli e alle aziende, quindi mi occupo sia di una parte più di tipo visivo, di tipo di approccio proprio a quello che è il branding da un punto di vista esterno, sia da un punto di vista più strategico per quanto riguarda proprio la formazione di professionisti e aziende in quella che è questa disciplina e in quella che è in questa strategia. Allora di cosa parleremo oggi? Dicevamo parleremo di brand image, quindi vedremo diffusamente di che cosa si tratta, vedremo che appunto è un tema che raccoglie il posizionamento di marca di cui sicuramente avete sentito parlare, in particolare parleremo di attributi di personalità, di carattere, di tone of voice e poi parleremo di reputazione aziendale. Io vi anticipo sin d’ora che la parte dedicata al posizionamento è decisamente più corposa perché molto più articolata, molto più strutturata, nella seconda parte se riusciamo a rispettare i tempi parleremo invece di quella che è la personalità di marca e la reputazione aziendale, per cui ora senza indugio partiamo con quella che è una definizione di brand image. Allora per assonanza potreste pensare che brand image e brand identity sono la stessa cosa o quantomeno si somigliano. Abbiamo parlato di brand identity durante un altro dei miei corsi, in quel caso si trattava di quelli che sono gli elementi visivi, di riconoscibilità e di differenziazione di un brand, di un prodotto, di un servizio. Diverso è invece il discorso che facciamo oggi, per cui quando noi andiamo a parlare di brand image è vero, da un lato abbiamo di fronte un’immagine, un’immagine di prodotto, un’immagine di servizio, ma non si tratta tanto di valutare quelli che sono i caratteri tipografici, il colore, la confezione di un prodotto a scaffale piuttosto che nel nostro e-commerce, piuttosto che di un tipo di professionista o di servizio. No, quello che riguarda proprio la brand image è la percezione, la percezione che i nostri utenti hanno della nostra azienda frutto di una serie di relazioni, di attività che noi abbiamo messo in campo e che hanno un po’ costituito quella che è proprio questa relazione di fatto, come fosse una relazione tra persone. La brand image è l’immagine della marca così come viene recepita dai consumatori, è più un’idea devo dire che è un’immagine, però la terminologia comunque si presta, quindi attenzione quando vi parlano di brand image e di brand identity a non confondere le due cose, perché di fatto è vero che contribuiscono allo stesso modo a costituire un po’ quella che è la strategia della nostra marca o della nostra professionalità, però riguardano ambiti diversi, per cui in questo caso parliamo proprio della percezione dei consumatori nei confronti di quella che è la nostra offerta. Come vi ho anticipato l’immagine di marca riassume il posizionamento di marca, la personalità dei prodotti e dell’azienda e la reputazione della marca stessa, questo ci introduce un po’ a quello che è il tema di oggi, per cui come vi dicevo deriva dal processo di sedimentazione delle relazioni fra il pubblico e l’impresa e questo che cosa ci fa intendere? Intanto che stiamo parlando di sedimentazione di relazioni e quindi di fatto ci deve essere una relazione tra noi e il nostro pubblico, tra la nostra azienda, i nostri prodotti e quelli che sono i nostri consumatori. Chiaro è, come abbiamo accennato anche durante altri incontri formativi, che quando parliamo di branding parliamo di qualcosa che si costruisce nel corso del tempo, per cui evidentemente le relazioni, la fiducia che noi abbiamo a instaurare tra noi stessi e il nostro pubblico si crea con il tempo. Ora ci sono naturalmente aziende ben strutturate e come dire giovani sul mercato che riescono a crearsi in breve tempo una buona brand image, però probabilmente ciascuno di noi ha nella propria mente tutta una serie di aziende e di immagine di marca legata a determinate esperienze fatte nel corso del tempo che identificano quella che è la nostra relazione con il tipo di offerta che ci è stata proposta. Allora i fattori che intervengono per definire la brand image di un’azienda sono diversi, proviamo un po’ a ragionare e vediamo quali sono di fatto. Naturalmente la pubblicità, per cui la pubblicità che un’azienda mette in campo per promuovere le proprie azioni, i propri prodotti, contribuisce a definire quella che è la brand image dell’azienda stessa o del prodotto, perché non è solo lo spot pubblicitario ma è proprio la tipologia, cioè il tipo di approccio al pubblico, il tipo di offerta, il tono che si sceglie, il tipo di messaggio. Ci sono davvero tantissime pubblicità storiche che proprio per questo hanno fatto la storia, hanno insegnato qualcosa sia ai pubblicitari che agli utenti di fatto, perché scegliere accuratamente il formato pubblicitario, il canale pubblicitario, può definire quello che è il nostro percepito rispetto ad un’azienda, che poi alla base è un po’ di quello che stiamo dicendo, ma non solo pubblicità, anche tipologia distributiva, perché non tutti i prodotti possono essere distribuiti su tutti i canali. Pensiamo un po’ a quella che è stata questa situazione di emergenza legata al coronavirus, molti di noi hanno cambiato abitudini per quanto riguarda la fruizione di determinati servizi, al di là di quella che è una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto, di fatto le aziende scelgono di privilegiare determinati canali distributivi piuttosto che altri, allora ci saranno negozi monomarca, ci sarà grande distribuzione per cui gli stessi prodotti potranno essere trovati sugli scaffali dei supermercati, dei centri commerciali, piuttosto che invece potranno essere venduti solo oppure solo nei mercati rionali, nei mercati del Fai da te e quant’altro, questo perché i prodotti sono tanti, devono essere differenziati proprio perché stiamo parlando di branding e il fatto di trovare o meno un determinato prodotto in un determinato ambito cambia quella che è la nostra percezione rispetto a quel tipo di prodotto e a quel tipo di offerta, perché magari vogliamo vivere o tendiamo insomma a percepire l’offerta come più esclusiva piuttosto che invece più aperta a quello che è un pubblico più vasto e questo dovrebbe essere frutto di una strategia stabilita a monte dall’azienda nei confronti del proprio pubblico e poi naturalmente il giudizio espresso da opinion leader e influencer che naturalmente sappiamo essere due tipologie di come dire personaggi differenti che svolgono ruoli analoghi in qualche modo perché la strategia di affidare il giudizio della propria impresa e del proprio prodotto a esperti di settore piuttosto che a influencer diciamo che velocizza, è una strategia che rende più rapida la definizione nella mente dell’utente di quella che è la nostra azienda e il nostro prodotto, attenzione sempre perché legarsi a influencer di come dire riconosciuta appunto capacità o comunque di grande visibilità deve essere ben bilanciato dal fatto che il valore come dire del soggetto che va a promuovere il nostro prodotto non deve superare quello che è il nostro obiettivo di marketing, per cui è sempre importante valutare con attenzione quello che è il giudizio fatto a monte rispetto ad una scelta di questo tipo, se ben utilizzato il giudizio di un esperto o di un influencer fanno proprio questo cioè rendono più veloce la creazione di questo rapporto di fiducia con i nostri clienti, siamo noi stessi che nel momento in cui ci troviamo a dover fruire di un nuovo servizio o prodotto se non lo conosciamo quindi rientriamo in quella tipologia di pubblico che rientra nella parte alta del funnel che cosa facciamo? Ci informiamo quindi magari non ci limitiamo, non ci accontentiamo di leggere quella che è la descrizione del prodotto che ci fa l’azienda, ma andiamo a cercare delle opinioni, dei feedback da parte di magari contatti che sono nella nostra cerchia di amici piuttosto appunto ci affidiamo a quelle che sono le opinioni di questi personaggi di spicco e infine le informazioni diffuse attraverso i media, non solo i social media attenzione ma tutti i media, perché? Perché la creazione appunto, la definizione di quella che è la nostra percezione della marca passa anche non solo attraverso come abbiamo visto la tipologia distributiva, la pubblicità e l’appoggio di personaggi noti, ma anche la scelta dei canali a cui un’azienda affida la distribuzione, la diffusione del proprio messaggio, perché esattamente come per la distribuzione non tutte le aziende hanno la forza piuttosto che scelgono di presidiare determinati canali rispetto ad altri, quindi è vero che oggi abbiamo una grandissima presenza di brand sui social media, però è anche vero che non tutti sono in grado di fare pubblicità attraverso la televisione, che non tutti fanno affissioni nelle città o sui mezzi pubblici, non tutti usano la radio, questo perché i canali, i media sono tanti, sono diversi e, cosa più importante, si rivolgono a nicchie di pubblico differenti e questo aspetto, cioè l’aspetto legato alla tipologia di pubblico, che in qualche modo determina quella che è la percezione, perché a differenza di altri approcci al marketing, quello della brand image davvero ruota tutto intorno a quello che percepisce il pubblico, quindi la nostra azienda deve essere molto attenta a recepire quelli che sono i feedback, quelli che sono i gusti, le ambizioni, le richieste del pubblico, più ancora che in altri ambiti, perché queste opinioni vanno poi a definire quella che è la nostra reputazione, quello che il nostro posizionamento sul mercato, che è poi quello di cui andremo a discutere durante, insomma, l’intervento di questo pomeriggio. Quindi questa è una panoramica generale un po’ di quello che è la brand image, quindi capite ci sono tanti elementi che entrano in gioco, che definiscono un po’ i canali, il tipo di prodotto, l’approccio a quello che è il pubblico, che può fruirne in modi diversi a seconda di quella che è la scelta poi aziendale di presidiare o meno canali e mercati differenti. Allora scendiamo nel dettaglio, quindi abbiamo detto ci sono tre elementi che costituiscono la brand image, il primo è il posizionamento. Allora, il posizionamento si applica a qualunque tipo di prodotto sul mercato, qualsiasi, che si tratti di un prodotto aziendale, un prodotto al dettaglio, un servizio, parliamo anche di personal branding, chiaramente non ne parliamo quando vediamo un’immagine di questo tipo, però questo per dire che qualunque tipo di azienda è in grado di posizionare, ha la possibilità di posizionare il suo prodotto o servizio sul mercato vasto, lavorando per trovare il suo posto rispetto a quella che è la concorrenza e rispetto a quello un po’ che l’ambizione, quello che è l’obiettivo da raggiungere in una strategia più vasta. Allora chiamiamo in causa i nostri amici Raise&Trout, che per chi non se lo ricordasse sono gli autori di Immutabili leggi del marketing, piuttosto che in questo caso proprio oggi, li rivedremo più avanti perché sono stati proprio loro in qualche modo a definire, a sistematizzare il concetto di posizionamento, dicevano che per costruire un brand bisogna concentrarsi sul possedere una parola nella mente dei clienti, una parola che non appartenga ad altri e questo è un concetto complesso comunque da fare nostro. Possedere una parola nella mente del cliente è la soluzione, sembra una soluzione facile, ma chiaramente non dipende da quante volte noi ripetiamo quella parola e per sfinimento, come dire, prendiamo un po’ il nostro posto all’interno di un mercato, no, è chiaramente frutto di una strategia ben bilanciata. Proviamo a fare qualche esempio per capire. Allora se io vi dicessi banana, potreste pensare a svariate robe, però la questione è questa, qual è l’azienda che possiede questa parola? O al contrario, se io vi dico questa parola, a quale azienda associate la parola? Cioè qual è il brand che identifica questa parola? Molto probabilmente Chiquita, molto probabilmente per una serie di ragioni, per una serie di scelte anche visive molto azzeccata, fosse anche solo per un bollino blu su una banana gialla, quindi due colori primari che davvero catturano l’attenzione e poi tutta una serie di prodotti collegati a partire dal sito, di cui questo naturalmente uno screenshot, che richiamano smaccatamente quello che è il brand. Questo perché per anni e anni e anni dire banana voleva dire Chiquita, ma ancora oggi in fondo il logo è rimasto invariato ed è sempre lo stesso, se voi andate a vedere il loro sito troverete che in un page loro parlano di qualità, parleranno di tipologie di coltivazione, proprio in questo screenshot se riuscite a leggerlo loro dicono la qualità è nel nostro DNA e il nostro famoso iconico bollino blu ne è il simbolo da oltre 50 anni. Questo ci dice qualcosa rispetto a quello che abbiamo argomentato fin qui, per cui che la storia di un marchio è parte integrante della sua strategia di branding, quindi come vi dicevo in apertura, l’immagine che noi abbiamo di una marca è il frutto della sedimentazione del rapporto che noi abbiamo con questo brand, questo tipo di servizio o di prodotto, perché tutti probabilmente ricordiamo almeno una pubblicità di Chiquita, l’abbiamo vista sui banchi del supermercato, cioè ci siamo relazionati con questo tipo di prodotto e con questo tipo di brand in momenti diversi, questo anche e indipendentemente dal fatto che noi ne siamo o meno dei fruitori, dei consumatori, però lo conosciamo. Chiquita infatti possiede secondo me la parola banana, ma non solo, se vi dico carta casa o rotolo di carta casa per la precisione è assai probabile che soprattutto sul mercato italiano l’azienda che viene associata a questo tipo di parola sia Scottex, questo perché molto spesso noi parliamo di Scottex indipendentemente dalla marca che è indicata sulla confezione del prodotto ed è interessante perché Scottex di fatto è un brand un po’ più giovane di Chiquita, però ha inventato il prodotto carta casa e tutti quanti noi associamo questo tipo di prodotto, notate che stiamo parlando comunque di prodotti di uso comune, di utilizzo semplice, ogni volta che noi parliamo di carta casa inevitabilmente associamo questo concetto all’azienda, al brand Scottex che gestisce diversi prodotti cartacei, però di fatto davvero possiede un po’ questo tipo di concetto, quello del rotolo di carta da cucina. Ma non finisce qui, andiamo avanti e rendiamo un po’ più complesso il concetto per cui secondo voi qual è il brand che possiede la parola motore di ricerca? Allora qui mi rendo conto che si tratta già di un prodotto più complesso e anche più giovane tutto sommato rispetto a quello che abbiamo visto finora, per cui alcuni di voi potrebbero avere un’idea, altri ne potrebbero avere un’altra, però tendenzialmente è assai probabile che Google possieda la parola motore di ricerca. Chiaro è che a seconda del paese in cui noi viviamo, oppure a seconda dell’utilizzo che facciamo dei nostri strumenti digitali, potremmo avere preferenze diverse dettate appunto da quella che è la nostra esperienza, sia sul mercato che rispetto al mondo del lavoro. Ripeto, questo è un tipo di servizio più giovane rispetto ai prodotti che vi ho presentato prima. Il fatto secondo me che sia parte del linguaggio comune usare il termine googlare, mi pare abbastanza esaustivo rispetto al concetto di possedere o meno una parola, cioè è diventato un sinonimo di ricercare qualcosa e questo era giusto per fare un’introduzione e per farvi un esempio. Allora tornando un po’ a quello che è il tema di questo blocco, il brand positioning è il processo che permette di definire la posizione che le marche occupano nella mente dei consumatori, cioè è proprio un concetto abbastanza semplice se vogliamo, si tratta di una posizione dove nella mente dei consumatori, e questo è assai più complesso, sia dal punto di vista, cioè parlando sia dal punto di vista di un consumatore che parlando dal punto di vista di un’azienda. Allora naturalmente ci sono delle fasi, delle fasi strategiche e strutturali che ci portano un po’ a definire quello che è il processo che identifica la nostra posizione come azienda all’interno di un mercato di riferimento, tant’è vero che il posizionamento inizia proprio così, con la classificazione dei brand esistenti sul nostro mercato. Secondo caratteristiche significative per il comportamento del consumatore, cioè vedete che il consumatore comunque è al centro perché il prodotto, il brand, intanto deve essere all’interno di un mercato, un mercato in cui c’è competizione, quindi noi dobbiamo conoscere chiaramente la nostra nicchia, dobbiamo conoscere quello che è il nostro mercato di riferimento, ma non basta, dobbiamo anche conoscere quelle che sono le esigenze in termini di risoluzione di un problema o capacità di soddisfare un bisogno, perché a seconda di quanto siamo bravi a risolvere questo tipo di esigenza, noi andremo a posizionarci nella soluzione migliore in una nicchia scoperta del nostro mercato. Difatti il brand positioning è il risultato di una strategia di segmentazione del mercato e dell’analisi del target di riferimento, quindi stiamo un po’ scendendo in quella che è più l’aspetto tecnico di una strategia di questo tipo. Attenzione parliamo di segmentazione e di target.

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