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In Corso

Introduzione: come funziona l’attenzione di un utente

1 Giugno 2025

Trascrizione

Buongiorno, buongiorno a tutti, benvenuti al corso online, in diretta, di Studio Samo sulla landing page. Oggi abbiamo con noi un ospite eccezionale che tra poco si mostrerà e l’argomento di oggi è uno degli argomenti più interessanti secondo me nell’ambito del web marketing e nell’ambito dell’inbound marketing ed è anche a mio avviso uno degli elementi più trascurati perché investiamo magari un sacco di soldi in pubblicità e molto meno in quello che sono le landing page, ma questo lo lasceremo dire al nostro ospite di oggi. Innanzitutto vedo già che siete numerosi, vedo che state scrivendo buongiorno, buongiorno, il microfono non serve vero? No, serve a noi, il microfono a voi serve ascoltare, per le domande non serve il microfono ma serve fare domande come state già facendo, quindi chiunque abbia delle domande può usare appunto la sezione delle domande. Come nostra consuetudine per quelli che per la prima volta partecipano a un webinar di Studio Samo faremo con il nostro ospite Luca Orlandini una sessione che durerà circa un’ora di docenza, dopodiché ci sarà un question time, quindi lasceremo in fondo un bel po’ di spazio all’interazione, quindi proprio alle vostre domande. Voi potete tranquillamente fare domande durante il corso, durante la lezione, io mi segnerò le domande diciamo più interessanti o quelle che vengono ripetute più spesso e alla fine diciamo che col tempo a nostra disposizione cercheremo di rispondere se non a tutte le domande, alla maggior parte delle domande, a tutte le domande credo sia impossibile perché oggi siamo più di 1300 iscritti a questo corso, però cercheremo naturalmente come sempre di fare del nostro meglio. Io interromperò il nostro ospite di oggi solamente ogni tanto, cercherò di lasciarlo parlare il più possibile, quando ci sono domande diciamo urgenti oppure molto sentite cioè che vengono fatte varie volte, interromperò Luca, però lo ripeto raramente perché alla fine del webinar avremo il nostro spazio per le domande. Vi do due informazioni, poi direi che possiamo proprio iniziare perché siamo già tanti, informazione ufficiale, questo è Landing Samo, si vede? Landing Samo è l’hashtag ufficiale, mi raccomando siamo sempre andati nei trending topic, quindi non mi deludete, Landing Samo è l’hashtag ufficiale su Twitter, su Instagram e dappertutto. Bene, allora io direi che a questo punto lascio che si presenti da solo il nostro amico, collega Luca Orlandini che come vedo è comparso. Ciao Luca! LR. Ciao, buongiorno a tutti! MCF. Ciao Luca, allora prima di lasciarti la parola e prima di lasciarti presentare da solo, facci un po’ sognare, quanti gradi ci sono? Perché dovete sapere che Luca in questo momento è a Fuerteventura, dove abita. Quanti gradi ci sono da te, Luca? LR. Allora, qua i gradi non sono un problema, diciamo che saremo intorno ai 25-26, comunque si sta bene tranquillamente in maglietta. Il problema magari può essere la connessione che è un po’ meno felice, però diciamo che in questo momento si sta bene, se volete fare una settimanina così si sta molto bene, anche lavorare è piacevole. MCF. Comunque noi ti sentiamo bene. A proposito di connessione e poi lascio veramente la parola Luca, per chi avesse problemi di audio consiglio di chiudere tutte le finestre, quindi chiudere Facebook, chiudere gli altri programmi che possono portare via della banda che può essere preziosa per avere un buon segnale e seguire la lezione di Luca. A questo punto, Luca, io mi eclisso, ti lascio la parola, ti interromperò il meno possibile solamente per qualche domanda lampo, ok? LR. Molto bene, perfetto. Grazie mille. Allora, vediamo un attimo. Ok, così dovresti vedere solo lo schermo, ok Jacopo? Parto? JACOPO. Parti, parti pure, quando vuoi. LR. Bene, allora, molto bene, buongiorno a tutti. Io mi chiamo Luca Orlandini e di lavoro mi occupo principalmente di landing page, come vedete. In questa oretta che passeremo insieme cercherò di darvi quelle che sono delle indicazioni di base su come si sviluppa una landing page, su qual è la sua importanza, come si inserisce una strategia di comunicazione e soprattutto magari quali sono i punti fondamentali a cui bisogna stare attenti per evitare che possano esserci problemi nella nostra strategia di comunicazione. La landing page è una cosa abbastanza importante perché tutto quello che noi facciamo indicativamente in termini di conversione, in termini di lavoro su web dovrebbe portarci a un risultato. La landing page che cos’è? È una pagina di destinazione che si chiama così proprio perché è studiata e sviluppata in modo da permettere alla nostra strategia di conseguire questo risultato. Per cui diciamo che è una delle parti abbastanza fondamentali e cardini di tutta quella che potrebbe essere una strategia di web marketing. Ora, partendo e dando una base praticamente a quello che è il nostro lavoro, vi vorrò raccontare come ho iniziato. Dovete sapere che io adesso sono abituato magari a parlare in webinar, magari piuttosto davanti alle persone, ma in realtà di carattere sono sempre stato super timido. Ho sempre fatto un sacco di fatica ad attaccare bottone con i ragazzi, con le ragazze, con tutti in generale e normalmente è molto più facile se magari è qualcuno che parla con me rispetto io a fare il primo passo e a prendere la parola. È proprio un carattere che ho così da sempre. E quindi cosa è successo? Che ogni volta che io faccio qualcosa, possa essere un webinar, una conferenza o semplicemente in un convegno magari vedo una persona seduta e devo dire «ciao, sono Luca, ci siamo sentiti online» eccetera, questa cosa mi costa un sacco di fatica. E quindi negli anni cosa è successo? È successo che quando dovevo relazionarmi con gli altri, siccome era per me un sacrificio maggiore, tendevo chiaramente a dare più peso a ogni parola. Cioè, se parlare e chiedere a una ragazza di uscire non ti costa nulla, tu tendenzialmente puoi provarci quanto vuoi in tutti i modi che vuoi. Nel momento in cui chiedere «ciao» come ti chiami ti costa come toglierti un rene, devi stare molto più attento. E quindi ho sempre studiato e sono sempre stato molto attento proprio di carattere a questa cosa. Ed è un po’, secondo me, come quando noi vogliamo fare un lavoro, vogliamo magari comunicare su web e magari non abbiamo molto tempo per fare tutte le attività necessarie o non abbiamo il budget necessario per investire in tanti fronti. E quindi dobbiamo fisicamente fare delle azioni che sono molto più finalizzate al risultato e di conseguenza dobbiamo stare molto più attenti a ogni singola parola che diciamo. Queste cose, praticamente, mi hanno portato nel tempo a sviluppare un atteggiamento differente rispetto a molti, magari, amici, piuttosto anche colleghi. Da questo problema, dalla necessità di stare molto attento al modo in cui si comunica, per fare in modo di capire quando una cosa funziona e quando una cosa non funziona, è nato quello che oggi è il mio lavoro. In pratica, possiamo dire che a differenza di molti consulenti che si occupano di visibilità, per cui hanno come obiettivo quello di portare gli utenti sul sito web, il mio obiettivo si concentra esclusivamente quando parte il dialogo e praticamente consiste nel trasformare questi utenti in clienti. Quindi, convincerli a fare qualcosa. Potrebbe essere, non so, chiedere informazioni per un preventivo, piuttosto che magari chiedere semplicemente aprire una chat e chiedere un’informazione su un contenuto di un post, o magari anche acquistare direttamente. Quindi, mi concentro esclusivamente su quelle attività che, nel momento in cui è avviata la conversazione con l’utente, sono più efficaci per portare un risultato. Per fare un quadro generale, possiamo dire che il mio lavoro consiste nel trovare la via più semplice per unire un utente a una vendita, quindi un punto A con un punto B. E da qui la domanda che vedete a video. Quindi, provate a pensarci normalmente cosa fareste per unire questi due punti nel modo più semplice. Ora, è una domanda abbastanza difficile per cui vi lascio un po’ di tempo per riflettere, però in buona sostanza, normalmente quello che succede per quanto riguarda il web è una cosa tipo questa. Quindi, cosa si fa? Magari si parte e si capisce che bisogna essere sul web, quindi si sviluppa un sito web e si capisce subito che la visibilità su un motore di ricerca è importante, quindi si passa dall’aseo. Poi, magari nell’aseo si fa qualche stupidata e si viene magari o penalizzati poi gli algoritmi o magari comunque non si viene penalizzati ma c’è sempre il terrore di essere penalizzato dal nuovo aggiornamento e quindi magari si sente dire che l’email marketing e le DEM sono uno strumento fighissimo per comunicare e si passa a quello. Però, al tempo stesso, sentiamo magari influencer che parlano di social e chiaramente se sei in azienda non puoi non essere su Facebook, quindi si fa un po’ di Facebook. Poi si ritorna magari al sito web perché Facebook dovrebbe portarti lì, si capisce che la user experience del sito web non è il massimo e alla fine si cerca di arrivare in qualche modo alla vendita. È un casino di cose, un sacco di lavoro e un sacco di confusione. Cosa succede? Per poter resistere a questa quantità di cose da fare, che chiaramente non puoi fare male, perché appena fai una cosa male tutti ti dicono che l’hai fatta male, quindi devi farla bene o non farla, è come se dovessimo essere dei supereroi. Io in tutti questi anni, sono circa più di dieci che mi occupo di web di supereroi, che siano consulenti o che siano aziende, ne ho visti davvero pochi. Quindi cosa è successo? È successo che mi è venuto in mente che forse la soluzione potrebbe essere quella di caricarsi solo delle attività davvero necessarie subito. Quindi, è tutto importante? Sì, è vero, molte cose sono importanti. Tutte quelle che ho nominato, quindi la SEO, piuttosto che i social, piuttosto che le DEM, sono tutte attività che una strategia integrata di web marketing sono veramente fondamentali. Però è anche vero che ci sono alcune cose che vengono prima e alcune cose che vengono dopo e che normalmente il modo migliore per ottenere un risultato è quello di fare tante piccole cose, però una alla volta nel modo migliore. Quando la prima cosa è stata fatta, si passa a quella successiva e da qui emerge quello che è il problema principale dei miei clienti, che è capire quale cosa fare prima e quale cosa fare dopo. Quale è prioritaria, quale è secondaria e se hanno magari un budget che è ridotto, come stanziello è meglio per fare in modo che sia ottimizzato per un ritorno immediato di quello che è l’investimento. E quindi torniamo al discorso base, cosa fare per trasformare subito, nel modo più veloce possibile, gli utenti in clienti. Negli anni ho sviluppato questa cosa per me, chiaramente, perché io ho iniziato a lavorare nel 2005 e ho cominciato a fare siti web e non è che sono partito subito così, però nel tempo ho cominciato a chiedermi quali potessero essere le attività che mi consentivano di essere più sereno. Per un freelancer essere sereno significa che non devi spatterti per cercare clienti, che quando magari un cliente non ti piace, perché senti già a naso che non va bene, lo puoi rimbalzare e al tempo stesso, quando magari qualcuno ti tira troppo il prezzo, hai o la possibilità di accettare la tua richiesta o la possibilità di rifiutarlo come cliente. Quindi le attività quali sono? Sono essenzialmente due. Portare traffico profilato su una pagina ottimizzata per convertire, queste sono le due cose fondamentali. Chiaramente non è tutto il web marketing questo, ci sono altre attività che possono conseguire il successo e che hanno diversi obiettivi, però se dovessimo tracciare la via più breve, la via più breve è sicuramente questa. Più breve in termini di siti di attività da fare, perché sono solo due, se in termini di tempo per farle, perché nel momento in cui faccio una landing page e la pubblico, porto sulla pagina traffico profilato che si attiva istantaneamente, quindi io definisco il fatto che voglio fare un annuncio su Facebook o su Google e ho 5 minuti dopo utenti che atterranno sul sito e di conseguenza ho notato che i miei clienti che seguivano questo approccio e mi chiedevano di fare questa cosa erano più contenti. Perché chiaramente quando tu pubblica un sito web devi aspettare magari che si posizionava su Google, sperando che tutto andava bene, eccetera, qua non devi aspettare niente. Se è fatto bene ed è fatto per convertire, a quel punto tieni subito il ritorno di investimento e quindi clienti. Si potrebbe dire che questa è una linea retta, che quello che ho detto finora sia una cosa super elementare anche se so che nella realtà del mercato non lo è, però mi sembra che tutto sia perfettamente logico. In realtà non è molto logico. Dovete sapere che, questo è un dato che porto spesso nei webinar, da una ricerca fatta dai consultancy qualche anno fa in America è emerso che ogni 92$ investito in traffico e in visibilità finiva investito 1$ in user experience, quindi 92 a 1. Immaginate 92 persone, magari in coda, con una persona che le serve. Chiaramente capiamo subito che è un problema e questo è un problema in America, dove magari su certe cose mediamente sono un po’ più avanti rispetto al mercato italiano. Bene, qual è il risultato di questa cosa? E’ abbastanza evidente. Il risultato è quello che vediamo tutti i giorni, quindi cecità nei vostri messaggi proporzionali, rimbalzo sul sito web altissimo e risultati discontinui. Per cui non è vero che in realtà non ottenete risultati, ma è anche vero che è difficile quando fate tante cose insieme capire dove i risultati arrivano. E quindi è difficile anche capire dove mettere 1.000€ in più e dove togliere 1.000€ che in realtà sappiamo che sono buttati. Quindi non riuscite a ottenere attenzione e in pratica lavorate con il sistema che ha un bar che c’è a Bergamo. Dovete sapere che io vivo a Fuerteventura e quando vengo qua adesso hanno spostato i voli e il primo volo è tipo alle 6 di mattina, per cui devi essere all’aeroporto alle 4. Cosa succede? Tu veramente dopo il check-in, dopo il controllo bagaglia, audio e asserio, sali e c’è subito un bar che normalmente è pieno. Ora, se sei un viaggiatore non frequente, quindi non sai bene come la struttura dell’aeroporto, ti fermi e fai colazione. Le brioches costano di più e non sono buone. Cioè, non sono buone, sono buone, alle 4 di mattina è buono qualunque cosa, però sono meno buone che in altri posti. Se tu poi passi quella parte dove normalmente c’è una calca esagerata, vai subito dopo dove effettivamente ci sono tutti gli altri ristoranti e tutti gli altri bar che normalmente costano meno, ti puoi sedere, quindi non devi stare in piedi e magari la cosa è anche più buona. Quindi la maggior parte delle imprese italiane funziona così. Funziona nel modo che spera che un visitatore che non sa che c’è altro oltre a lui, atterri su quella che è la sua pagina e di conseguenza si fermi in piedi a comprare. Fin quando si tratta di visitatori che non sono informati, che non vogliono approfondire, che non sono interessati a capire bene come funzionano le cose, questa cosa funziona e risulta che arrivano. Nel momento in cui però gli utenti cominciano a informarsi di più, a usare di più magari il telefono, magari anche mentre sono sul divano la sera per cercare notizie eccetera, chiaramente cosa succede? Che le persone vedono che c’è qualcos’altro e quindi indipendentemente dalla qualità della nostra brioche, se vedono che c’è qualcos’altro e magari che la nostra soluzione non è la migliore ma è solo la prima che arriva, vanno oltre e quindi arriva la discontinuità dei nostri risultati. Bene, per cambiare le cose dobbiamo partire dalla base, quindi capire come funziona l’attenzione. Tendiamo a pensare che le persone ci debbano attenzione, come se quando noi siamo magari in un rapporto di coppia uno parla e l’altro deve per forza stare a sentire. E cambia molto questa cosa quando tu sei magari conoscente, che magari vuoi far colpo su un ragazzo o su una ragazza, e quando invece magari hai un rapporto da più tempo. Quando tu sei alle prime uscite sei molto attento a fare in modo che quello che dici sia interessante, come reagisci la persona a quello che tu fai e di conseguenza tendi a fare in modo che il rapporto sia sempre più solido perché vuoi colpire. Dopo un po’ magari, quando passano anni eccetera, se la relazione non va tanto bene, cambia questa cosa e tu tendi a considerare più scontato il fatto che una persona ti debba dare attenzione e quindi a raccontare qualunque cosa che ti passa per la testa senza magari stare attento al fatto che questa cosa possa essere più o meno interessante perché ti ascoltano. Ecco, questo modo di comunicare, il modo di comunicare delle aziende italiane, questo è un grave problema che vediamo subito come andrà a risolvere. Dovete sapere che quando incontriamo una persona al vivo, formiamo la nostra impressione in circa un decimo di secondo. Quindi non ci ha ancora dato la mano, non ci ha ancora detto ciao, non abbiamo ancora sentito la sua voce. Lo guardiamo, magari riusciamo giusto a capire se ci fa un accenno di sorriso, la nostra prima impressione è fatta. E come sappiamo bene è molto importante perché è difficile modificare successivamente la prima impressione. Questo perché c’è un effetto priming di psicologia che fa in modo che tendiamo a confermare le nostre convinzioni nel tempo e di conseguenza quando noi uno lo prendiamo male dal primo momento è molto complicato poi andare a modificare questa opinione. Normalmente tenderemo a considerare cose che succedono dopo come delle eccezioni a quella che è la realtà, che è quella che ci siamo formati nella prima impressione. Nel web siamo più lenti, spieghiamoci del doppio, quindi due decimi di secondo. Chiaramente in due decimi di secondo magari molte pagine non si aprono neanche, ma tendiamo a considerare che quando una pagina si apre abbiamo subito una sensazione generale su come questa pagina è e su cosa ci comunica. Diamo come utenti circa cinque secondi al sito per fare in modo che ci spieghi e ci faccia capire di cosa parla. Questo più o meno è un tempo che è stato calcolato 4-5 secondi di default per tutti. Se in 4-5 secondi noi non capiamo che il sito dove ci troviamo potrebbe essere la risorsa per risolvere il nostro problema, a quel punto lo abbandoniamo. Probabilmente torniamo indietro su Google, probabilmente torniamo su Facebook, facciamo qualcos’altro, lasciamo perdere perché normalmente tendiamo, soprattutto da desktop, da mobile, ci mettiamo un po’ di tempo a non dare una seconda opportunità a un sito che comunica male. E il sito che comunica male non è tutto il sito in generale, è solo la prima parte che tu vedi appena atterri sul sito, quindi proprio le prime parole. Quindi quella cosa che tu vedi, se c’è troppa confusione, se non è chiaro, se non è, è un grave problema. E’ un grave problema perché l’utente che passa da A a B, quindi dall’essere in un intento di ricerca, al voler risolvere un problema, quindi magari chiede un tipo preventivo o comprare, cosa fa? Torna su Google o su Facebook. Diciamo su Google perché normalmente con i problemi siamo su Google. E su Google che cosa fa? Cerca un competitor perché fa una ricerca, vede che noi siamo il primo o il secondo, però c’è sempre un terzo o una persona prima di noi, no? Quindi torna indietro e cosa fa? Compra da lui. Questa cosa è un problema molto grave che ci pone di fronte a diversi problemi, no? Il primo problema che cos’è? È evidentemente il fatto che tutto quello che noi abbiamo fatto per portare l’utente, potrebbe essere SEO, che magari ci ha messo mesi per partire, potrebbero essere post del blog, che magari abbiamo fatto dopo aver letto e studiato, o magari che abbiamo pagato un professionista, che sarebbe la cosa migliore, per portarci a traffico organico. Insomma, tutta questa roba è streccata. Ma non solo. Se noi abbiamo fatto investimenti in AdWords e in Facebook per avere visibilità, chiaramente tutti questi soldi sono buttati e il valore di questi investimenti tende a crescere nel tempo perché più le persone si accorgono che sono strumenti fighi per promuovere l’attività, più sono inflazionati e quindi più loro possono permettersi di alzare i prezzi, magari mediante le assi o magari semplicemente per il costo a click. Terza cosa da sottovalutare è il fatto che la fiducia che tu hai nel web, come fonte per trovare clienti, quindi come strumento in cui tu butti soldi per ottenere più soldi, chiaramente questa fiducia è compromessa e questa cosa non ti pone in situazione neutrale. Cioè, se la tua fiducia viene compromessa e tu non sei al livello di partenza, sei sotto. Perché? Perché nel momento stesso in cui la tua fiducia scende, un tuo concorrente sta acquisendo clienti, quindi la fiducia sale. Quindi tu pensi sempre di investire meno e normalmente quando investi sempre meno fai sempre più cagate perché investi magari in attività che non funzionano o prendi consulenti che magari devono dedicarti poco tempo perché li paghi poco. E quindi cosa succede? Che la tua fiducia continua a scendere, scendere, scendere, scendere e i tuoi concorrenti che invece hanno investito magari in consulenti che sono bravi e magari stanno avendo un ritorno, continuano ad avere più successo. E quindi dicono, ah, cazzo, questo qua è proprio bravo, investiamo ancora. Quindi non facciamo solo magari una pagina, un sito che ha fatto bene e facciamo ne due, non facciamo solo queste che work on others, facciamo ne di più. Quindi ti scompensa, ti butta sempre più giù. Ma per poche cose in realtà. L’ultima cosa che cos’è? Che quando tu da Google passi a un sito web e poi torni subito su Google perché questo sito lì probabilmente ti è stato schifo e o non ti ha detto che effettivamente poteva essere la risorsa per il tuo problema o lo fai tramite le pubblicità, lo succede che Google alla lunga capisce che quella risorsa che lui ha fatto vedere all’utente non era la risorsa migliore. Quindi il suo utente probabilmente, a cui lui è molto attento, si stufa a fare continuamente avanti e indietro. E quindi quelle risorse che l’utente vede per un secondo, due secondi e poi se ne torna per cercare un’altra e magari risolve il suo bisogno di ricerca perché Google vede che non torna più da lui e quindi probabilmente quel sito che gli ha consigliato funziona, a quel punto cosa fa? Tende a penalizzarti. Non a penalizzarti in modo pericoloso dove tutti si spaventano, eccetera, però tende a capire che il tuo sito non è una risorsa così importante per le persone che hanno quel problema e di conseguenza cosa succede? Che ti penalizzi magari col punteggio di qualità degli annunci o magari ti faccia scendere un pochino in SERP. Insomma, non è mai bene che Google capisca che il tuo sito non è così buono come pensi. Bene, per risolvere praticamente cosa si fa? Si fa un passo indietro, no? E quindi dove si torna? Si torna coi 5 secondi dove noi abbiamo ancora l’opportunità di far capire all’utente che è nel posto giusto e che ha investito bene il suo tempo. Far capire alla persona che sta uscendo con noi da 2 minuti che effettivamente noi siamo interessanti, abbiamo effettivamente qualcosa da dirgli che gli può interessare, con noi può passare bene del tempo. E quindi cosa si fa? Si crea questo legame per cui questa fiducia che loro ci hanno prestato inizialmente viene riconsegnata e di conseguenza ci viene data un’altra volta perché abbiamo soddisfatto il loro bisogno iniziale. E’ un po’ come un libro, no? Quindi io ti presto un libro e se tu lo tratti bene, se tu me lo ridai che è corretto, tenuto bene, senza sottolineature, orecchie, eccetera, io te lo do ancora. Se tu invece me lo butti lì, magari mezzo stropicciato, eccetera, io non te lo darò mai più. L’attenzione è la stessa cosa. E per ottenerla cosa dobbiamo fare? Dobbiamo partire da quello che gli utenti vogliono. Quindi dobbiamo analizzare i mercati concorrenti, trovare una nicchia di persone, perché chiaramente più parliamo in modo specifico e più è facile coinvolgere persone, e comprendere il problema di questi utenti. Poi, quando abbiamo fatto questo, possiamo utilizzare gli annunci, quindi AdWords o Facebook, per intercettare utenti interessati, perché abbiamo persone che sono profilate sul nostro servizio o magari abbiamo persone che stanno cercando su Google come risolvere un problema per cui noi abbiamo sviluppato un servizio o un prodotto. Quindi, prendiamo queste persone e le portiamo sul sito. Sul sito dove, dove è traverso una landing page, quindi una pagina ottimizzata per l’atterraggio, offriamo la migliore risposta a quel problema specifico. E non parliamo tutti, cioè il nostro prodotto non è che deve essere bello per tutto il mondo, può essere bello per poche persone specifiche, però per quelle poche persone deve essere il prodotto ideale. E parliamo sempre uno a uno, quindi non parlo a tutti, ma parlo semplicemente a te che mi stai ascoltando in questo momento, perché se ti parlo così la tua attenzione sarà molto più alta. Bene, infine, otteniamo attenzione. Nel momento in cui otteniamo attenzione, possiamo fare quello che dovremmo fare in realtà col sito web, quindi cercare di iniziare una vendita. Questo più o meno è lo schema generale con cui noi possiamo prendere delle persone, intercettarle e portarle su una pagina specifica, e poi farle fare qualcosa. Potrebbe essere un acquisto, una richiesta di informazioni, scaricare un e-book, però proprio anche l’acquisto, non solo scaricare l’e-book, perché molti pensano che la landing page è solo una squeeze dove tu metti due dati e ti arriva un e-book. In realtà non è quello. Le landing page si dividono in squeeze, quindi pagine che hanno questo obiettivo, e pagine di vendita. Io, quando cerco di fare la landing page, quando vendo il mio servizio, vendo pagine di vendita. Quindi non ti vendo il fatto che un utente ti scarica l’e-book e poi magari interessa quello che fai. Io gli vendo il fatto che ti chiedono un preventivo per quello che stai facendo. Per fare questo, dobbiamo ottenere questo schema. Alla fine del webinar ci saranno una sessione di domande, però nel frattempo, se trovate qualcosa di interessante, potete utilizzare l’hashtag che diceva Jacopo all’inizio e magari chiacciolare future immagini, piuttosto che offerta in, perché sono i miei hashtag, così magari puoi utilizzare l’e-book. Luca, sono comparso. Ho raccolto un po’ di domande, non volevo interromperti perché ero anche io rapito dall’interesse. Mi piace molto, mi sta piacendo molto. No, ti interrompo per un paio di cose. Sicuramente, mi collego a quello che hai detto, anche l’atto SEO. Quando l’utente torna su Google, quindi visita per pochi secondi il tuo sito e torna su Google, è un fenomeno che sicuramente, come hai detto giustissimamente, ti dà anche dei problemi l’atto SEO. Oltre a non vendere, ovviamente, ma anche Google tiene in considerazione questo e questo è giustissimo, questo fenomeno che in gergo tecnico si chiama Pogo Sticking, ovvero passare dal sito e tornare in SERP. Ne parlo anche sempre io come un fenomeno che sicuramente è tra i meno colti da SEO, però in realtà è un fenomeno che viene tenuto a un grosso peso per Google. Mi ricollego a questo per partire con un paio di domande. Allora, prima di tutto, intanto sono arrivati dei complimenti di persone che hanno letto il tuo libro, Manuel diceva che per il libro c’è tanta roba. Alcuni hanno purtroppo per problemi personali o lavorativi hanno dovuto abbandonare e chiedevano se ci sarà la registrazione. Sì, noi stiamo registrando il corso, quindi verrà dato un link per email a tutti i partecipanti che potranno rivedere gratuitamente il corso nei due giorni successivi. Però state qui perché la parte più bella, secondo me più interattiva, non che la docenza non sia bella, però a me piace molto la sezione di domande e risposte, quindi cogliete l’occasione per fare domande finché abbiamo Luca qua in diretta. Abbiamo pensato anche a qualche sorpresa alla fine, per cui rimanete che fa semplicemente. Assolutamente, chiedono che libro si fa, come si chiama il libro, facciamo un po’ di pubblicità, come si chiama il libro chiedono. Allora, il libro si chiama Landing Page Efficace ed è edito da Weply. Lo trovate sul sito di Weply o su Amazon, se non sbaglio, c’è forse un 15% di sconto e sono molto contento perché sta andando molto bene, nel senso che al di là del fatto delle vendite che sono buone, però è comunque un mercato di micchia, il feedback degli utenti è molto positivo e di conseguenza io, che chiaramente non sono uno scrittore, probabilmente mi hanno anche steccato a scuola per l’italiano, sono molto contento del fatto che il libro funzioni e comunque che piaccia. Allora, andiamo su un po’ di domande invece per te che sono… Sì. Allora, adesso andiamo con ordine. Allora, vabbè, come mai i top marketer italiani sono tutti dalle tue parti? Questo, vabbè, non rispondiamo. Allora, aspetta che qua vada. Un’altra domanda da Luigi, si sta molto bene la risposta da tutti i punti di vista. Allora, Luigina chiede, perché costruire una landing page per un’azienda? Può essere utile costruirla per vendere dei prodotti e come farlo? Questo penso lo dirai dopo, però se vuoi già anticipare qualcosa, stavi dicendo appunto differenza tra squeeze page e pagina di vendita proprio. Esatto. Diciamo che in realtà non è detto che la landing page sia la soluzione migliore a quello che è lo stato attuale di un’azienda, però è la soluzione migliore per imparare a comunicare. Quindi, in realtà molti pensano che la landing page sia uno strumento, no? Quindi tu contatti uno, gli dici fammi una landing, lui ti prende le quattro informazioni che gli dai e te le monta su. In realtà non è così. Normalmente quando mi contattano i clienti si parte dal capire se effettivamente il prodotto o il servizio proposto ha delle attrattive particolari, ha degli elementi che lo distinguono dalla concorrenza e se non li ha, vediamo di crearli insieme agli imprenditori. Magari alcuni imprenditori hanno già degli elementi di unicità nella loro offerta, però magari non lo sanno o magari non sanno comunicarli. La landing page è fatta proprio per questo. Quindi se dobbiamo dire che la landing page è la soluzione migliore per vendere prodotti tramite un e-commerce, no. Però sapere come è sviluppata una landing page ti permette o di creare una pagina che vende un singolo prodotto di brutto, oppure ti permette di capire come impostare le schede prodotti di un e-commerce per fare in modo che siano più efficaci per gli utenti che le visitano. Chiaramente non tutte le schede prodotte possono essere una landing page, a meno che tu non fai un grande lavoro, però capire come funziona il meccanismo delle persone quando comprano è fondamentale. E questo è in realtà quello che io faccio, quello che ho scritto nel libro. Non si pensa che la landing page sia un sito web, ma in realtà potrebbe essere tranquillamente un volantino, una telefonata che un utente ti fa in cui tu ordini le informazioni che dici in un determinato modo. È un processo di acquisizione delle informazioni che quindi normalmente fa quasi sempre bene. Sì, allora a tal proposito c’è un’altra domanda, mi ricorlego, una squeeze sarebbe, se puoi ripetere il concetto, di squeeze page? Sì, praticamente si parla di due tipi di landing page fondamentalmente, una landing page corta, quindi squeeze page. Normalmente le landing page corta sono quelle che non hanno barriere di entrata, per esempio una squeeze è quelle pagine dove tu vedi magari un video e ti dicono metti la mail per vederne altri quattro, poi è una squeeze. Tu non ti costa niente perché metti solo una mail e l’unico rischio che hai è quello di essere bombardato di mail. La sales invece è una pagina di vendita o pagina di conversione, possiamo dire, quindi cosa fa? È una pagina più lunga perché deve dare più motivazione all’utente perché l’utente che sta cercando informazioni ha bisogno di capire che tu sei effettivamente la risorsa migliore. Quindi non è semplicemente risposta a form, ma è fatta da una serie di informazioni che adesso vedremo come strutturarle, che poi finisce con le modalità di contatto. Queste sono le pagine di vendita e si chiamano landing page lunghe, per darti un’idea. Questa cosa è landing page lunghe da una parte o landing page corte. Normalmente funzionano bene tutte e due, l’unica cosa è che bisogna capire quando utilizzare una e quando utilizzare l’altra e come integrarle all’interno della propria strategia di web marketing, poi lo vediamo insieme. A proposito di questo mi ricollego una domanda di Manuel. Ciao Luca, all’interno del libro spieghi step by step la strutturazione di una landing page SEO con scroll di pagina. Per una landing lato AdWords consigli una landing page fissa senza scroll, cosa ne pensi? Allora intanto secondo me bisogna valutare, la domanda è un po’ sbagliata dal punto di vista di come è strutturata. Cioè tu non devi fare una landing page per AdWords, non devi fare una landing page per la SEO, non devi fare una landing page per Facebook, devi fare una landing page per convincere l’utente a fare qualcosa. Nel momento in cui l’utente per fare qualcosa delle barriere, ti faccio un esempio, il mio servizio per fare la landing page costa intorno ai 3000 euro, quindi un utente che deve accettare di chiedermi questo preventivo deve essere motivato a farlo e io non posso motivarlo in un above the fold. Primo perché non posso dargli le informazioni che lui richiede e se un utente non ha abbastanza informazioni non comprerà mai e in secondo luogo normalmente perché è necessario strutturare le informazioni con un percorso specifico. Per cui se è vero che in una squeeze o in una landing page senza scroll, come possiamo chiamarla, possiamo mettere molte informazioni, se strutturiamo bene il layout, è anche vero che non possiamo metterle tutte e di conseguenza questo tipo di pagina è fatto semplicemente per scaricare le book. Hanno normalmente un tasso di conversione abbastanza alto perché dobbiamo pensare che l’utente non ha barriere, deve solo mettere la mail e molti la creano anche apposta, però dobbiamo pensare anche che il tasso di conversione in realtà non è poi il numero di clienti che noi otteniamo perché poi quei clienti di cui noi otteniamo la mail devono essere lavorati tramite il mail marketing e quindi solo una parte di quegli utenti poi diventa effettivamente il nostro cliente. Quindi bisogna un po’ capire, però normalmente è posta mai la domanda, cioè la landing viene sempre fatta per gli utenti con lo scopo di fargli fare un’azione specifica.

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