Lezione 1 di 4
In Corso

1.1 – Terminologia

Domenico Boccone 25 Giugno 2025

Trascrizione

Allora intanto un buongiorno a tutti, iniziamo questo corso, questo percorso sul design. Il corso di oggi è appunto gli apprendisti della grafica, nello specifico l’argomento sul logo design. Mi presento un attimo, il mio nome è Annelisa, sono nel campo pubblicitario da 13 anni, sia come freelance per piccole e medie imprese, ma anche come collaboratore per studi e agenzie nella provincia di Bologna e Ferrara. In studio samo ricopro appunto il ruolo di head of web design e quindi mi occupo insieme a tutta la parte di sviluppatori della parte visuale e anche di programmazione di siti web. Mi occupo anche della parte di visual legata ai social, infatti negli anni diciamo che questa esperienza, questo viaggio che ho iniziato a fare nel campo della pubblicità nel web design, ho iniziato a specializzarmi in cinque macro aree, quindi dall’immagine aziendale che è quella che un po’ affronteremo oggi, quindi la creazione di logo, dal logo nuovo, da un rebranding, dalla creazione di guideline, dalla personalizzazione creazione di siti web, la gestione appunto delle immagini sui social per aziende o agenzie. C’è anche appunto come trovate scritto l’impaginazione per il campo delle editorie, ebbene sì ho avuto una lunga esperienza di impaginazione sia per case editrici ma parliamo anche di cataloghi per azienda. L’ultima specializzazione è l’illustrazione, sono un’illustratrice per l’editoria nel campo di libri per bambini, diciamo che oggi voglio portarvi appunto queste tre puntate che andremo poi a vedere insieme, una metodologia di lavoro per affrontare diversi progetti che in questi anni ho stilato, riadattato, sistemato, che oggi voglio condividere con voi. Quindi vediamo un attimo che cosa posso portare alla nostra PRO. Diciamo che abbiamo in corso tre corsi ed è quindi un percorso, il primo che affronteremo oggi è sul logo design dove vedremo appunto una panoramica su come creare un logo dalla terminologia alla pratica, il secondo corso che andremo a fare è sul visual design per pagine web quindi come preparare un materiale visivo per un sito web, per un’e-commerce o una landing page, in più il terzo corso invece è visual content per i social, quindi come preparare foto, video per qualsiasi tipo di canale social la vostra azienda o voi stessi abbiate bisogno di usare. Vediamo nello specifico oggi che cosa faremo, ho diviso il corso in quattro unit, quindi la prima è la terminologia, quindi iniziamo a conoscere i giusti termini usati nel campo della brand identity così da poter essere formati e capire anche quando ci vengono chiesti determinati formati o determinati lavorazioni. Passata la parte della terminologia inizieremo con i primi passi, quindi creiamo delle linee guida per iniziare a lavorare sul vostro prossimo progetto che è la creazione di un logo. Ho inserito una parte di ispirazione quindi dove come possiamo assimilare informazioni, spunti grafici per il nostro progetto e poi l’ultima che è la parte di pratica, quindi che strumenti usare, come procedere nel concreto con la creazione del nostro logo. Bene direi che più o meno abbiamo fatto la panoramica di quello che andremo ad affrontare tra poco e quindi iniziamo. Iniziamo con la parte di terminologia. Allora qui per me è molto importante cercare di trasmettervi la differenza perché in questo ambito, nell’ambito della brand identity sentirete tantissime terminologie tra brand, marchi, un logo, un pittogramma. Voglio trasmettervi appunto la conoscenza per capire di che cosa sta parlando, se mi chiede un logo o un pittogramma, cosa devo fare, che cos’è. Iniziamo e facciamo un po’ di chiarezza. Quindi il brand, iniziamo con questa prima terminologia, nel marketing il brand è appunto uno dei beni più preziosi che la vostra azienda o il vostro cliente hanno, in quanto ne rappresenta il volto, il logo, lo slogan o il marchio riconoscibile che il pubblico associa all’azienda, quindi possiamo dire che il brand è l’insieme tra marchio e valori. Ma quindi il marchio che cos’è? Entriamo ancora più nello specifico, è esattamente l’elemento distintivo che rende immediatamente identificabile l’impresa. È ovviamente di primaria importanza per un marchio essere unico, quindi non troppo simile a un altro sul mercato, perché può creare appunto confusione e soprattutto anche problematiche di tipo legale che non vogliamo certo avere. Entriamo ancora più addentro a che cos’è un marchio, può essere espresso come logo e pittogramma. Il logo, il logo dal greco logos è la scrittura, quindi il logo è esattamente il nome leggibile che rappresenta l’azienda o il prodotto, costituito da una rappresentazione grafica del nome che ci aiuta a identificare e distinguerci dai nostri concorrenti. Ma quindi queste enormi parolone per dire? Mettiamo un esempio di che cos’è un logo. Coca-Cola è un logo perché è una parola che io posso leggere, Google è un logo, grafico ovviamente come vedete Coca-Cola usa addirittura un font personalizzato con il suo colore rosso, Google un font suo con i suoi colori, Disney è un altro esempio di logo. Ma quindi vediamo che cosa sono i pittogrammi. Il pittogramma o in italiano gergalmente emblema è la rappresentazione grafica con un contenuto non espresso in lettere e quindi contribuisce a trasmettere i valori che identificano l’azienda, il prodotto ovviamente il servizio. Di pittogrammi ci sono diverse tipologie quindi si possono dividere tra ideogrammi, dei segni astratti o iconografici. Vediamo subito degli esempi per cercare di capire esattamente cosa sono questi ideogrammi e questi pittogrammi iconografici. Whatsapp, Whatsapp in questo caso è iconografico perché trasmette l’essenza di Whatsapp cioè scriversi attraverso, scriversi e chiamarsi attraverso il telefono. La Udi Unilever è uno dei più più belli esempi di pittogramma sul mercato, è stato fatto un rebranding appunto nel 2004 e hanno inserito all’interno appunto della Udi Unilever, anche lui è un segno iconografico ovviamente, all’interno di questa U potete notare come ci sono piccolissimi pittogrammi a sua volta. Facciamo un esempio vedete questa rotella, questa girandola, quando è stato fatto il rebranding è stato ideato ogni tipo di icona, tipo di pittogramma che trasmettesse un valore di Unilever, in questo caso per esempio questa girandola trasmette tutta la parte dei prodotti che Unilever ha che possono essere legati alla cucina o possono essere creme spalmabili, ricordiamoci che tra i brand e sottobrand Unilever c’è la Knorr o ad esempio questa maglietta vedete è tutta la parte dei prodotti di Unilever legati all’abbigliamento e tra i loro marchi c’è Coccolino. Vediamo invece degli esempi di pittogrammi, ideogrammi quindi segni astratti, uno ovviamente dei più famosi è lo Swoosh della Nike, quando venne appunto fatto il restyling e l’ideazione di questo logo questo segno stava a identificare la velocità idealmente che il cliente avrebbe raggiunto usando appunto scarpe o prodotti Nike, un altro esempio è la Apple, in quanto perché segno astratto perché del resto è una mela si legge Apple in inglese ma non è collegato al loro prodotto finale, non è un computer, è una mela morsicata. Quindi i primi due sono iconografici, gli ultimi due sono ideogrammi. Vi porto questo piccolo caso studio, solo dopo che un pittogramma è stato associato ad un marchio per un periodo di tempo molto lungo, il pittogramma può essere capace di evocare il nome, infatti il baffo della Nike non lo leggiamo Swoosh che è il suo nome, ma capiamo che è il simbolo della Nike. Arrivati a un punto in cui si superano il segno grafico, il pittogramma ha superato le barriere linguistiche in tutto il mondo, infatti oggi caso Nike e Apple sui prodotti sul sito della Nike non c’è più scritto Nike, c’è solo il baffo, perché ormai nella mente degli utenti, di chi comunque compra prodotti ma anche chi no, ormai si identifica il baffo e la Nike come la mela e Apple. Ma vediamo insieme, cerchiamo di allenarci, analizziamo insieme alcuni loghi, mettiamo tipo il logo della Maserati, da cosa è composto? Da un pittogramma, la parte del tridente che richiama appunto il tridente del Nettuno e da una parte logo, la scritta Maserati. Un altro esempio ancora, ho portato vari esempi per cercare di capire come si possono andare a identificare diversi tipi di loghi, ad esempio questo della PlayStation è un monogramma in quanto riporta appunto solo le iniziali dell’azienda, PlayStation. Vediamo IBM, IBM ci ritornerà caro anche nelle prossime slide e poi vi spiegherò perché, è un logo che è un acronimo in quanto IBM appunto è International Business Machine Corporate che hanno tolto, quindi hanno tenuto solo IBM. Un altro esempio ancora, questo è di KFC, che cos’è? È un acronimo perché ovviamente è il pollo fritto del Kentucky, quindi Kentucky Fried Chicken, scusate, e presenta una mascotte, questo è ancora un elemento aggiuntivo per andare a identificare il logo. Quindi ora che abbiamo tutte le basi per cercare di capire cosa è un logo, cosa è un pittogramma, cosa è un monogramma, il consiglio che vi do è ovviamente di guardarvi attorno e di guardare con l’occhio di un visual designer tutti i loghi che potete incontrare nel vostro quotidiano. Ora andiamo avanti, come verifichiamo se un logo è efficace? Questa persona che vedete è stato uno dei più grandi designer nella nostra era, perché era un appassionato del suo lavoro, giocava con forme, colori, la tipografia, quindi con i font era proprio, spariva dal suo lavoro l’amore che lui aveva in quello che faceva e oggi grazie a lui alcune forme di advertising sono concepite come una forma d’arte. Chi è? Questo uomo è Peter S. Rosenbaum, conosciuto più facilmente come Paul Rand, lui ha avuto una lunghissima carriera e ha iniziato a stilare appunto sette regole d’oro che ogni marchio che funziona dovrebbe rispettare, che voglio assolutamente condividere con voi perché ovviamente sono tutt’oggi attuali e sono tutt’oggi un grande tesoro da tenerci vicino. Vediamo quali sono. Allora qui potete vedere alcuni dei loghi realizzati da Rand e come vedete c’è ancora il logo dell’IBM che nel momento in cui fecero il restyling del logo cercarono di ridurlo e renderlo ovviamente più replicabile. La concezione che Rand fece a suo tempo per il restyling del logo dell’IBM, questo è un piccolo aneddoto, IBM oggi è molto conosciuta perché ha appunto creato una serie di tecnologie molto avanzate tra cui anche quella dei barcode. Ha riportato una parte del suo valore aggiunto dell’azienda all’interno del suo logo, i colori appunto del blu o nero che è l’unica altra variante in cui viene replicato questo logo ed è molto bello come dopo tanti anni questo logo è rimasto assolutamente invariato. Vediamo insieme le sette regole d’oro. Allora è unico e riconoscibile cioè è diverso dagli altri loghi dei competitor, un buon logo deve distinguersi da quello dei competitor ovviamente ma dai competitor che lavorano soprattutto nella stessa nicchia di mercato. La seconda domanda è visibile? Ha una buona presenza? Come occupa lo spazio il vostro logo? Ad esempio ha uno spazio definito a cui attorno non si possono mettere altri elementi? È leggibile in ogni situazione? E a qui arriva e si collega la terza domanda, è adattabile? Il vostro logo nel momento in cui l’avete definito può essere usato ovunque da carta intestata, un manifesto, un camion o anche la personalizzazione di un abiero. L’adattabilità di un logo è fondamentale in quanto non potrete come designer o come chiunque vada a creare un logo sapere l’azienda dove nell’arco del tempo andrà a inserire il suo logo, possono essere dei badge per esempio. Quarta domanda, è memorabile? Quindi si ricorda facilmente, lo riesco a descrivere ad esempio se dovessi descrivere il logo della Coca-Cola è un font molto articolato con dei baffi sia sotto che sopra di colore rosso, se dovessi descrivere quello dell’Apple è facilmente una mela morsicata. Quinta domanda, è universale? Quindi è comprensibile anche senza spiegarlo? Nel momento in cui ho creato il logo se devo spiegare, guarda questo logo vuol dire questa cosa ecco qua abbiamo già un problema, quindi l’essere universale vuol dire che qualsiasi persona di diversa età, di diversa etnia capisca che cos’è. Andiamo avanti, senza tempo ovviamente questo è un grande traguardo per qualsiasi brand designer, cioè ci auguriamo e speriamo che i nostri loghi rimangano appunto 10, 20, 50 anni ok come IBM di RAND. Se vuoi che il tuo logo duri nel tempo deve essere al di sopra di ogni tendenza grafica, cioè se quest’anno o prossimo anno andanno di moda determinati accostamenti, determinati font, non facciamoci prendere dalle mode perché i nostri loghi, i loghi che andremo a creare per noi stessi o per le aziende, devono poter durare il più lungo senza essere legati appunto a mode. L’ultima ed è quella più importante è semplice, il vostro logo, il logo la settima regola d’oro va in realtà a comprendere tutte le precedenti, quindi è composto da poche forme e colori, ad esempio il marchio è pulito, è facilmente riconoscibile, è adattabile, la semplicità che RAND ci porta a domandarci racchiude poi le precedenti sei domande.

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