Lezione 1 di 4
In Corso

Link building dalla A alla Z – Lezione 1

3 Luglio 2025

Trascrizione

Allora, ciao ragazzi, benvenuti. Io sono al secondo corso, questo, Jacopo, sull’Academy. È sempre strano, sono abituato a dire stronzate continuamente insieme a Jacopo, essere qua tipo in ascolto quasi come presentatore mi fa strano, capito? La sensazione è diversa. No, devo dire delle boiate anch’io. In realtà sei bravo come presentatore, effettivamente, in maniera anche più rigorosa rispetto alle abitudini. Esatto, rispetto al gruppo dove ci lasciamo un po’ piantare, diciamo. Esatto, però qua siamo in formalità e quindi è giusto così. No dai, scherzi a parte. Qualche parolaccia si può dire comunque anche qua. La posso dire qualche parolaccia? Ma no, mi devo allenare, perché ragazzi dovete sapere che sabato sarò a Roma come redatore al World Camp e lì c’è il divieto assoluto, e non sto scherzando, nel linguaggio devo usare termini scurilli e parolacce, perché viene tutto registrato e se la World Camp Foundation vede che dei relatori dicono parolacce eccetera, può cancellare l’evento dal loro canale. Quindi dai, fatemi sfruttare questo tempo insieme per provare a non dirle, così mi alleno. Posso mettere il bip quando c’è una parolaccia? Esatto, stai pronto con questo? Lo farò spingere un po’ di volte. Va bene, entriamo nel vivo del nostro discorso. Allora, partiamo da un presupposto molto molto importante, è quello che ha detto Jacopo. Jacopo dice a me piace più fare la parte on-site e questa è questione di gusti, ma all’interno di un progetto SEO, se noi andiamo a dividere quella che è l’attività SEO in tre fondamentali parti. La parte tecnica, quindi quella che è chiamata technical SEO, velocità del sito, gestione delle immagini, le cache, il server, tutta quell’attività lì, che comunque è fondamentale alla partenza di un progetto SEO. L’on-page, che ha descritto Jacopo, e l’off-page, che è la link building. Se noi dividiamo in queste tre parti il progetto, la terza parte viene solo, quella della link building, se le prime due parti sono perfette. Quindi, nel momento in cui a uno piace solo fare link building, perché a Jacopo non piace, a me piace molto, dipende anche dall’abitudine di lavoro, da come si è, eccetera, però questa attività è necessariamente, questa faccio una premessa importantissima, è necessariamente seguente a ciò che tutta attività on-page. Quindi è un po’ come dire, io metto una bella macchina Ferrari, ma se sotto non c’è il motore, quella macchina non va forte, posso fare tutta l’aerodinamica che voglio, posso combattere il vento nel modo migliore che voglio, ma se poi non ho un motore che spinge, la macchina comunque non andrà forte. E questa è una premessa fondamentale prima di partire. Saremo forse, Jacopo, un po’ più brevi oggi. L’argomento, come in termini teorici, non richiede una conoscenza di chissà quale livello. Anzi, oggi, soprattutto per il titolo, come l’abbiamo fatto noi, link building dall’ala a Z, ma senza l’abitudine di penalizzazione, andremo a vedere come comportarci in maniera corretta per fare in modo di non cadere in tranelli. Quindi ho evitato di mettere tutta la parte considerata di black hat SEO, quindi tutte quelle attività molto molto sporche che portano il rischio a un livello molto molto alto. Non ne parleremo oggi. Potremmo eventualmente, Jacopo, fare un altro corso proprio dedicato a black hat. Certo. Io vi esorto sempre ai live proprio perché noi non ci guadagniamo a niente. Perché se finiamo mezz’ora prima andiamo a farsi un aperitivo. Però lo diciamo per voi, avendo voi la possibilità di fare domande in diretta, sfruttate questo momento. Quindi fateci più domande possibile. Più domande fate, più siamo contenti. Quindi, detto questo, poi, anche se sarà un po’ più breve del solito, poi lasceremo ampio spazio, se volete, alle vostre domande. E’ un po’ come andare dal dottore. Se non le fate le domande, quando andate dal dottore che vi visita, poi non trovate nulla. Io sono qua per visitarvi, approfonditamente anche. E quindi fate tutte le domande del caso, perché più andiamo nel taglio e più ci divertiamo la link building, considerate ragazzi che è estremamente pratica e Jacopo mi verrebbe da dire anche di esperienza. Cioè valutare un sito. Io l’ho messa la slide, la vedremo dopo come valutare un sito. Però ragazzi, è esperienza. Non c’è una metrica, non c’è un numero, non c’è una formula. Quindi più facciamo anche qua domande, più magari andiamo a trattare argomenti che io non ho trattato direttamente e più possiamo aprire il dibattito. Noi siamo qua, quindi non ci sposta nessuno e andiamo avanti direttamente. Bene, sarà questo un percorso graduale. Quindi sono partito da alcune definizioni base, perché come ha detto anche Jacopo, sapete che c’è questa diretta, ma poi il corso rimane come un corso intero. Quindi sono partito esattamente dalle basi per poi approfondire sempre di più il discorso e andare anche in tutta la parte che difficilmente viene trattata che quella relativa al contenuto. Quindi possiamo iniziare. Jacopo mi ha già presentato, ma dopo ci sono i dettagli, anche la mia mail eccetera, ma gioco in casa, quindi nel momento in cui c’è necessità sapete esattamente dove trovarmi. Allora partiamo dalla prima domanda, perché fare link building? E qua la risposta è molto semplice, perché l’ha dichiarato Google. Cioè a un certo punto Google ha dichiarato che i fattori fondamentali del posizionamento sono tre. Sono RankBrain, che non si è ancora capito cosa faccia RankBrain, è il cervello di Google, quindi ci sono ipotesi, anzi dopo il 2 agosto ci sono ancora più ipotesi di come RankBrain funzioni in termini di search intent e quant’altro. E quindi c’è lui, del quale non approfondiamo. E poi i due elementi fondamentali affinché un sito web sia ben posizionato sono i contenuti e i link. L’ha dichiarato Google. Attenzione però, perché Google non ha dichiarato che per essere posizionati bisogna fare link building. Google ha dichiarato che ci devono essere i link, che Google ha dichiarato che lui sfrutta i backlink, quindi i link in ingresso ad un determinato sito dall’esterno, per valutare l’autorevolezza di quel sito. Bene, quindi attenzione, non ha dichiarato che si deve fare link building, ma ha dichiarato che valuta i link. Questa è una distinzione fondamentale. E quindi il motivo è questo, il motivo sostanziale è che la link building ci aiuta a aumentare la conoscenza del nostro brand, aiuta ad aumentare l’autorevolezza del nostro sito, aiuta, se fatta bene, nel lungo periodo ad aumentare il posizionamento. E quindi questi sono i motivi che rispondono alla prima domanda che vi ho messo qua. Bene, intanto io scusate che giro un attimo con la mia camera, non so se Jacopo la vedete, perché ogni tanto delle slide me la occupano, quindi se vedete la mia camera nello schermo. No, no, ma loro ti vedono sempre in alto, quindi te la puoi girare come vuoi. Benissimo, benissimo. Allora, la link building è quindi, dato la premessa che ho fatto, è quindi un fattore di ranking. Perché? Perché appunto abbiamo i nostri spider, i crawler, che vengono lanziati e scandagliano la rete. Il link nasce, l’ipertesto, andiamo agli albori di internet, nasce appunto agli albori del motore di ricerca, perché l’ipertesto nasce per permettere alle pagine di essere collegate e da lì nasce internet come lo intendiamo noi, quindi un collegamento di pagine web statiche molto più fruibile rispetto a una biblioteca. Però il motore di ricerca sfrutta questo concetto per poter navigare le pagine. Cioè, probabilmente mi vorrebbe da chiederlo a Sergei e Larry, i creatori di Google, la prima volta che ha lanciato il primo crawler, cosa è successo? Quale sito gli hanno fatto visitare? Ma loro a un certo punto hanno lanciato il crawler e gli hanno detto quando trovi un link, seguilo. E così il crawler, piano piano, segue un link e ne segue un altro, ne segue un altro e piano piano naviga tutti i siti. Poi ovvio ci sono anche attività di segnalazione di un sito web nella pancia di Google, la sitemap che permette a Google di analizzare un sito web, ma grazie ai link che vanno da un sito all’altro permette al crawler di girare. E quindi effettivamente questo è l’unico modo. Quindi o navigare i link presenti all’interno della sitemap, oppure trovare un sito perché un altro sito viene collegato. Fate sempre attenzione a un fattore per me molto importante. Esistono miliardi di siti web, esistono milioni di proprietari di siti web. Il rapporto tra i proprietari di siti web e i SEO non è uno a uno, è tanti siti, pochi SEO. Quindi esistono tantissimi siti web di proprietari che non sanno neanche cosa sia la Search Console, non sanno neanche cos’è una sitemap. E quindi magari non hanno la Search Console installata, non segnalano a Google la presenza di quel sito e non uploadano una sitemap all’interno della Google Search Console. Quindi come fa Google a conoscere quel sito? Perché poi li trovate posizionati, li vedete tanti siti che si vede chiaramente, che non c’è un SEO dietro, che sono ben posizionati. Perché sono autorevoli. Come fanno ad essere autorevoli? Vengono linkati. Google scopre dei link da siti autorevoli, segue quel link e scopre il sito. Questo è il modo con il quale Google arriva sui nostri siti. E quindi ricevere dei backlink entra in uno di quei tanti, si parla di oltre 200 fattori di ranking che influenzano il posizionamento. Ma che cos’è un link tecnicamente? Un link è un collegamento tra due pagine e quindi che serve per approfondire o per portare il visitatore in un’altra pagina. Quindi ha un significato strategico. Attenzione, sapete se voi ormai siete qua con noi da tanto tempo, siete anche abbonati alla nostra Academy, sapete che in Studio Samu abbiamo una certa attenzione verso la strategia. Cioè reclutiamo che il web marketing parta necessariamente dalla strategia. Dopo c’è la tecnica, spesso e volentieri. Spesso e volentieri dobbiamo capire la tecnica, ma dobbiamo sapere cosa c’è prima, il perché stiamo facendo qualcosa. E quindi la riga serve per approfondire, diventa fondamentale. Quando un link porta su una pagina di approfondimento, stiamo iniziando a fare ciò che dobbiamo fare. Quando il link porta ad una pagina che non approfondisce il contenuto dal quale siamo partiti, probabilmente stiamo sbagliando qualcosa e probabilmente stiamo solo cercando un pattern positivo che ci possa aumentare il posizionamento. Entrerò dopo nei discorsi di come penso io che debba essere fatta link building, discorsi che faccio per chi mi ha già sentito, ho già fatto più volte sul giocare a nascondino, eccetera eccetera. Ma ci arriviamo con calma. Però la parte tecnica è sicuramente più importante, quindi tenete a mente tutto il discorso strategico, ma facciamo in modo che la parte tecnica sia chiara, perché tra l’altro è molto facile. Chiedo scusa a chi queste cose le sa benissimo, però io le spiego in due minuti e poi dopo procediamo. Il link è esattamente quello che vedete in termini di html, quello che vedete nell’immagine al centro dello schermo. Allora, se noi vogliamo far capire al browser che deve in una determinata frase mettere un link, dobbiamo aprire un tag che si chiama A. L’apertura del tag A segnala l’inizio di un link, la chiusura del tag A segnala la fine di questo link, dove all’interno abbiamo determinate cose. L’attributo href ci richiama la pagina che dobbiamo andare a collegare. Deve essere messo tutto il link, dall’http, speriamo https oggi, fino alla pagina esatta che vogliamo collegare. Non basta mettere, vedete, in questo caso http slash www.rai.it, stiamo linkando l’home page della Rai. Se noi vogliamo raggiungere la pagina specifica di Rai 3, ci sarà slash Rai 3, se si chiama così. Il title. Il title è un elemento che in termini di link building, se parlate con tutti i link builder del mondo, dicono non serve a niente. Non è vero, nel senso, teniamolo a mente. Tutto ha un piccolo senso. Allora, il title cos’è? Il title è, come ho scritto, il titolo che appare quando vado sopra con il mouse. Cioè voi siete su un sito, vado sopra al link con il mouse e appoggio il mouse lì, appare quello che io scrivo sul title. Credo 95% dei link al mondo non c’è il tag title, l’attributo title del link sopra. Attenzione che non è il tag, non è il tag, il meta tag title, quello che appare in alto e che serve per dare il titolo alla pagina. Questo è l’attributo title all’interno del link. Bene, nel 95% dei link probabilmente non c’è. Poi c’è il rel nofollow. Il rel nofollow è l’attributo che indica che il link non deve essere seguito. Cosa succede se non lo metto? Che è automaticamente follow. Quindi io potrei avere, io ho due distinzioni, il follow e il nofollow. Se non metto niente è automaticamente follow. Quindi nessuno scrive mai rel uguale follow. Poi qualcuno ha inventato il dofollow, che non è mai esistito. Non si sa chi ha inventato il dofollow, che non esiste come attributo. Esiste solo il nofollow, perché in assenza di questo attributo il link viene seguito dai motori di ricerca. Quindi se qualcuno vi trova il dofollow, vai a fare un giro per favore. Questo qua non esiste. Cosa vuol dire mettere un link in nofollow? Attenzione, noi diamo un’indicazione. Attenzione ai termini. Jacopo, al primo del Zeroseo, partì dopo neanche mezz’ora con il famosissimo video di Nanni Moretti che diceva che le parole hanno un senso. E effettivamente anche in questo caso le parole hanno un grandissimo senso. Indica, che il link non deve essere seguito. E questo Google lo specifica più e più volte nelle sue guide. Google ti dice stai attento amico mio, se mi metti un link in un follow mi stai dicendo che io non devo seguirlo. Non è detto che io lo farò. E potrò anche seguirlo, perché a me interessa andare a indizizzare nuove pagine che magari non conosco o atterrare su contenuti aggiornati eccetera eccetera. Di sicuro io non darò importanza a quel link. E questo Google lo dice. Vi faccio un esempio molto semplice. Io dico, io Flavio Mazzanti che faccio il SEO, dico che Jacopo Matteuzzi, supponiamo che io non lavori nella stessa azienda, che io e Jacopo non siamo amici, che io e Jacopo non ci conosciamo. Io dico che faccio il SEO che Jacopo Matteuzzi è un bravo SEO. Visto che io sono un SEO e dico di un’altra persona che è un bravo SEO, ho un’autorevolezza per poterlo dire, che più o meno è riconosciuta. Se io mi mettessi una maschera e quindi non si capisse chi sono, non si capisse la mia voce, quindi non si potrebbe risalire a me e dicessi Jacopo è un bravo SEO, a questo punto tu ti direbbe che non ci crederebbe nessuno. Perché? Perché non si sa chi c’è dietro. Ecco il discorso del nofollow è questo. Io faccio in modo che Google non dia importanza in termini di ranking a quel link, quindi quel link non ha valore. Seguilo, vallo a vedere, fai quello che ti pare. Ti sto dicendo che per me non devi seguirlo. Ho necessità di metterlo, ma non devi seguirlo. Domanda che viene immediata è quando devo usare il nofollow. Lo approfondiremo, vi faccio un esempio molto semplice. Prendete il footer dei vostri siti. Oggi abbiamo tutti il link alla pagina privacy policy, ce l’obbliga la legge. Attenzione, qua stiamo parlando di link, quindi interni, esterni, qualsiasi tipo di link. Non stiamo distinguendo i link esterni dai link interni. Cos’è un link? Bene, nel vostro sito linkare la pagina privacy dal footer vuol dire che ogni volta che create una nuova pagina, un nuovo sito, ci sarà un nuovo link verso la pagina della privacy, perché il footer si duplica in ogni pagina che fate. Avete 300 pagine, avrete 300 link alla pagina della privacy dal footer. Questo porta anche link juice all’interno, perché attenzione, i link esportano juice sia all’esterno ma anche all’interno di un sito. Non mi serve dare importanza a una pagina che non è importante ai fini del posizionamento, ma solo ai fini di legge. Quindi io gli dico, guarda, la pagina della privacy la metti in nofollow. Il link sulla pagina della privacy lo metti in nofollow. Stesso discorso per le pagine dei resi, di un e-commerce, stesso discorso può essere per eventuali pagine non interessanti. Sui link esterni solitamente si tende a mettere il rel nofollow. Google ti dice, utilizza il rel nofollow per farmi capire, e qua entriamo in un concetto fondamentale di questa lezione, per farmi capire quando un contenuto l’hai venduto, quando quel link è stato venduto per un qualsiasi motivo. Io vado in Studio Samo e gli dico, per favore Jacopo, io sto partendo con un nuovo corso sulla link building. Ho un’azienda che si chiama linkbuilding.it. Visto che Studio Samo è molto visitato, posso fare un articolo sul tuo sito dove spiego il mio corso e invito gente a partecipare? Jacopo mi dice, sì, guarda, per fartelo sono mille euro. Io dico, pago, bene, non c’è nessun problema, è pubblicità, pago. In quel caso Jacopo dice a Google, guarda caro Google, io sto linkando l’azienda di Flavio, linkbuilding.it. Stavo per dire linkamiwebsummit, Jacopo. Jacopo dirà, io caro Google, sto linkando l’azienda linkbuilding.it di Flavio che sta facendo un corso, ma Flavio mi ha pagato. Quindi non dare autorevolezza a questo link. C’è uno scambio commerciale tra di noi e lo sto dicendo apposto così. Bene, attenzione, andiamo a togliere un’altra problematica. Non abbiate paura dei link, ok? Non abbiate paura di linkare, perché dovete fare attività sporche per essere beccati da Google e portati in penalizzazione. Ogni tanto la domanda classica è, ma Jacopo se io linko la pagina del mio amico che si occupa di X, vengo penalizzato? No, se quel link ha un senso. Quindi se avete un contenuto pagato e voi lo dite a Google, Google non ti dice che non puoi linkare se non c’è un motivo. Se non c’è un motivo che io possa capire, tu sei libero di fare quello che ti pare, visto che il sito è tuo, però dimmelo. Dimmi di non seguire quel link e io sono a posto. Abbiamo, Flavio, abbiamo una domanda di Antonio, una domanda un po’ bastarda, devo dire. Subito, Antonio, fuori dal gruppo. Antonio Antonio, tra l’altro, doppio, che chiede, è possibile sapere se la pagina 404 deve essere follow o non follow? È una domanda cattiva, perché sembra facile la risposta. In realtà non è così, almeno per come l’ho pensato io mentre leggevo la domanda prima. Poi ti do il mio punto di vista, Antonio, poi Jacopo dai anche il tuo, facciamo una cosa. Sì, assolutamente. Tanto siamo abituati a lavorare in simbiosi, quindi non ci cambia niente rispetto allo standard. Allora, devi linkare la pagina 404. Allora tu, se metti la pagina 404 in non follow, vuol dire che c’è un link che va alla pagina 404 e non c’è un automatismo da server. Come funziona la pagina 404? Che automaticamente il server, quando viene richiesto un URL che non conosce, reindirizza. È un reindirizzamento, quindi all’interno di un redirect non c’è la possibilità di mettere un attributo follow o non follow. Quindi la prima domanda che ti faccio io è, ma nella sitemap ha senso che tu metta la pagina 404? E questo potrebbe aprire a due risposte molto simili tra di loro, però diverse. La prima e la seconda no. No, non ha senso perché a cosa serve che tu metta la pagina 404 al tuo utente, anche in sitemap, o anche al crawler, perché lo devi mandare sulla 404. E quindi il no viene molto molto molto molto molto molto facile. La risposta sì però, dato che Jacopo anticipa i tempi, ne parlava a febbraio, ma Danny Sullivan, il portavoce attuale di Google, ne ha parlato non più di 20-25 giorni fa, ha detto, cari ragazzi, leggete le nostre linee guida per i nostri quality rate perché magari trovate fuori qualcosa di interessante. Bene, all’interno di queste linee guida c’è scritto che i quality rater devono assolutamente analizzare la pagina 404 e dargli un voto. Quindi all’interno di un processo di posizionamento anche la pagina 404 può avere un suo micro, una sua micro importanza. Diciamo che probabilmente Jacopo, sapete, i quality rater hanno un valore da low ad high, quindi da basso valore della pagina ed altissimo valore della pagina. Probabilmente se la 404 è high, quindi un alto valore, una pagina 404 ben costruita, probabilmente non sposta nulla. Al contrario, se invece una pagina che fa schifo viene votata come low, forse potrebbe avere un contracolpo negativo. Non si sa, però è quello che viene da pensare. Quindi in questo caso, un po’ a dubbio, visto che la domanda è stronza e ti da una risposta stronza, vedi tu quanto secondo te è importante che all’arrivo del crawler sul sito la pagina 404 venga messa in risalto. E quindi se secondo te è giusto indicizzarla, fagli spendere crawl budget per raggiungerla e per fare in modo che tu ti impegni a strutturarla bene. Stai attento, Antonio, Google dice che i quality rater devono vedere quella pagina. I quality rater sono uomini, quindi i quality rater vanno su studio sound.it o anche donne, giustamente, uomini e donne. Io manderei solo uomini, questo dovrebbe essere un mondo tecnicamente solo per uomini, no? Non sono politicamente corretto così. Il quality rater è un uomo e una donna, quindi se vanno ad analizzare studio sound.it faranno slash quattro lettera a caso. Come fate a vedere la pagina 404? Almeno io faccio così, slash, scrivo quattro lettera a caso sulla tastiera e spingo invio. Quindi non è detto che vada a cercare una sitemap e non è detto che se nella sitemap non la trovano ci dicono ah non c’è la 404, se non la trovano in un menù non c’è la 404. Quindi io per abitudine non linko la 404, quindi non ho problema se mettere follow o no follow. Però questo potrebbe essere una piccola visione, non ti voglio lasciare nel no, non si fa. Antonio dice giustamente io volevo editare una pagina 404 fatta bene che aiuti l’utente nel migliore dei modi fornire la soluzione supplementare sulla ricerca in modo che se esce la 404 l’utente possa sapere perfettamente cosa deve fare a quel punto una pagina creata con un urlo dedicata e sulla 404 redirect sulla pagina creata spero sia stato chiaro che lui vuole creare una pagina 404 e fare reindirizzare automaticamente tutte le le tutti i 4 gli errori 404 verso quella pagina. Allora questo è corretto. Attenzione un attimo allora per quanto riguarda il discorso di fare una 404 fatta bene che aiuti l’utente bla bla bla è esattamente quello che google promuove attraverso le linee guida di quality rate cioè la 404 deve avere un main content deve avere un contenuto cioè non basta che ci sia scritto l’errore 404 sei un coglione perché hai sbagliato indirizzo ma deve esserci gli articoli correlati non so questi sono gli ultimi questa pagina non c’è siamo dispiaciuti puoi però magari aggiungere un motore di ricerca motore di ricerca interno al sito e dici questa pagina non esiste però puoi utilizzare questo motore di ricerca per cercare quello che stavi cercando oppure questi sono i nostri ultimi articoli faccio per dire oppure ancora questa è la nostra home page dove trovi il menu di navigazione ai contenuti più importanti quindi questo assolutamente sia Antonio per quanto riguarda il discorso di tecnicamente fare indirizzare tutte le pagine verso una 404 qui lascio la parola a Flavio perché comunque il 404 ricordiamoci che è uno status code non è una pagina ovvero è un codice di risposta del server per cui mentre quando tutto va a buon fine ok la risposta è 200 quando la pagina non viene trovata la risposta è anche 410 che però diciamo che per google non fa non fa differenza a detta di google tra una 404 e una 410 in realtà 404 sarebbe questa pagina non c’è temporaneamente 410 questa pagina non c’è non ci sarà mai più però diciamo al di là di queste sfumature questi sono status code quindi non non c’è non credo almeno qui chiedo conferma se uno crea una pagina che si chiama 404.html non è la soluzione corretta la 404 deve essere uno status code deve essere uno status code detto questo una pagina ricca di informazioni dove magari c’è anche una foto del testo eccetera eccetera è una cosa buona e giusta morale della favola dice daniela la 404 di studio samo è follow si la pagina 404 faccio la verifica ma è follow si non è non è bloccata da novo. No volevo dire che giustamente abbiamo fatto una digressione sul no follow perché in realtà stiamo parlando di no index in realtà non di no follow ecco una pagina c’è un metadato ovvero nel codice di ciascuna singola pagina si può dire a robot di non indicizzare una pagina e di non seguire i link presenti in quella pagina le istruzioni ha lo stesso nome cioè no index no follow quindi no follow si applica anche a una pagina significa dire al crawler di non seguire i link che partono da quella pagina lì però quello di cui sta parlando flavio abbiamo fatto una piccola digressione ma va bene lo stesso è il no follow all’interno dei link. Attenzione ragazzi la seo è tipica che vengano usati termini che usiamo nomi uguali per due cose diverse come le keyword e il tag keyword dove si crea un casino. Per rispondere brevemente ad Antonio io non la metterei la pagina 404 la farei indicizzare assolutamente sì soprattutto se come dici tu offre informazioni che possono essere utili agli utenti. Per quanto riguarda invece il discorso che stava introducendo Flavio questo elemento no follow che ripeto può esserci anche nella pagina associata al no index può essere presente anche nel link quindi se lo metti nel codice del link stai dicendo al crawler di non seguire quel singolo link. Come diceva Flavio è il caso delle pubblicità a pagamento un altro caso per esempio è un webmaster che realizza dei siti per i suoi clienti e quindi mette il link come credits alla sua agenzia allora in quel caso andrebbe messo in no follow perché comunque google vuole che il no follow sia usato in tutti i casi dove il link non è inserito spontaneamente ok quindi è chiaro che se io faccio un sito ho diritto di avere riconosciuto che il sito l’ho fatto io quindi ho diritto ai credits però non ho diritto di diciamo influenzare a livello di google il mio posizionamento e trarre vantaggio da questo detto in parole povere quindi i link nei credits vanno messi in no follow così come i link nelle pubblicità se noi mettiamo un banner pubblicitario l’esempio che faceva Flavio prima un banner perché ricordiamo che anche i banner possono essere link non solo i testi ma anche un link testuale comprato palesemente comprato dovrei teoricamente secondo le linee guida di google inserire l’attributo no follow per concludere Flavio poi ti lascio ti lascio alla parola in certi casi il caso più più diffuso è quello dei social network in generale di tutti i siti generati dagli utenti il no follow viene messo in tutti i link in automatico quindi un link da facebook un link da twitter un link anche dallo stesso google plus che è vivo non si sa e fu anche dalla da google plus era no follow ovvero i social network che sanno che chiunque può entrare a pubblicare dei link mettono in automatico questo attributo nei loro link quindi se voi mettete un link da facebook al vostro sito questo link non porta trust diciamo per google non porta vantaggio per google un’ultima precisazione perché questa è una cosa anche importante da dire perché a volte si fa confusione su questo fatto il no follow non influenza affatto l’esperienza utente nel senso che un link con il no follow per un utente è perfettamente cliccabile che influenza solo il modo in cui il crawler si comporta su quel link ma l’utente può perfettamente cliccare quindi un link no follow può portare un casino di traffico pur essendo no follow detto questa precisazione doverosa secondo me possiamo tornare in realtà la domanda di antonio che avevo fosse proprio sul no follow ho risposto proprio con una con un giro attorno la risposta era anche corretta però la pagina ho capito dopo attenzione a non confondere index no index con follow no follow c’è una pagina non c’è differenza tra fare indicizzare o non far seguire link e attenzione anche al come diceva jacopo a quando parliamo di no follow all’interno del link quindi non deve essere seguito il link quindi io qua siamo nella situazione sito che linka una pagina io in quel caso non devo seguire quel link a differenza del mettere il no follow in tutta la pagina che mi dice dalla mia pagina non seguire tutti i link che escono ok siamo in due situazioni leggermente diverse bene comunque andiamo avanti eravamo arrivati al sito rai quello scritto in blu che è il target cioè indica la pagina che indica come far aprire la pagina mi sono dimenticato un pagina nelle slide quindi quello lo sapete quello che clicco col mouse e c’è un elemento fondamentale che adesso vedremo quello di si chiama anchor text ok il testo sullo quale ancorato il link ancor text e questo è fondamentale in termini link building

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