Lezione 1 di 7
In Corso

1.1 – Introduzione all’Email Marketing

Domenico Boccone 3 Luglio 2025

Trascrizione

Questo corso fa parte di un triptico, quindi sono tre lezioni che avremo davanti. Oggi partiamo con il marketing base, anche se base è un po’ limitativo chiamandolo così, perché sul finale avremo delle ticche veramente notevoli. Base perché in questa prima lezione voglio chiarire alcuni punti fondamentali che vanno dalla scelta della piattaforma alla costruzione della strategia di mail marketing, per avvicinarci poi al mondo dell’automation, che ovviamente sono uno dei core principali del marketing. Nelle altre due lezioni ho deciso, insomma con tutto il team di Studio Samo, di verticalizzare le prossime due lezioni su due argomenti, uno di commerce e l’altro è sulla lead generation, quindi spostare l’asse verso questi due mondi e fare delle lezioni su di mail marketing più avanzato, verticalizzando ovviamente in questi due mondi. Così almeno avremo tanti casi stori, avremo delle strategie di esempio da prendere spunto, senza contaminare troppo i due argomenti e fare un po’ di caos. Quindi alla fine avremo tre lezioni, mail marketing base, che detta le basi ovviamente di tutto, e poi due molto avanzate e specifici sul mondo di commerce e lead generation. Detto questo partiamo subito a bomba, quindi all’avanti con le slide, mi ha già presentato Flavio, quindi non piace star fermando troppo sulle biografie, voi potete cercare. Partiamo subito con email marketing, ovviamente si parla di uno dei canali ancora oggi più efficaci e ovviamente il più storico canale di digital marketing della storia, perché ovviamente l’email è uno dei primi elementi utilizzabili per le strategie di digital in qualsiasi ambito, quindi si sta parlando di uno strumento che ha una bella storia e ancora oggi, se usato bene, può dare tantissime soddisfazioni. Ovviamente è uno dei canali dove si lavora su un pubblico già preparato, nella maggior parte dei casi, perché meno male il pubblico ce lo siamo costruito, e quindi il vantaggio di questo canale è appunto la possibilità di arrivare al pubblico che già conosciamo, con i contenuti che già gli potrebbero interessare. Quindi, nonostante tutto questo, posso dire, come ho scritto qui sopra, che molte aziende ancora oggi lo usano in maniera impropria e soprattutto passiva nei confronti del proprio pubblico, che da ora in poi comincia a chiamare audience, abituiamoci a parlare un po’ 2021 come tipologia d’ambiente. Cioè, il nostro pubblico è una audience, dimentiamo di chiamare target, perché sull’e-mail marketing abbiamo nomi e cognomi, tutto sommato, appunto abbiamo un dato personale, non abbiamo un cookie di remarketing, un pixel, qui abbiamo veramente una persona dall’altra parte che riceve la nostra comunicazione. Quindi, essendo un canale di diretta, di diretto contatto con il pubblico, a partire da qui direct e mail marketing, abbiamo un vantaggio che sta a noi sfruttarlo in maniera molto molto pertinente con la strategia. Per esempio, mettiamo un vantaggio subito qui davanti, si può applicare in qualsiasi fase del funnel, quindi email marketing si presta sia in fasi molto alte, dove magari vogliamo lavorare sull’acquisizione di un leader, senza troppe pretese nella conversione finale, ma sia in fasi molto più avanzate, quindi una persona che magari ha lasciato il catello abbandonato e quindi è già oltre un funnel di acquisto. Lo possiamo usare in più settori, per più tipologie di aziende, B2B, B2C, non ci sono limiti sotto questo aspetto, perché è applicabile in mille casi, ha l’opportunità, mettiamola così, di creare un legame con una persona. Quindi persone e azienda hanno un bel legame con email marketing, quindi è un buon modo per mantenere un rapporto fra le due parti, quindi da una parte il cliente, il cliente da una parte l’azienda che promuove dei contenuti o vuole mantenere, creare una certa fidelizzazione del suo pubblico. Si presta a strategie diverse, nel senso, come ho detto prima, e-commerce, lead generation, branding, ovviamente sono tutte sposabili con l’email marketing, perché io magari in un e-commerce banalmente potrei mettere un’iscrizione alla newsletter a fronte di uno sconto iniziale e far partire una serie di automation tra le email, quindi si presta in e-commerce, si presta sul B2B, magari organizzo un evento aziendale, uso magari LinkedIn per promuovere, acquisisco lead da LinkedIn e poi ne li lavoro successivamente. Quindi ben o male, abbiamo tanti punti su cui aggrapparci, in qualsiasi settore. Al giorno d’oggi mi sembra ovvia, ovvia, l’integrazione con il mondo di advertising e da advertising vi dico che uno dei punti forti è prendere i dati dell’email marketing e riversarli nell’advertising. Questo che vuol dire? Lo vedremo soprattutto nelle prossime due lezioni, questa cosa qui. Scegliendo, segmentando bene il pubblico, parola che oggi vi traserò con questo segmentare, perché è uno dei principi base dell’email marketing, segmentare il proprio pubblico, la propria lista di contatti, ci permette di estrapolarla e quindi di fare delle selezioni di pubblico, pubblico che spende tanto, pubblico che non spende, pubblico che spende solo per il periodo di sconto e quindi creare dei cluster, chiamiamoli così, di pubblici da utilizzare come per esempio un pubblico simile, il cosiddetto lookalike di alcune campagne o anche come i remarketing diretto di alcune campagne pubblicitarie, social, google, quello che vogliamo. Quindi l’integrazione con l’advertising è fondamentale ai giorni d’oggi, così come lo è il CRM. Il CRM è un gestionale che gestisce le relazioni dei clienti, quindi di solito un applicativo che usa il scheme commerciale per gestire il database dei clienti, dei contatti, dei prospect se vogliamo. Quindi dialogare con il CRM è una cosa che al giorno d’oggi deve essere fatta diciamo in comune, combinare a comune in parallelo con l’email marketing, perché possano dialogare e rafforzare tutta la strategia e ve lo vedremo proprio già in questa lezione, anche se nell’argomento di generation ne parleremo in maniera molto più esaustiva. Una cosa da chiarire subito, email marketing non vuol dire automation, cosa che spesso aziende, clienti hanno un po’ questa parola in bocca. Le automation sono una cosa, l’email marketing è un’altra. O meglio, le automation fanno parte di una strategia di email marketing, ma non è detto che se uno manda delle newsletter periodiche quella sia automation, anzi non è automation. L’automation avviene quando c’è un elemento che attiva un comportamento, cioè c’è un’azione, un trigger, così come si dice Unisce, che attiva una serie di operazioni. Per esempio, banalmente mi iscrivo su un sito e-commerce per ottenere il 10% di sconto, ricevo un email con un buono. Potremmo definirla un automation, potremmo definirla, perché l’elemento che fa scattare le cose è la mia iscrizione alla newsletter. Potremmo definire un’automation quando io metto un prodotto nel carrello e non completo l’ordine. Magari dopo due ore mi ricorda che ho un prodotto nel carrello. È un’automation. Perché è un’automation? Perché c’è un elemento che fa scattare qualcosa, ma un elemento che è soggettivo, non che tutte le persone ricevano la stessa messa. Perché altrimenti quella è una newsletter. Quando i comportamenti sono attivabili, quando le azioni sono attivabili da dei comportamenti degli utenti, quindi se sono iscritti alla newsletter, piuttosto che hanno compilato un forno su un sito, posso fare un autodisponditore o qualcosa del genere. Quella è l’automation, che rimane una cosa one-to-one. Io, azienda, comunico al cliente che ha richiesto immediatamente quella informazione. Però se devo mandare degli email, per dire, penso, ho un piano editoriale, mando un email mensile, un email a settimana, quella non è automation, perché non fa parte di un workflow, di un flusso di email da mandare, di alcune impostazioni che cambiano persona su persona. L’automation sono, penso che, individuali, sono soggettive. Io magari oggi sono in un momento dell’automation, e magari c’è chi è già alla fine di quella automation. Ci sono dei comportamenti, ovviamente, che attivano questa cosa. I termini da conoscere all’interno del mondo dell’email marketing sono questi che vi ho messo. Abbiamo le newsletter, che in realtà sono delle mail commerciali o non commerciali, contenutistiche, informative, quello che vogliamo metterci. Possiamo parlare di sconti, di nuove uscite, di prodotto, di saldi, di black tide, di novità, di collaborazioni. Possiamo parlare di tutto e sono email, diciamo, da calendario editoriale. Quindi, di solito, le email di newsletter sono email che vengono mandate in maniera massiva a tutti i contatti di una lista, o comunque senza un attivatore che scatena l’invio. Io sono iscritto, magari tutti i venerdì alle 15 mando una newsletter. Questa non è automation, questa è newsletter. Punto. Quindi smettiamo di chiamare l’automation. Poi tutto il mondo del direct mail marketing, che troviamo spesso abbreviato come DEM, riguarda tutte le strategie di mail marketing dove c’è alla base una segmentazione del pubblico. Quindi cominciamo ad addentrarci verso un discorso di automation, ma comunque cominciamo a isolare parti di pubblico per comunicare cose specifiche. Quindi, se io sono interessato a, che ne so, sono iscritto a Studio Samo Pro e magari ho frequentato tutti i corsi legati all’email marketing, magari potrei avere un segmento su email marketing ai quali comunico contenuti per finanza su quel tema lì. Direct campaign sono un termine poco utilizzato effettivamente, che però fa parte del mondo dell’automation, soprattutto in ambito lead generation, ovvero acquisizione di contatti. Questo vuol dire soprattutto avere un flusso di mail che ovviamente hanno un attivatore alla base. Mettiamo caso Studio Samo organizza un evento, a sorpresa, e quindi vuole fare un po’ di hype sul tipo di corso. Magari per sapere le novità in anteprima metto un form di contatto dove se mi iscrivo ricevo la news in anteprima. Magari da lì partono una serie di mail che ti preparano sempre di più fino a svelarti il nome. Ecco, questa è una direct campaign, ovvero c’è un elemento che scatena la mia iscrizione e poi c’è un percorso obbligato fatto di una serie di mail, però io potrei essere su 10 mail all’ottavo email, qualcuno magari si è scritto oggi alla prima email, qualcuno ha già finito il ciclo di 10 mail. Queste sono direct campaign, ovvero una serie di informazioni che partono stile newsletter, però su un pubblico che si è attivato da solo. Quindi mi sono iscritto, ho fatto il workflow di tot email a tot distanza l’ora all’altra. Questa è già automation. Anche se è un automation classica, semplice, perché c’è un elemento che si attiva e poi un percorso obbligato, chiamiamolo così, però ci possiamo divertire perché io potrei magari fare dei filtri. Quindi mando la seconda mail a chi ha aperto la prima, la terza a chi ha aperto la seconda, fino ad arrivare all’ultima mail che mi fa veramente i migliori, che sono arrivati fino in fondo alla fine di questo percorso. Lo vedremo nella lezione dove spiegherò e sviscererò, ecco, perdonate il termine, il mondo della degeneration ambito email marketing. Allora, ambiti di utilizzo. Qui ho messo ovviamente i due mondi principali, degeneration e e-commerce. Come ho detto prima, si prestano in tantissime situazioni questo utilizzo dell’email marketing. Per esempio, nella degeneration possiamo utilizzarla per attirare richieste, quindi è un po’ come una manovella. Io posso usare l’email marketing per attirare contatti e la mia strategia potrebbe portarmi più contatti di qualità, più contatti di quantità. Sta a me e decide dove voglio stare. Se nella mia pagina do tante informazioni, probabilmente all’utente bastano quelle informazioni e se decide di andare avanti lascia i propri dati. Se sono un po’ più mistico, mettiamola così, e lascio meno informazioni in una pagina che spiega magari in dettaglio un corso, quello è più incuriosito e mi lascia il contatto, ma questo non vuol dire che poi quello si iscriverà a un corso. Quindi diciamo che noi abbiamo un po’ le manovelle dove possiamo decidere voglio più contatti, voglio più contatti buoni e capire dove stare. Quindi la usiamo per attirare richieste in ambito degeneration, per sviluppare un leader. Una volta che un leader acquisito, va trasformato in cliente. Ci sono determinati passaggi all’interno che ovviamente avranno bisogno anche di un supporto commerciale, magari di chiusura di un contratto a seconda degli ambienti in cui siamo. Quindi lo sviluppo di un leader può essere supportato da una strategia di email marketing, che magari aiuta ingrediente dopo ingrediente a farti creare quella cosa in testa che ti dice ok, questo è il servizio, il prodotto che fa a caso mio, perché risolve questo mio problema, perché funziona bene eccetera eccetera. Ovviamente in brambi mondi anche la fidelizzazione fa parte di uno degli elementi top, diciamo, dell’email marketing, perché permette di mantenere un rapporto solido con il cliente. Punto in comune fra tutte e due, anche in questo caso, oltre a fidelizzazione, è anche la segmentazione, ovvero l’email marketing deve permetterci di isolare i gruppi di pubblico. Infatti una delle prime cose che vi farò vedere, che dovete fare quando mettete mano a una strategia di email marketing, è un piccola premessa all’oltre delle piattaforme in questa lezione. Quindi cercherò di essere super partners dalle piattaforme. Non voglio, vi farò vedere qualche esempio, magari su MailChimp, a Sandinblog, magari Berlò, all’occasione cosa farvi vedere, però ecco, voglio che sia un percorso di email marketing che non vi vincoli a una piattaforma specifica, perché sono cose che trovate bene o male ovunque. Vi posso dare dei consigli, assolutamente, però sono cose che sono applicabili in qualsiasi piattaforma. Quindi segmentare il pubblico è un altro elemento che vi può permettere di isolare parti della vostra lista, in modo da fare delle mail più mirate a quel tipo di persona. Poi nell’ambito di generation abbiamo il CRM, che magari dialoga con l’email marketing, e il commerciale sa quale mail quella persona ha aperto, a che punto è del flusso di email, delle group campaign magari che sta ricevendo, eccetera. In tutti e due i casi abbiamo l’analisi dei dati, che ovviamente ci dà un record, ovviamente, che ci può aiutare a migliorare la strategia. Quindi riconoscere il nostro pubblico, saperlo isolare, ci dà anche poi delle previsioni su migliorare l’advertising stesso, magari, no, migliorare la strategia di acquisizione. Sto prendendo dei contatti che sono fuori target, quindi voglio migliorarlo un po’ di più. E prendiamo degli esempi proprio già oggi. In ambito e-commerce, l’obiettivo della mail marketing è creare un audience, crearsi un pubblico. Pubblico su cui sarà più facile vendere, sarà più facile arrivare, raggiungere, coinvolgere. Non solo nell’email, ma anche, eventualmente, in una strategia di adb. Quindi, però, nell’email abbiamo il contatto, quello che ha chiesto lo sconto, sappiamo chi ha già acquistato, non acquistato, ha comprato un prodotto specifico, è tutto un’informazione che possiamo potenziare. Possiamo fare strategie per aumentare le revenue, quindi aumentare lo scontino medio, far tornare dei clienti sul sito, quindi automatizzare anche dei processi di acquisto. Quindi un cliente che non compra da tot tempo, un ex cliente, un ex abbonato. Quindi ci sono tante situazioni da prevedere che, magari, ci permettono di migliorare poi tutta la strategia.

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