1.1 – Introduzione alla CRO
Trascrizione
Buongiorno a tutti, benvenuti a questo approfondimento rispetto al corso che abbiamo già visto su che cos’è la CRO, quindi il Conversion Rate Optimization. In questo corso andiamo appunto ad approfondire quelli che sono gli strumenti potenziali che possono essere utilizzati all’interno di un progetto CRO. Mi presento, per chi non mi conosce già, mi chiamo Angela Giampaglia e mi occupo di marketing da molto tempo, dal 2006. Nel tempo mi sono specializzata in due materie tipiche del digital marketing, ovvero la SEO e la Web Analytics. Andiamo subito a riprendere un po’ dei concetti base che in realtà avevamo già visto all’interno del corso generico sulla CRO, ovvero che cos’è la CRO, che cosa si intende per CRO. Sostanzialmente diciamo che la CRO è un processo, questo perché l’esigenza di ottimizzazione nasce sempre da una domanda, ovvero perché non converto, come posso fare per ottenere maggiori conversioni e quindi tutto parte da quella che è l’analisi e l’ottimizzazione del proprio sito web oppure app. In effetti il sito web è il full CRO della CRO e necessita quindi, all’interno di un processo CRO, la necessità di un’analisi approfondita del design, dell’usabilità e del flusso di navigazione. Questo per andare a identificare quelle che possono essere le aree di miglioramento e di ottimizzazione per l’estendenza dei utenti. Ma non solo diciamo questo, come vedremo appunto all’interno del corso un requisito fondamentale che possiamo considerare un prerequisito è quello che comprende l’analisi degli aspetti tecnici come la velocità e la stabilità del sito. Pensate ad esempio a quei siti che caricano una marea di banner pubblicitari che invadono lo schermo oppure quei siti in cui può capitare appunto che questi banner vengano caricati nel momento successivo e spostino quegli elementi come le CTA che sono fondamentali per appunto la conversione e comunque per garantire all’utente un’esperienza ottimale. Quindi si parte ovviamente dal sito e poi il processo si allarga a considerare anche altre cose come ad esempio l’analisi e l’ottimizzazione del traffico, cioè un flusso costante di visitatori qualificati verso il sito web è fondamentale ovviamente per ottenere conversioni e comprendere e analizzare sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo l’origine del traffico è uno dei pilastri fondamentali nel processo di PRO, quindi allargando appunto l’analisi a quello che è il sito e poi il traffico si valutano anche aspetti come appunto la SEO, la SEA, il social media marketing e tutte le altre strategie di marketing digitali tese ad ottenere il pubblico giusto verso appunto il proprio asset quindi il proprio sito, la propria app e aumentare le potenziali conversioni. In realtà però nel momento in cui stiamo parlando di PRO dobbiamo considerare anche tanti altri aspetti nel senso che non ci si ferma appunto solo a quello che è diciamo l’asset principale quindi il sito web e diciamo i canali di digital marketing ma anche diciamo tutto quello che fa parte un po’ del mondo reale quindi dobbiamo diciamo buttare anche su un altro aspetto fondamentale che è la comprensione e la conoscenza del pubblico target, delle sue esigenze, dei suoi comportamenti, aspettative e questo come abbiamo visto l’altra volta nel corso appunto generale si fa attraverso ricerche di mercato, analisi dei dati e test sull’utente al fine di creare un profilo dettagliato dei clienti ideali e di comprendere quali sono le abitudini e i percorsi di navigazione degli utenti appunto che accedono al sito oppure all’app. Il discorso ovviamente è ancora più ampio nel senso che andiamo a considerare quello che è il mercato all’interno del quale operiamo, la concorrenza ovviamente e il nostro business model, questo perché la Cronos limita a tutti e tattiche per aumentare i tassi di conversione, si tratta in realtà di un processo come abbiamo detto e possiamo considerarlo un processo olistico, ovvero un processo che considera anche la strategia di marketing integrata, ovvero l’ottimizzazione appunto deve considerare anche tutti quegli aspetti che non riguardano solo la parte diciamo più tecnica dei propri asset ma anche tutto quello che fa parte del business, quindi appunto il mercato, la concorrenza, il prodotto, il prezzo, il pricing, la distribuzione, il branding, il business model eccetera eccetera. Ovviamente poi se volete un discorso più approfondito potete recuperare diciamo la prima parte del corso, questo era giusto un riassunto, un recap per ripassare quelli che erano i concetti fondamentali del corso. Quindi abbiamo visto tra l’altro altra volta quali sono gli step diciamo tipici che possiamo avere all’interno di un progetto di cro, la prima fase è quella appunto di gole in cui si definiscono il contesto e i macri obiettivi e si procede a un ordine approfondito per avere un quadro il più completo possibile della situazione in essere, quindi diciamo che alla fine di questa fase si arriva appunto a definire un assessment, cioè un documento nel quale si fa la fotografia della situazione. Si passa poi alla fase di ricerca che è quella più consistente sia in termini di tempo che in termini di effort spesi e in questa fase dell’analisi si raccolgono le informazioni e i dati utili a definire poi le potenziali aree di intervento. I vari interventi vengono poi valutati nella fase di actionability ed è in questa fase che si decide sulla base degli insight che sono emersi nella fase precedente e sulla base di priorità e risorse a disposizione quale implementazione andare a effettuare. Infine si passa alla fase di testing ovvero si svolgono dei test di solito in genere si svolgono appunto i famosi A-B test che vi ricordo sono solo una tecnica della CRO e si svolgono appunto questi test circa l’ipotesi che è stata maturata nelle fasi precedenti per procedere poi alla validazione o allo scatto di tale ipotesi. In tutte queste fasi si possono utilizzare molteplici strumenti per condurre le varie analisi. Quindi una domanda potrebbe essere qual è lo strumento migliore per fare la CRO? Ho fatto diciamo la premessa e ripreso un po’ i concetti della volta precedente perché la risposta ovviamente può essere che non esiste, in realtà non c’è uno strumento unico, principe per fare CRO perché come abbiamo visto è un processo, è innanzitutto un processo che riguarda veramente diverse aree quindi è impossibile trovare uno strumento univoco che consenta sostanzialmente di gestire tutte quelle che sono le analisi che fanno parte appunto del processo. Esistono tantissimi strumenti sul mercato molto diversi tra loro, alcuni hanno diverse funzionalità che consentono di svolgere varie analisi e altri hanno degli sfati più specifici. Inoltre quale strumento andare a scegliere dipende molto da quelli che sono gli obiettivi di business, la storicità del business e le sue caratteristiche peculiari. Ogni business è diverso e quindi è veramente difficile dare una risposta netta e generica a questa domanda, tuttavia possiamo comunque individuare lo strumento giusto a seconda del contesto in cui ci troviamo e porci delle domande per appunto capire quale potrebbe essere lo strumento giusto in un determinato progetto e quali sono le considerazioni che possiamo fare. Innanzitutto come sempre andiamo a chiedere quali sono gli obiettivi del progetto, qual è il contesto di partenza. In un’analisi crow per esempio cambia molto se stiamo parlando di un sito che è online da tantissimo tempo piuttosto che di un sito che non esiste, quindi è da creare Xenobo, ecco già una situazione del genere pone sia quello che poi è il progetto e il processo di crow, le fasi, le analisi da effettuare e di conseguenza anche gli strumenti da utilizzare pone già delle grosse differenze fra queste due situazioni. Altra considerazione che possiamo fare è il tipo di conversione ovvero sostanzialmente di che cosa stiamo parlando, stiamo parlando di un e-commerce, stiamo parlando di una app di gaming, stiamo parlando di un sito, di un consulente, quindi di un sito su cui andremo a fare l’e-generation, quindi anche questa diciamo è un tipo di considerazione da fare a monte del progetto. Una considerazione importantissima che molto spesso si dà per scontata perché gli strumenti cercano sempre di essere integrati tra di loro ma non sempre si ha un’integrazione perfetta tra le tipologie di strumenti. Come vedremo ci sono strumenti che funzionano meglio insieme ad altri rispetto a strumenti magari un pochino più versatili, ma di fatto nel momento in cui si sceglie uno strumento una domanda fondamentale da farsi è quanto si integra con lo stack di marketing esistente, lo stack di marketing intendo per esempio il CMS, WordPress, Shopify, Prestashop, piuttosto che il CRM che ho implementato all’interno del business, strumenti di marketing di automation, i social media, i canali social che sto utilizzando eccetera eccetera, quindi in sostanza va fatta appunto una fotografia di quello che è lo stack esistente per poi andare a capire se lo strumento che si va a scegliere si integra con tutti gli strumenti già in essere nello stack esistente. Altra questione è la complessità, la complessità d’utilizzo dello strumento ovvero se lo strumento semplice da utilizzare oppure c’è bisogno proprio di uno specialista all’interno del team o di competenze specialistiche nel caso in cui per esempio volete appunto implementare diciamo e utilizzare questi strumenti per conto vostro va compreso l’effort di apprendimento di utilizzare lo strumento ci sono strumenti molto più semplici da utilizzare altri più complessi oppure ci sono gli strumenti magari gratuiti che sono facili da utilizzare ma che ovviamente non hanno le stesse caratteristiche di strumenti che sono a pagamento e quindi magari poi presuppongono delle elaborazioni interiori da svolgere fuori del tool e che quindi magari rendono poi più complesso quello che può essere il risultato finale del processo. Altra cosa da considerare è quello che è il tipo di formazione che viene proposta proprio da chi propone lo strumento stesso. Vi faccio un esempio Google Analytics, Google stessa propone su delle piattaforme appunto come YouTube anche dei video pillola di formazione per aiutare l’utente a muoversi meglio diciamo all’interno della piattaforma. Ovviamente quindi un primo step è capire se effettivamente nel momento in cui scelgo un tool ci sono anche delle risorse per formarsi, se c’è un supporto post vendita e soprattutto cercare di capire quanto questa formazione sia puntuale e verticale. Nell’esempio dei video pillola di Google diciamo che danno sicuramente qualche base in più però dal melacavo sullo strumento al padroneggio lo strumento in realtà ci passa veramente un mare diciamo così. Quindi insomma anche considerare che effettivamente ci siano degli strumenti di supporto all’utilizzo del tool è sicuramente qualcosa da tenere in dedica considerazione. Altra questione riguarda in realtà soprattutto i team, quindi se dovete scegliere appunto uno strumento su cui non lavorate in realtà solo voi ma è uno strumento che viene utilizzato appunto dal vostro team di lavoro e quindi nel momento in cui si va a scegliere il tool e capire effettivamente se ci sono costi intuitivi da sostenere nel momento in cui diverse diverse user devono accedere a un determinato account e anche capire effettivamente se è un strumento versatile a livello di scopo nel senso che magari un designer avrà esigenze diverse da quelle che possono avere lo sviluppatore diverse ancora rispetto a quelle che può avere il marketer e quindi capire se non tanto a cosa le può servire come abbiamo visto prima in realtà poi ci sono strumenti specifici ma diciamo se può avere un accesso a questo appunto a questo strumento comprensibile per lui data la sua specializzazione e i suoi interessi. Altra questione è la personalizzazione ovvero quanto questo strumento può essere appunto personalizzato e scalato anche per servire meglio l’azienda o il settore quindi ci sono alcuni strumenti che offrono un altissimo grado di personalizzazione altri che sono molto chiusi e quindi questa è un’altra valutazione da fare perché nel momento in cui il business ha delle forti peculiarità probabilmente è meglio optare per uno strumento in cui sostanzialmente si può contattare appunto il provider di questo strumento e diciamo proporgli delle customizzazioni. Ultimo punto da considerare è l’ecosistema del dato ovvero nel momento in cui utilizzo uno strumento soprattutto per fare analisi come viene fornito l’output da questo strumento posso esportare i dati posso importarli diciamo in modo molto agevole questo è importante perché come vedremo in realtà le analisi che si possono effettuare sono veramente tante sono molto variegate quindi anche andare a capire come ho fatto il mio ecosistema del dato banalmente gestisco tutto su excel faccio per per dire piuttosto che ho un ecosistema del dato diciamo molto strutturato con reparto e key eccetera eccetera quindi è un’altra valutazione da fare perché poi i dati provenienti appunto dalle analisi tese al conversion rate optimization andranno organizzate e dovranno appunto essere all’interno di quello che è un sistema fluibile insomma a livello a livello aziendale. Che cosa andremo a vedere in questo corso? Fatta appunto queste dovute premesse andremo a vedere alcuni degli strumenti che consentono di andare a fare le analisi tipiche appunto della croc che sostanzialmente sono quelle che abbiamo visto nel corso generale quindi dei tool per fare analisi tecniche, tool per analisi quantitative, quanti qualitative e qualitative che saranno diciamo un po’ forse le assistenti che andranno a vedere all’interno del corso poi un paio di tool per svolgere gli A-B test e infine i tool per la gestione di un processo così ampio come può essere appunto il processo di croc.