Lezione 1 di 7
In Corso

1.1 – Il Caos della comunicazione online

Domenico Boccone 3 Luglio 2025

Trascrizione

Iniziamo questa lezione su come scrivere i testi per siti web e e-commerce. Lo dico subito all’inizio, voglio anticipare che non c’è una vera regola, un vero metodo universale. Quelli che vi racconto in questa lezione qui sono dei consigli che nascono un po’ dall’esperienza da tanta pratica e sono applicabili in tanti contesti, però in molte volte vanno personalizzati. Cercherò oggi quindi di dirvi, ok, si dovrebbe fare in questo modo qua, poi ogni volta bisogna andare a correggere il tiro per scrivere cose un po’ più giuste. Se fossero consigli universali sarebbe troppo facile il lavoro, quindi tutti ci chiedebbero di svolgere questo mestiere qui, purtroppo semplice non lo è come ogni altro mestiere e bisogna farsi un gran mazzo, bisogna darsi parecchio da fare, però sono abbastanza convinto che con questi consigli basilari, che li chiamo base, poi in realtà leggendo in giro dei testi di vari siti web, anche di brand molto importanti, mi accorgo che qualcuno avrebbe bisogno di andarle a correggere, sono cose forse talmente banali che molte persone non ci pensano. Diciamo che in 10 anni di scrittura ho realizzato questo pensiero qui, che non è che non siamo bravi a scrivere, ma non ci soffermiamo abbastanza o non dedichiamo il giusto tempo che ogni testo merita, la giusta attenzione che ogni testo dovrebbe, si dovrebbe meritare e quindi purtroppo molte volte i testi diventano tutti uguali, tutti simili, spesso noiosi e non funzionali e soprattutto non raggiungono il risultato, perché è una cosa che dico sempre e non la dico solo io, nel senso che non sono il primo a dirla, per fortuna, scrivere bene non basta, se bastasse quello sarebbe tutto molto facile, andremmo tutti in giro probabilmente con lo Iotto e la Embordini, ma purtroppo così facile non lo è e scrivere bene è una cosa di cui molto spesso pensiamo di essere bravi a scrivere e se scriviamo per mestiere probabilmente ci piace anche scrivere e ci piacerebbe scrivere cosa all’altezza di quello che ci piace leggere e penso di averla detta bene, però scrivere bene vi dicevo non basta, è anche una questione proprio di funzionalità delle parole e anche di certi elementi esterni che entrano poi nel nostro meccanismo di elaborazione dei testi e non ce ne rendiamo conto, ma di queste cose qui ne parliamo breve e cercherò di darvi una mano e darvi quei consigli che già dalla fine di questa lezione potete mettere in pratica, poi ci vorrà un po’ di tempo per prendersi la mano e accorgersi che alcune cose possono essere riscritte e piano piano secondo me quando ci prendete la mano poi non dico che vi divertite perché comunque un lavoro non è proprio divertimento anche se è un bel mestiere, non è mai proprio come un hobby, però quando ci prendiamo la mano e vediamo che i test iniziano a funzionare allora ci sentiamo anche un po’ più gratificati, ci sentiamo un po’ più contenti di svolgere questo mestiere qua. Due informazioni al volo su di me perché almeno avete così un’idea di chi è che vi sta parlando, che mi chiama Davide D’Artosti, immagino l’avrete già letto da qualche parte, io fondamentalmente sono un copywriter, un direttore creativo, lavoro dal 2010, sono in orbita dal 2010 e ho sempre lavorato come, quasi sempre, come copywriter esterno per agenzie pubblicitarie, studi grafici e web agency, ho una partita IVA credo dal 2013, sono quasi dieci anni di partita IVA, insomma ho sempre amato lavorare da solo, avere il mio brand personale, lavorare non dico a modo mio ma con delle regole che un po’ si intonano un po’ più il mio stile di vita e nel tempo con mille fatiche sono riuscito insomma ad arrivare fino qua, oggi ho uno studio creativo e sono il direttore di uno studio creativo che si chiama Grafite, sono anche responsabile della comunicazione digitale del filotta di MotoGP Emea Bastianini, c’è qualche tifoso o tifosa tra il pubblico e ho recentemente, è già passato un anno in realtà dalla pubblicazione del mio primo libro di scrittura pubblicitaria che si chiama Immagini versus parole, di questo libro non ne parliamo in questo corso, ci sarà qualche e magari qualche richiamo ma niente di particolarmente legato, niente di particolare legato al mondo della pubblicità, qui ci concentriamo soprattutto sulla scrittura per i media digitali, per siti web e e-commerce in particolare, poi quello che ci diciamo oggi vi dicevo le possiamo anche applicare a qualunque tipo di interfaccia digitale, anche ad un’applicazione mobile o delle piattaforme, perché no, diciamo a qualunque posto del digitale che ospiti degli spazi dove ci vanno immagini e parole noi possiamo dire la nostra, possiamo scrivere qualcosa di corretto, non dico bello perché il bello è sempre una cosa relativa, qui non è questione di bello, brutto, mi piace, non mi piace, la comunicazione, la scrittura soprattutto è o funziona o non funziona, il mi piace o non mi piace può funzionare magari nel mondo della letteratura, se ci occupassimo, se scrivessimo libri di mestiere, saggi così, romanzi, ok potremmo lavorare tanto sullo stile, sulla bellezza quasi della lettura, mentre qui siamo in comunicazione, ci occupiamo di marketing, dobbiamo convincere le persone a comprare qualcosa, se siamo qui facciamo questo, convincere qualcuno a comprare qualcosa, comprare un servizio, un prodotto o anche avvicinarsi all’identità di un marchio e per farlo abbiamo pochi strumenti a disposizione, i due classici sono le immagini e le parole, sulle parole vi posso dare una mano, sicuramente, e parliamo proprio di questo, partiamo proprio con il concetto di, io lo chiamo chaos, che sarebbe il web, la comunicazione online, io la guardo sempre come una, proprio l’idea di chaos per me sono i siti web, magari uno può pensare a una stanza disordinata, una scrivania incasinata, io penso che c’è quelle pagine web, sui siti web, che quando si afferra per la prima volta, non sai cosa devi fare, ti guardi un po’ intorno, cerchi di guardare, di osservare il contenuto senza poi capire che cosa c’è, diciamo che inizialmente si osserva, non ci si impegna subito nel leggere, magari si legge un macro testo, una grande scritta, un headline sì, ma non ci impegniamo subito nella lettura, prima ci impegniamo più nella comprensione generale di quello che vediamo, i testi dice sempre Luisa Carrada, prima si guardano, poi si leggono, ed è una cosa su cui concordo alla grandissima, quindi noi quando atterriamo in una pagina web, ma anche di un’applicazione o qualunque portale, sia da un device mobile, sia da un computer desktop o da un tablet, perché no, guardiamo, ci facciamo un’idea del contenuto, vediamo se è all’altezza del nostro gusto, facciamo anche una sorta di botta di conti di quanto tempo ci impiegheremo a leggere tutto quello che troviamo davanti e quanto tempo ci servirà per trovare quello che cerchiamo. Questa è l’idea di base su cui secondo me si dovrebbero fondare tutte le attività che riguardano la costruzione di un sito web, poi lo so che non tutti la pensano in questo modo, però molti si concentrano sull’estetica, sulla costruzione di un layout visibilmente gravevole e va bene, sono tutte cose importanti, ma pensiamo sempre al di là del bello brutto, andiamo oltre questo concetto, pensiamo che quando noi navighiamo, che cerchiamo un’informazione, che cosa vogliamo davvero? Vogliamo arrivare su un sito web bello? Sì, ok, ma vogliamo arrivare su un sito web in cui troviamo subito quello che cerchiamo in un modo abbastanza semplice, senza perdere troppo tempo? Ecco, secondo me dovremmo iniziare a lavorare pensando questa prima ipotesi, questa ipotesi qui, poi chiaramente la questione estetica è importantissima, esattamente come tutti gli aspetti che poi riguardano la tecnologia, la velocità di caricamento, tutti i dati, anche tutte le informazioni più tecniche di un sito web, va tutto bene, ma se noi siamo quelli che devono scrivere, pensiamo sempre che le persone non hanno voglia di leggermi i nostri testi, è un po’ come siamo vicini al mondo pubblicitario, pensate ad una pubblicità, ad un’interruzione pubblicitaria, si chiamano interruzioni, perché interrompono qualcosa che ci piace, ok, quindi la pubblicità già di default è un’interruzione già stanca, una cosa non desiderata, esattamente come la scrittura, diciamo, commerciale, quella di cui ci occupiamo, che per quanto possa essere elegante, romantica, possa essere scritta con un gusto e con stile, serve sempre per vendere qualcosa e quindi non è, se qualcuno voglia di leggere, andrebbe magari a leggere un libro, non andrebbe a leggere la pagina chi siamo di un’avvienda, di un sito web, e poi certo quando ci dobbiamo avvicinare ad un brand, quando lo vogliamo conoscere, perché magari vogliamo investire, spendere cifre anche importanti, ci sta che ci interessiamo e vogliamo leggere delle informazioni in più, e questo va tutto benissimo, ma dobbiamo partire dal concetto, dal fatto che il nostro testo non deve annullare, è la prima, la prima propria regola base per scrivere testi che funzionano, al di là del bello, brutto stile, gusto, devono funzionare, e quindi mi parlo sempre di caos, perché quando arrivo su un sito web che non è fatto proprio in modo virtuoso, diciamo, cosa succede? Mi trovo in pagina in cui trovo tantissimi segnali visivi, grassetti ovunque, banner colorati, luci, pulsanti, video che partono in automatico, il banner dei cookie, una finestra pop-up di scrizione della newsletter, tutto nel giro di due secondi, cento messaggi, non so dove guardare, non so che cosa fare, e già inizia male la mia esperienza di navigazione, quindi qualunque copywriter di qualunque livello si trova in difficoltà a inserire dei testi quando un layout è immaginato male, quando il sito è pensato male, quando il sito è pensato in modo caotico, ed è per questo che l’esempio che porto sempre, e so che può essere banale, ma è questa interfaccia qui, la vera interfaccia che ha cambiato un po’ la comunicazione. Non so se vi ricordate, prima di Google, quelli erano i motori di ricerca su cui spendevamo del tempo, se vi ricordate c’era Libero, c’erano altri portali, anche meno conosciuti, pieni di informazioni, pulsanti, call to action, richieste, tanta confusione, tante immagini, tanti testi, e quando è arrivato Google, questa pagina bianca, che poi non era questa, c’era ancora il logo vecchio, va bene, c’era qualche elemento un po’ più old style rispetto a questo, però Google è stato amato soprattutto da un punto di vista visivo, per la pulizia. È arrivata una pagina bianca, in mezzo a tanta confusione, tanto casino, qualcuno ha detto, ehi, aspetta un attimo, bianco, pausa, respirate un secondo, questo è stato il concetto con cui è stata costruita questa pagina qua. Poi certo l’algoritmo era molto particolare, ci aveva dei vantaggi, niente male, aveva una tecnologia, niente male, ma da un punto di vista della comunicazione, il prendersi una pausa in questo spazio vuoto di lavoro, e già solo parlare di spazio vuoto, significa considerare tutto lo sfondo come un elemento protagonista della comunicazione di un sito web. Google è fondamentalmente un sito web, ha le sue pagine interne, che magari in pochi consideriamo, non so, la pagina che siamo, o Google Store in alto sinistro, o anche mi sento fortunato, non so quanti di voi ci clicchino, io mai però, insomma, ci ho voluto provare, ad ogni modo quello che conta è il modo in cui viene presentata questa pagina. Ti dice che tu puoi fare una cosa, ma farla bene, e ti mette la, adesso questa è la versione in dark, per farvi vedere anche il cambio colore, insomma, che ha il suo bel effetto, perché è un bello schermo nero, niente male, ma la cosa importante su cui vi voglio fare concentrare, su cui vi voglio far cadere un attimo l’attenzione, è questo, il fatto che la scritta Google è al centro della nostra pagina web, della nostra pagina digitale, almeno da desktop, da mobile, adesso mi sono accorto che hanno, infatti, ad aggiungere dei contenuti, cose che snatura un po’ l’identità di Google, però quando io guardo questa pagina iniziale, vedo al centro questo box di ricerca, con semplicemente una sola possibilità, non mi chiedi di scrivermi la newsletter, di fare questo, questo, questo, questo, questo, mi stai dicendo scrivi qui quello che ti interessa, c’è una sola cosa la mettiamo al centro, perché al centro si mettono spesso le cose più importanti, non so se qualcuno di voi ha studiato la storia dell’arte, però se, non so, il successo succedeva molto spesso, soprattutto nell’antichità, quando ancora non c’erano, diciamo, le prospettive più moderne, e si metterono gli elementi più importanti, ad esempio di un dipinto al centro, soprattutto se pensiamo all’arte cristiana, Gesù o Dio venivano spesso raffigurati al centro del nostro layout, della nostra tavola, perché erano gli elementi più importanti, oppure si pensava erroneamente che la terra fosse il centro dell’universo, per quale motivo? solo perché si voleva sentire importanti, pensate che delusione quando poi è stato ammettere che non era, le cose non stavano proprio così, però inizialmente non c’erano degli studi che lo confermavano, c’era del voler credere di essere al centro di qualcosa per sentirsi importante, tutto questo per dirvi che al centro, il centro è un posto molto speciale nella nostra testa, nel nostro cuore, di solito al centro mettiamo le cose più importanti, Google è nato con questa, il visual di Google è nato con questa identità qua, dimmi una cosa sola, ti faccio fare una cosa sola, te la metto qui al centro, così non puoi sbagliare, se vi ricordate gli altri motori di ricerca avevano molte più possibilità di scelta, pulsanti, clic, link, approfondimenti, banner, chaos, quindi eliminare il chaos serviva per farti capire quello che tu devi fare, vi dicevo siamo qui perché dobbiamo convincere qualcuno ad avvicinarsi alla nostra realtà, dobbiamo convincerlo a comprarci o a vendere o a vendere di qualcosa insomma, e quindi dobbiamo essere chiari, se è una cosa unica la mettiamo al centro più chiari di così, ok, e quindi questa diciamo è solo un’idea che dovremmo tenere sempre ben a mente, il suolo è come impaginare poi contenuti, anche se in questa lezione non ci concentriamo sull’impaginazione è importante però sottolinearlo perché come vi dicevo scrivere bene non basta, se bastasse scrivere bene non si lavorerebbe mai sulla user experience, sulla costruzione di un layout, sull’architettura dell’informazione si scriverebbe basta, però purtroppo non è così facile, dobbiamo considerare molti altri fattori tra cui l’impaginazione, chiarito questo e chiarito questo poi con altre persone che sono quelli che ci aiutano, persone che ci aiuteranno ad impaginare correttamente i nostri testi, passiamo proprio alla scrittura vera e propria, cioè questi testi, belli o brutti ok, ma come si fa a capire che se sono scritti bene o se sono scritti male? Io vi dicevo che molte volte quando mi trovo a navigare online mi sembra di leggere tutto lungo bla bla bla, trovo i siti, molti testi tutti uguali, se penso alle pagine chi siamo? Siamo un’azienda innovativa, facciamo questo, da 50 anni ci impegniamo in questo, facciamo i migliori a fare quest’altra cosa, cambio pagina, cambio brand, cambio sito web, stessa cosa, stesso testo, molto simile, poi se guardo magari anche degli e-commerce, penso gli e-commerce di abbigliamento ad esempio, lavoro con delle aziende che vendono online e guardiamo l’osservazione, lo studio dei competitor, è una delle prime attività che svolgiamo settimanalmente, vediamo ogni settimana che cosa cambia nei siti dei nostri competitor e sembra che si mettano tutti d’accordo, adesso non faccio nomi, sembra che però questi competitor qui si mettano tutti d’accordo per pubblicare tutte le stesse cose, gli stessi testi, le stesse headline, gli stessi visual, cambia una volta anche il colore di un pulsante, anche andando contro le regole della brand identity, o a volte spostano un pulsante di iscrizione alla newsletter di un posto un po’ impensabile e lo mettono nello stesso posto in cui l’ha aggiunto il loro competitor, adesso a volta qualcun altro le copia, succede che dieci siti che vendono abbigliamento, più o meno posizionati con lo stesso posizionamento, ecco, hanno modifichi tutti uguali, allora se comunicate tutti lo stesso modo, chi è davvero importante, chi è ludico, chi è il migliore, chi è il più bravo, chi è che devo scegliere, io lo so, io devo scegliere quello a cui mi sento più vicino, ma se tutti fate le stesse cose diventa più difficile anche per me, cliente, capire chi è quello dato a me e quindi non fidelizzo mai davvero, magari vado a cercare altri elementi che possono aiutarmi a scegliere, quindi anche la velocità di fattore un pagamento o altri dati, però se i testi sono tutti uguali, cioè se noi copiamo i testi del nostro competitor o semplicemente ci ispiriamo ai nostri competitor, nella migliore dell’ipotesi arriviamo a secondi e noi non siamo qui a lavorarci, farci un mazzo incredibile, faticare, sudare, arrabbiarci, incassare per arrivare a secondi, io non ci sto, non è questo il motivo per cui lavoro, io lavoro sperando di arrivare primo, di essere sempre il primo, poi non sempre ci riesco, però parto con quelle intenzioni lì e se parto copiando qualcun altro, so che prima non arrivo di sicuro, non ho neanche la chance, ecco quindi copiare ovviamente no, è il motivo per cui a me spesso quando guardo il sito web online mi sembra di vedere un lungo e continuo bla bla bla di gente che comunica con tutti allo stesso modo, fateci caso siamo nel periodo boom, da tre quattro anni a questa parte sono tutti, cioè tutte le aziende sono aziende innovative, siamo un’azienda innovativa, questa cosa e poi dopo ne parliamo di questo aggettivo, tutte aziende leader di qualcosa, leader poi di solito chi dice si autoproclama, riesco anche a dirlo, leader di qualcosa, di settore ad esempio, di solito non lo è, se avete mai fatto caso, google ad esempio che è veramente un leader, potrebbe dire noi siamo il motore di ricerca leader, il numero uno, non lo dicono mai, ok questo anche perché di solito tirarsela eccessivamente non basta, ma non serve uno come me a perdere questa cosa, giusto? Allora arriviamo al punto in cui per scrivere cose decenti dobbiamo capire tre cose fondamentali, tre elementi basi della scrittura che sono la sensibilità, il ritmo e la precisione, non sono tre cose distinte ma fortemente collegate tra di loro, oggi proviamo a parlare di questi tre elementi qui, sensibilità perché dobbiamo capire quando un testo va bene o non va bene e quale è anche il sentimento che potrebbe scattenare dall’altra persona, la persona che sta dall’altra parte dello schermo, ritmo perché i testi hanno un vero ritmo, dopo vi provo a leggere qualcosa e mi dite quali sono un po’ gli effetti che si scatenano in voi mentre vi leggo due testi in particolare e poi la precisione perché noi dobbiamo dare fondamentalmente delle informazioni brevi, corrette, nitide, precise e concise alle persone in modo da non aprire dubbi o scatenare anche eventuali incomprensioni che sono dei danni enormi per la nostra identità. Vi dicevo caos, pensate questo è uno screenshot che ho fatto al sito di questa compagnia telefonica e questa nota compagnia telefonica perché parlo di caos perché al di là del bello o brutto di questo layout, di questo sito web, era la loro home page, è cambiata la settimana scorsa, era un periodo in cui c’erano tanti vulsanti, io quando mi guardavo qui intorno non capivo che cosa dovevo fare, cosa faccio io, io voglio soltanto passare da un operatore all’altro, magari voglio scegliere voi, ma qui cosa devo fare, chiamami gratis e poi sotto c’è scritto ti chiamiamo noi, mi chiamo io o mi chiamate voi, non capisco, poi verificativa o chiamami gratis, il pulsante rosso o il verde, quale devo scegliere, non capisco, poi altri link, pulsanti, non lo so, ecco il caos, qui non è una questione di scrivere bene o scrivere male, è una questione che non so dove devo guardare, non so che cosa devo fare, quindi tutta questa comunicazione complica, rende più difficile il passaggio che permette a una persona di scegliere poi un brand, quindi io devo pensare al sito che sto costruendo, il testo che sto scrivendo, cosa deve dire, quando io terro in un sito web devo capire di che cosa parla un sito, qual è l’argomento che si tratta qui e soprattutto devo capire se qui c’è quello che io cerco, quindi non è questione di bello brutto, ripeto, neanche di effetti speciali o di foche d’artificio, io li trovo a volte quei siti con dei layout super creativi, molto concentrati sull’aspetto visivo, molto scenici, bellissimi e però non capisco che cosa mi stai dicendo dell’argomento, non capisco che cosa l’argomento mi chiede di fare, cliccare, scaricare, approfondire, leggere, scoprire, non lo so. Se ho confusione, non è chiaro quello che devo fare, significa che qualcosa nel layout o nel testo, nella comunicazione, fondamentalmente qualcosa sta andando storto, non sta funzionando e allora è meglio selemente un sito come questo di un’azienzia che si chiama Mentine, che nella sua home page si presenta in questo modo, senza immagini, in realtà c’è qualche immagine più sotto, ma è brutale quasi la loro scelta di impaginazione, la loro scelta anche di scrittura per dirti chiaramente chi sono, cosa fanno e se per te vale la pena spendere anche un solo minuto di troppo in questo sito web. Innanzitutto ti dicono immediatamente siamo la prima design agency in Italia specializzata in redesign, quindi se tu stai cercando questo lo sai già nella prima frase e tutto il resto lo leggi solo dopo se questa prima frase ti ha convinto, ti ha fatto capire se ti trovi nel posto giusto oppure no, loro te lo dicono subito, layout non fa poche d’artificio, chi se ne frega, perché quello che è importante è che le persone capiscano quello che noi stiamo dicendo, la regola della comunicazione, qualcuno parla, qualcuno ascolta, se non c’è la connessione io posso essere bravo a parlare, posso essere bravo a cantare, a scrivere, a disegnare, ma se tu non mi capisci io parlo al vuoto, non è importante quello che diciamo, è importante quello che le persone capiscono e qui le persone capiscono che cosa c’è in questo sito web e si fanno un’idea se restare, approfondire oppure se andarsene, magari stanno cercando altro, ci sono arrivati per sbaglio. La stessa cosa accade nel sito di Nen, nel fornitore di energia, questa comunicazione un po’ oserei dire non convenzionale, anche se non è proprio l’aggettivo più corretto, è molto pensata per essere differente dai suoi competitor. Nen di sicuro non copia quello che fanno i propri competitor, guarda e controlla che cosa pubblicano, ma non copia niente, né nei testi, né nella paginazione, né nella scelta di visual, nulla, e risulta sempre precisa e la headline, le bollette non piacciono a nessuno, ok? Partono in questo modo qua, per questo ti offriamo luce gas in abbonamento sulla base dei consumi, quindi ti fanno capire che cosa ti vendono e che in qualche modo stanno dalla tua parte, perché le bollette non piacciono a nessuno, ok? Poi sotto ti dicono zero costi e interruzioni, gli dici quanto vuoi, scopri la rata. Semplice, vero caos, molto preciso, molto sfondo dietro che lascia un po’ di respiro e mette in luce questo testo qua, che al di là del bello brutto mi fa esattamente capire se il posto in cui mi trovo è quello in cui voglio stare. O di nuovo Eric Johansson, non so se lo conoscete, è un artista, anzi un fotografo surreale, come scrive anche qui nella sua homepage, la sua homepage si apre in questo modo, con una sua opera, lui è un artista, non solo artista, è anche un pubblicitario, però diciamo lui realizza queste immagini impossibili, le chiama fotografie impossibili, fotomontaggi molto importanti, e lui si iscrive subito, sei nel sito di un fotografo surreale, ti metto subito in chiaro le cose, quindi se stai cercando un fotografo di prodotto, forse lui non è la persona che fa il caso tuo, e te lo vuole dire, perché non vuole sentirsi, non vuole ricevere un messaggio che ho scritto con una richiesta di preventivo per fare 100 scatti ai prodotti di un’azienda, non è quello il suo campo, e te lo dice subito. Un’immagine, un testo, è preciso, il pulsante entra, ok? Sembra facile, sembra banale queste cose qua, a giudicare dei siti web della maggior parte di aziende con cui ho a che fare, soprattutto azienzie di comunicazione, i siti delle azienze web sono tutti uguali, non so se hai capito questa cosa, dovrebbero essere tutti originali, invece sono tutti uguali, è uno po’ di controsenso della comunicazione forse. La bibbia di queste cose qua da cui partire secondo me è questo, c’è anche in italiano, ah sì, questa è la versione in italiano, anche se il titolo rimane sempre questo, e don’t make me think, ho iniziato leggendo quello in lingua, anche se lo leggete in lingua comunque è scritto in un inglese molto semplice, ci sono regole talmente basilari che non ci pensiamo, sono quelle cose che noi non pensiamo e da qui tutto comincia, qui la comunicazione digitale parte da questo libro qua, c’è tutto chiuso lì dentro, è stato uno dei primi, uno dei primi volume ad affrontare certi argomenti anche da un punto di vista della funzionalità, non solo dell’estetica, e quello che noi dobbiamo fare se scriviamo online è anche metterci il cuore in pazza perché le persone non vogliono perdere molto tempo, non dobbiamo scrivere tanto anche se si piace scrivere, dobbiamo scrivere poco per essere certi che le persone leggano e presentare i testi in un modo tale che inviti le persone a leggere dall’inizio alla fine, come? Vi faccio un esempio banalissimo, molto commerciale tra l’altro, sito web di Satisfay, non so se conoscete l’applicazione metodo di pagamento, un’app italiana, questa è la home page, con questa headline, questo hashtag che loro hanno ormai da diversi anni, do it smart, e sotto questa frase semplicissima con scritto con Satisfay fai una scelta intelligente anche quando decidi come inviare pagamenti, inviare pagamenti, scarica l’app, call to action, una sola al centro, come se fosse un po’ la home page di Google, non so se vedete una certa somiglianza, è un caso? Non lo so, bisognerebbe chiederlo ai fondatori di Satisfay, però secondo me qualcuno che ha lavorato questo layout, qualcosina su questo ci ha riflettuto, ma al di là di questo, se continuiamo a scorrere questa home page, cosa troviamo? Troviamo questi testi qua, subito lì sotto, tre titoli secchi e brutali, una parola sola, indipendente, semplice, sicuro, un titolo formato da una sola parola e poi un testo brevissimo, più o meno della stessa lunghezza, abbastanza breve da starci quasi dentro un tweet, più o meno la filosofia è questa, in modo che il testo è breve, non spaventa, la persona non vede che c’è poco da leggere, quindi pensa che ok ci si integrerà poco tempo a leggere queste tre righe, effettivamente ci vuole poco tempo, e poi sono abbastanza, abbastanza piene di significato, ci sono poche parole inutili e vediamo quali sono dopo le parole inutili, e qui capiamo che in una manciata di minuti riusciamo a leggere tutti questi tre box, tutti questi tre spazi di testo, e per scendere poi al successivo, quello qua sotto, dove c’è questo bellissimo titolo, risparmia tempo per le cose che ami, ok? Quindi noi partiamo da indipendente, semplice, sicuro, scendiamo sotto e troviamo risparmia tempo per le cose che ami, e troviamo anche una certa connessione di significato, ma soprattutto qui si possiamo allungare, che cosa succede? Che prima avevamo qui in alto un titolo e tre righe, finito. Se scendiamo, scendendo ancora, abbiamo questo risparmia tempo per le cose che ami, una descrizione e un pulsante di approfondimento, qui ci allunghiamo, cioè quindi quando vogliamo scrivere di più, vogliamo approfondire magari con un link ad un’altra pagina intera del sito, rimandiamo, ce lo mettiamo dopo, non lo mettiamo subito, perché se ti metto subito non scopri di più, non è detto che tu lo voglia scoprire, e poi vediamo meglio questa cosa qua, ma soprattutto l’approfondimento non te lo metto all’inizio, perché uno, non sarebbe un approfondimento, due, all’inizio un testo lungo spaventa, quindi te lo metto dopo un eventuale approfondimento, che consulti solo se ti interessa. Quindi il processo visivo di lettura qual è? È questo, da sinistra verso destra di solito, in base a come impostiamo il layout potrebbe cambiare qualcosa, però noi occidentali tendiamo a leggere da sinistra verso destra, così abbiamo imparato, cosa che potrebbe invece non accadere in oriente, questo poi è un altro mercato, un’altra comunicazione, un’altra cultura, lì ci sono dei parametri diversi da considerare, ad ogni modo da sinistra verso destra, indipendente, semplice, sicura, poi scendiamo sotto, un po’ per la forza di gravità, un po’ perché scriviamo da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, scendiamo sotto, indipendente, semplice, sicura, risparmio tempo per le cose chiavi. Ecco il riassunto in macro titoli di Satisfay, poi ci sono i testi sotto, scritti benissimo, ma sulla scrittura del testo è sensazionale, ne parliamo meglio tra poco, concentriamoci su quello che una persona vede, perché ancora non sta bene leggendo, sta dando un’occhiata ai macro testi, quindi ai titoli, si fa un’idea se vale la pena approfondire oppure no. Ok, quindi un contenuto alla volta, piano piano, e sempre un contenuto alla volta è quello che fa anche Tonki, non so se conoscete Tonki, è questa azienda che costruisce, che vende fondamentalmente dei cartoncini stampati, dei quadretti di cartone, un pezzo unico che pieghi in più moduli, in più attività, non trovo la parola giusta, che non è il massimo per un hobby, però succede, e siccome sono cartoncini che vanno piegati su loro, su se stessi, ci sono diverse attività da svolgere, che le spiegano una alla volta, vedete che man mano che io scorro, trovo una fase successiva di lavoro e un testo, se scorrete la loro homepage, è fatta in questo modo qui, una informazione alla volta, una alla volta, perché se le metessero tutte insieme, farebbero un po’ paura, un po’ spaventerebbero, e anche scrivendo bene come scrivono loro, che sono molto bravi, non riusciremo a essere certi che le persone leggano tutto, perché il testo inizia a essere lungo, però se ti do un’informazione alla volta, una piccola pillolina alla volta, allora magari ti invoglio ad arrivare fino alla fine, oppure arrivi fino alla fine e non ti sei accorto di aver letto tutto, di aver dato un’occhiata più o meno a tutto il contenuto che sto cercando di farti vedere. Sembra una cosa banale, però in realtà quando vedete quelle pagine con tante informazioni tutte ammassate, perché ci deve essere tutto, il logo più grande, il titolo più grande, il testo più grande, non si capisce più niente. Caos, di nuovo, è sempre poi il problema. E in più, quando navighiamo, ci viene continuamente chiesto di prendere delle decisioni. Che cosa significa? Vi dicevo arriviamo in questo sito qua, chiama, ti chiamiamo noi, verifica è attiva, chiamami gratis, provamo solo online, scopri come richiederlo, scopri più. Aspetta, cosa devo fare? Qual è la decisione che devo prendere? Non lo so, però quando navighiamo un sito siamo sempre, ci viene sempre richiesto di prendere delle decisioni, non facile a volte, soprattutto quando non accettiamo quella giusta e tutti vorrebbero fare subito la decisione, prendere subito la decisione giusta. A chi piace sbagliare una decisione, a pochi penso. Ecco che questo mi fa pensare che in questo caos di decisioni che devo prendermi, viene da pensare che forse le decisioni non ho voglia di prenderle. Se non volessi prendermi la responsabilità, ma anche perdere tempo a pensare su quale possa essere il pulsante più adatto, perché no? È sbagliato pensare in questo modo. Ognuno può fare quello che vuole, è sul suo sito, con il suo computer, il suo device, sta navigando, può fare quello che vuole. Quindi quello che mi viene da pensare ogni tanto è non devo chiedere alle persone di prendere delle decisioni, ma le devo accompagnare durante il percorso di navigazione. Le devo accompagnare con le parole, ok? E le parole troveremo adesso quelle che ci aiuteranno davvero a far raggiungere le persone, a far sì che le persone vadano dalla prima all’ultima parola, o fondamentalmente dalla prima parola alla call to action finale, che è quella che noi speriamo, che è il famoso click che attendiamo, il risultato, il goal che vorremmo assegnare. Se vogliamo essere certi che le persone ci leggano, che quella riparla certa e sta vera, al 100% non ce la diamo mai, ma se vogliamo giocarci tutte le carte bene, dobbiamo iniziare a lavorare sui nostri contenuti, togliere tutte le cose superflue, tipo quegli aggettivi inutili di cui vi parlavo prima e adesso li vediamo meglio, e dare il ritmo ai nostri testi. Questa cosa del ritmo la riprendiamo più volte oggi, ma ve ne farò adesso a breve.

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