Lezione 1 di 4
In Corso

1.1 – Introduzione a Google Analytics 4 e differenze con la precedente piattaforma

Domenico Boccone 16 Giugno 2025

Trascrizione

Benvenuti di nuovo ancora tutti, io sono Francesco Gavello, sono consulente, formatore, mi occupo di advertising e di web analysis e oggi proprio di questo parliamo. Parliamo di web analysis e io lo so perché siete qui quest’oggi, perché come appunto anticipava Jacopo il tema GA4 è piuttosto caldo, anzi diciamo che ha subito un’importante accelerata, quella roadmap che adesso vi racconterò, che tutti più o meno avevamo intuito potesse prevedere Analytics, quello vecchio, ecco quello che abbiamo installato per molti anni sulle nostre macchine. Inizierei questa nostra chiacchierata di oggi da diciamo così una serie di relative banalità, ecco diciamo un punto di partenza che mi piacerebbe fosse comune a tutti su cui iniziare a costruire questa tematica, questo passaggio a GA4 che in qualche modo ci tocca a tutti quanti. Io vi leggo qui a lato nel secondo monitor su eventuali domande e spunti, scrivete, poi vediamo se accumulare alcune risposte prima della pausa oppure se vale la pena magari fare una piccola parentesi se il tema magari lo permette. Ora, sappiamo tutti vero che Analytics 3 è stato, come si dice in gergo, deprecato. Analytics 3, quello vecchio, Universal, è stato dato a termine il 1 luglio 2023, i dati cadranno a coltello, a zero, smetteranno di essere raccolti da Analytics 3, Universal, lo chiamiamo 3 rispetto a 4 per comodità, ma Universal smetterà di raccogliere a luglio 2023, cioè tra un anno, e da lì in avanti Google ti dice comunque stai tranquillo, avrai ancora almeno, questo almeno fa un po’ paura, almeno sei mesi per scaricare i dati da Universal e poi boh, poi lì si apre il futuro incerto che Google non ci è ancora in grado di descrivere. Fatto sta che invece Google ti dice anche io però è una soluzione e te la do, mica ti lascio piedi, ti fornisco Google Analytics 4 che addirittura ho descritto come cambio generazionale nelle guide, Google lo descrive così come un passaggio incredibile quantico rispetto a quello che prima avevamo, con il quale continuerai a, come dire, tracciare i tuoi utenti negli anni a venire. Sappiamo che poi recentemente, insomma, per diverse tematiche legate al garante della privacy in Italia, questa roadmap magari viene anche accelerata, sappiamo oggi che Analytics 3 comunque è stato dichiarato illegale in Italia, quindi di nuovo il tema è molto caldo e molto centrale perché moltissimi, tra imprenditori, formatori, si stanno appunto informando e cercando di dotare delle skill per transitare nella maniera meno dolorosa possibile ad uno strumento che, cavoli, è diverso, è diverso per delle fondamenta diverse, quindi l’obiettivo di quest’oggi è cercare di partire da alcune apparenti, ecco banalità, per arrivare poi entrando direttamente in piattaforma a toglierci un po’ di paura di GA4. Il mio obiettivo in queste due ore, se lo condividete anche voi, è toglierci il timore di GA4, andare oltre la difficoltà della lettura dell’interfaccia, che è diversa, ma sapere che è uno strumento che si può iniziare ad utilizzare, che cosa ci può offrire, qual è il suo dizionario, che lingua parla, diciamo così, GA4, per iniziare poi un processo che può essere molto semplice per progetti più semplici e lineari, siti piccoli, magari un piccolo blog, un piccolo sito informativo, molto più magari sfaccettato e complesso per un grande e-commerce o per una realtà che opera su più country, ecco ovviamente l’implementazione poi concreta varierà a seconda del sito che avete oggettivamente di fronte. Ulteriore banalità, cambiando Analytics cambia anche l’ID di misurazione, non sottovalutiamo questo aspetto, per anni siamo stati abituati a tracciare Analytics Universal e versioni precedenti attraverso degli codici, degli ID di misurazione, con il prefisso UA, Universal Analytics, UA, 123456, per esempio, va da sé che cambiando l’ID di misurazione che in Google Analytics 4 invece inizia con G, la transizione, togliamoci subito il pensiero, non è possibile farla attraverso il classico plugin che usate adesso cambiando l’ID, sta roba non funziona, avete magari impiegato soluzioni che hanno fatto uso di un ID di misurazione Universal e non è possibile cambiare l’ID per effettuare la transizione a GA4, si tratta di implementare nuovi tracciamenti in parallelo o sempre considerando che in Italia Analytics Universal è illegale, anche solo fossero quelli di GA4 e basta, ma sono due binari che corrono a parte, non si tratta quindi di entrare nel plugin di WordPress che magari state utilizzando per tracciare Universal Analytics, cambiare l’ID e premere salva, sta roba non funziona e crea disastri, lo stesso Google sconsiglia di andare a immaginare un plugin per fare entrambe le cose, ma di eventualmente entrare in un’implementazione manuale parallela a quella che già avete adesso per Universal. Spunto in più, con il passaggio a GA4 verranno meno le viste e io che per anni ho raccontato e fatto corsi e lezioni sull’importanza di usare le viste come metodo per leggere i dati in Universal Analytics, sto un po’ a bocca asciutta, perché mancano le viste, in GA4 l’idea è che abbiamo l’account, abbiamo la proprietà, abbiamo delle cose all’interno della proprietà, ma manca tutta la colonna di destra nella configurazione, mancano le viste e con le viste vengono meno degli obiettivi. Quante volte in passato avete sentito un professionista come magari me che vi raccontava l’importanza della configurazione degli obiettivi in Analytics? Piccola parentesi, gli obiettivi in Analytics erano pochi, di tipo destinazione, di tipo pagine o schermate per sessione, di tipo durata di sessione, di tipo evento, degli obiettivi che si potevano far scattare in Analytics, vecchio, per confermare l’efficienza del traffico e poi quegli obiettivi venivano trasmessi a Google Ads per esempio come conversioni, ma vabbè, in GA4 mancano le viste e non trovate gli obiettivi perché gli obiettivi erano una configurazione a livello di vista. Ci sono delle alternative ovviamente al tracciamento delle cose importanti che succedono sul nostro sito, ma non si chiamano più obiettivi e non si possono migrare uno a uno gli obiettivi che avete tracciato magari per anni in Universal Analytics. Fortunatamente, ed è per questo che ho iniziato a condividere il monitor prima ancora di iniziare a parlare, anche GA4 dispone di un account dimostrativo. Questo, per quanti di voi abbiano seguito altri moduli in Studio Samo Pro legati in qualche modo ad Analytics, questo è un piccolo punto di partenza che tende anche a, se vogliamo, risolvere molti problemi di uso comune proprio nell’imparare Analytics. Esiste un account dimostrativo dove si trova, vi condivido e mi sposto un attimo tra le finestre, si trova tipo qua. Fate una ricerca in Google, cercate account dimostrativo Google Analytics, vi compare come primo risultato questa pagina, scrollate mezza rotellina del mouse e decidete quale di queste tre voci cliccare. Per richiedere un accesso libero e in lettura ha una vera proprietà GA4 configurata per il Google Merchandise Store oppure per un’applicazione che appunto è vera e funzionante e peraltro avete ancora l’account dimostrativo anche della proprietà vecchia, quella Universal. Quando, io adesso non posso farlo perché sono già all’interno, quando cliccate qui lui vi porta qua. Se avete un account Google e siete loggati in quel momento con un account Google, cliccate e finite qui dentro. Con un vero account dimostrativo a disposizione, in questo caso io vi stavo facendo vedere la versione GA4, ma ovviamente avete ancora accesso anche alla versione Universal. Questo è il punto migliore in cui imparare come i dati si muovono in GA4 senza ancora aver creato un account completamente da zero, perché poi nella creazione di un account e in tutto ciò che riguarda naturalmente la, come dire, complessità del data model, adesso ci arriviamo, è di GA4, però uno vuole vedere come dovrebbe essere un account che funziona. Quanto meno per chiedersi, ma chi lavora bene su un account pienamente configurato? Che cosa osserva? Che cosa mi è, come dire, possibile auspicare di avere in piattaforma? Quindi di nuovo utilizzate l’account dimostrativo, utilizzatelo tanto, utilizzatelo anche inizialmente se non avete ancora effettuato nessuna transizione a GA4 per prendere dimestichezza con la piattaforma, tanto non si rompe niente, siete ospiti in questo account dimostrativo in casa Google, il sito è vero, è il Google Merchandise Store, un vero e-commerce che vende accessori, pallini, ombrelli, magliette di Google, che genera fatturato, che genera entrate ed è ideale per andare a osservare dati legate alle entrate, legate alle aggiunte al carrello e tutto ciò che ovviamente riguarda il tracciamento di un e-commerce fatto bene in GA4. Questo dicevo sempre come banalità iniziali, che forse non lo sono così tanto. Fortunatamente GA4 fa anche un lavoro, se vogliamo, proattivo rispetto a quello che ci lasciava Universal. In GA4, per esempio, l’aspetto più interessante che noto nei miei clienti apparire più gustoso è che il traffico spammoso viene filtrato a monte. Universal permetteva di filtrare il traffico spam e in qualche modo per alcuni anni, per fortuna abbiamo superato quei periodi abbastanza indenni, era difficile filtrare il traffico spam. C’era comunque qualcosa che passava oltre, veniva scritto nei report e che ci lasciava sempre un po’ il dubbio che il dato fosse stato raccolto correttamente. Ecco, sapere che GA4 fa comunque degli sforzi nella direzione del filtro sul traffico spammoso non è assolutamente una brutta cosa, ma soprattutto al di là di tutte queste apparenti banalità, l’aspetto più importante è che in GA4 cambia il data model. Se dovessimo ricordarci una cosa della nostra chiacchierata di quest’oggi, potremmo dire che Universal Analytics, cioè questa cosa qua, Universal Analytics con tutti i suoi quanti saranno 50, decine e decine di rapporti e sottorapporti, era e si poteva ancora definire oggi sessione centrico. Cioè tutto Universal Analytics e tutto quello che c’era anche prima di Universal Analytics è sempre stato pensato per in qualche modo soddisfare una rete, un web più semplice, forse meno maturo di quello di questi anni del 2020 e ancora 2022 futuro, una rete un po’ più semplice dove sicuramente all’inizio non avevamo smartphone e tablet, dove l’essere responsibili o mobile first erano parole un po’ strane, un po’ linguaggio un po’ strano e una rete dove i siti si facevano in Dreamweaver, diciamocelo molto rasoterra, con le tabelle, con gli iframe, quella roba lì. Andava benissimo Universal Analytics con le sue sessioni, dove con sessione si raccontava questo contenitore unico, detta bene, di tutti gli hit che l’utente faceva nella sua appunto sessione, nel momento in cui decideva di navigare per un po’ sul tuo sito e per anni è andato benissimo. La sessione raccoglieva hit di tipo pagina vista, hit di tipo acquisto, hit di tipo social, insomma diversi tipi di hit ad Analytics, di chiamate ad Analytics, venivano raccolte sotto forma di hit diversi circondati da una sessione e tutto quello che Analytics offriva e offre ancora oggi per chi ha modo di guardare lo storico dei suoi dati era centrato su questa idea di sessione, la frequenza di rimbalzo che determina, che veniva calcolata in quanto utenti che vedevano una sola pagina nella sessione, la durata media di sessione, quindi un concetto che abbiamo usato per molto tempo e che ancora possiamo usare, ci mancherebbe, ma che calcolava la differenza di orario tra il primo hit e l’ultimo hit nella stessa sessione, insomma tutto centrato e focalizzato sull’idea di questa sessione che se ne hai di più meglio è, con dei limiti anche di calcolo interessanti che diventava un po’ stretto come data model quando il web è iniziato a diventare un po’ più fluido, un pochino più basato su applicazioni mobile, versioni responsive da smartphone, appunto sito disponibile in diversi break point, magari da tablet, smartphone desktop, eccetera, e pensate solo a cosa capita invece nel web moderno, quello di oggi, quello che tutti noi chiamiamo web oggi, quando dovete comprare un biglietto per andare a vedere Thor Love and Thunder, a quel punto devo andare al cinema, voglio vedere il mio film preferito, voglio andare a sedermi in una sala cinematografica per godermi un bellissimo film del Marvel Cinematic Universe e vuol dire che magari da smartphone provo a vedere se c’è posto, magari mi prenoto il biglietto, poi magari non ho la carta in quel momento, mi connetto da desktop dove con gli applicativi del computer riesco a tirare fuori più velocemente la mia carta e completo un acquisto. Ho usato due dispositivi diversi in uno stesso magari momento, ma lì la sessione diventa un pasticcio pensare che sia abbastanza per tracciare l’effettiva journey del mio cliente. E allora, con il passare degli anni, Google ha iniziato a mandare avanti in beta una versione di Analytics che si chiamava app più web, fino a più o meno a metà 2020. A un certo punto ha detto è pronta, la cottura è finita, cucinato per bene, togliamo gli steticchetti app più web che non si capisce, lo chiamiamo GA4 e Google Analytics 4 effettua quindi un cambiamento epocale davvero andando a modificare, a cambiare il data model, essendo invece evento centrico. Capito questo tutto in discesa. Universal Analytics, quello vecchio sessioni, sempre sessioni al centro, un po’ di tutto, sto banalizzando ma ancora per arrivare sul tema questo è, invece GA4 completamente evento centrico, che non vuol dire che la sessione non c’è più, ma la sessione è un evento, come gli altri, è un evento come la page view, che è un evento, è un evento come quelli che prima in Analytics erano eventi stessi, sono sempre eventi, è un evento, un purchase, è un evento, una login, è un evento qualunque cosa viene raccolta. Io di solito do questa immagine, pensate ad Analytics come qualcuno che butta su un tavolo una quantità infinita di mattoncini Lego, piccoli, tutti separati, eventi, che poi starà alla piattaforma, come dire, combattare, aggregare, darci un senso, ma Analytics prima di tutto raccoglie eventi e lo fa Analytics 4 cercando di, come dire, essere il più democratico possibile, se prima, come dicevo, gli hit di una sessione erano la visualizzazione di pagina, oggi è un evento che si chiama page view, proprio così, tutto minuscolo, page view, se prima c’era un evento che si chiamava transazioni e commerce, adesso è un evento che si chiama purchase, se appunto avevamo eventi di tipo social, adesso hit di tipo social, condivisioni per esempio su Facebook e su LinkedIn, adesso abbiamo un evento che si chiama share, perché no, tutto è un evento e allora la domanda diventa, ma se Analytics basa tutto sugli eventi, che cos’è che devo davvero fare o ricordarmi di fare per, come dire, calzare questa raccolta di eventi sulla base di quello che davvero è il mio sito? E allora inizia ad essere interessante, poi cominciamo a navigarla, è la piattaforma, incominciare ad avere una divisione mentale tra quattro diversi tipi di eventi, Analytics 4 raccoglie alcuni eventi automaticamente, di cui anche se vi dimenticate di quello che sto per dire, tanto li raccoglie uguale, e poi altri due scatoloni, come dire, serie di eventi devono essere raccolte tramite una configurazione manuale. Ora, vedetela così, quando voi installate, e adesso vedremo anche cosa significa tutto ciò, installate lo script di GA4, lui produce degli eventi senza i quali non può funzionare, eventi che diventeranno sempre più familiari per chi transiterà prima di altri a GA4, eventi chiamati first visit, eventi chiamati session start, eventi che sono alla base, hai girato la chiave, hai acceso GA4, alla base della macchina. Oltre a questi esistono degli eventi chiamati misurazione avanzata, quindi eventi che incominciano ad essere utili per misurare invece qualcosa, raccolti automaticamente. La stessa page view è un evento di misurazione avanzata, raccolto automaticamente. Tutte le volte che GA4 si trova ad essere acceso con la misurazione avanzata accesa sulla pagina home del tuo sito, butta avanti un evento di tipo page view. Questa libertà che forse state iniziando a cogliere insieme a me può intimidire, perché vengono un po’ meno dei paletti fissi che in qualche modo la piattaforma ci aveva abituato a impiegare, per anche solo non soffrire di agorafobia, so che sono comunque all’interno di questa scatola, mi muovo, ma oggi GA4 ti dice guarda che tutto è un evento. Hai installato Analytics 4 sul tuo sito? Ti mando qualche evento di base per sapere che ci sei. Vuoi tracciare una pagina vista? Devi dirmelo, quello è un evento di tipo page view. Poi entriamo e vediamo nel dettaglio, ma ci sono eventi di misurazione avanzata che aiutano la raccolta di appunto condizioni di navigazione che prima era un po’ più difficile montare, tipo lo scroll. GA4 traccia automaticamente lo scroll di pagina, fino in fondo. Quello è un evento automatico, raccolto automaticamente se è presente lo script sul sito. Il play su un video è embeddato con YouTube, dato che sono sempre la stessa azienda, quello è un evento raccolto automaticamente. La ricerca, cosa che si poteva tracciare anche in universale, capiamoci, ma un evento di tipo ricerca, quindi chi ti cerca nel modulo in alto nel tuo e-commerce, se non hai fatto le cose propriamente custom al 100%, probabilmente viene analizzato e raccolto senza che tu debba fare niente. I click in uscita. Il problema di universal era che, ed è anche in generale della webanalisi, è che io posso tracciare quello che c’è sul mio sito, ma quando mando la gente fuori dal mio sito devo impegnarmi per accorgermi di quella situazione, dato che sto mandando gente su un sito in cui poi lo script non c’è più, il mio perlomeno non c’è più, c’è quello del sito ricevente lì sopra ovviamente. GA4 ti permette nella misurazione avanzata di tracciare automaticamente gli outbound click, di gente che ti va a cliccare un link per andare fuori. I file download, poi la pianto, i file download, altro tipo di contesto. Avete una pagina che fa scaricare un pdf? GA4 ti dice sono capace, sono capace da solo a tracciare chi ha cliccato lì sopra. Cosa farà? Creerà un evento che si chiama file underscore download. Meglio di così. Eventi raccolti automaticamente. In più ci sono naturalmente le situazioni invece custom. Come dicevo, se vi dimenticate di questi eventi vengono raccolti da soli, ma se avete un e-commerce probabilmente vi interesserà iniziare a parlare di eventi consigliati e allora si tornerà a quel livello di implementazione manuale e qui spesso si usa tag manager, anzi si dovrebbe usare tag manager nella maggior parte dei casi per fare queste cose, usarlo bene compatibilmente con la GDPR eccetera, ma usare tag manager è molto comodo con GA4, per spiegare a GA4 che il tuo è un e-commerce, è un effatto di pagine viste, di scroll, di download e basta. Ogni tanto la gente view item, visualizza un oggetto, una scarpa da running rossofuoco, view item, e la mette a carrello, add to cart, e va a vedere il carrello, view cart, altri eventi, che devono essere in quel caso implementati a mano. Implementati a mano dai vostri sviluppatori, secondo una guida molto dettagliata che non è troppo distante da quello che si faceva con Universal Analytics, che permetterà, sempre lì andiamo a parare, a GA4 di incamerare eventi con i quali potrà mostrare i rapporti. Vi dico di più, gli eventi che ho appena descritto, gli ultimi, si chiamano eventi consigliati, non a caso, si chiamano eventi consigliati perché Google ti consiglia di chiamarli in un certo modo, ti consiglia di mandargli questi parametri con i prezzi e i valori e tutto quello che gli serve per completare report di tipo e-commerce, che sono già lì in attesa di quegli eventi consigliati. Nessuno ti vieta di reinventare la ruota, ma se gli mandi gli eventi che lui vuole, lui come dei pezzi del puzzle, va a colmare la tabella che ti fa vedere l’andamento del tuo e-commerce. Non c’è più come in Universal l’e-commerce base e quello avanzato, c’è il desiderio di tutti, l’imprenditore per primo, di avere tutto il tracciamento di eventi consigliati possibile e immaginabile, non sono tanti, sono una ventina, forse anche meno di una ventina, che aiutano GA4 a incamerare ulteriori eventi. E se neanche questo basta? E se non basta neanche questo, si deve arrivare, in ultima analisi, agli eventi personalizzati. Cioè prendere Tag Manager, far produrre un evento personalizzato che ha il nome che voglio io e scatta quando lo dico io. Immaginate di avere una landing fatta da qualcuno di molto bravo con delle ancore a metà strada che portano l’utente a osservare la parte finale dove c’è il modulo, dove si può magari inviare la lead e ogni tanto hai dei pulsanti che mandano l’utente in basso. Puoi decidere con Tag Manager di istruire GA4 producendo degli eventi personalizzati, proprio così si chiamano, quando è il momento di farlo. E qui hai la massima libertà possibile, puoi decidere in ogni momento che l’attivatore di Tag Manager, qui non è Analytics 4, è Tag Manager, l’attivatore di Tag Manager produce l’evento che si chiama click CTA intermedia, che si attiva spiegandoti che l’utente ha fatto click proprio lì. Avrai un altro evento incamerato in macchina. Una volta che ho tutti questi eventi incamerati in macchina avrò diversi modi per andare ad osservarli e sarà a quel punto interessante fare naturalmente analisi e riflessioni legate a come ho raccolto quei dati e quante, magari, differenze mi vado, diciamo, a, come dire, con quante differenze mi trovo a scontrarmi. Un’ultima nota, poi iniziamo davvero a vedere le similitudini dell’uno e dell’altro, ricordatevi che gli eventi centrali in GA4 e fondamentali per tutto il resto hanno dei parametri, perché se no sarebbe un po’ inutile, no? Pensate, ho un evento che si chiama page view, ma non so dove è avvenuto. Ecco, ogni evento può avere una serie di parametri delle coppie chiave valore, quindi magari l’evento page view possiede, e lo possiede davvero, un parametro page location che contiene la location della page, quindi ovviamente l’urlo in cui l’evento page view è avvenuto. Dicevo, capito questo, tutto il resto è banale, passatemi, perché una volta capito che questa libertà in GA4 mi permette di costruire rapporti, di osservare il mio sito o anche siti e app insieme, dove eventi vengono raccolti, tutto viene pareggiato e tutto un evento che avvenga su un sito, che avvenga su una proprietà, magari un’app per iOS, un’app per Google Play e a quel punto questo tipo di tracciamenti diventano omogenei tra di loro. Un report può essere costruito per osservare solo una parte degli eventi che sono avvenuti da app o eventi che sono scatenati, stati scatenati da sito. Anzi, a questo punto la differenza risulta risibile per chi non ha mai messo mano ad Analytics e qui magari alcuni di voi potrebbero invece avere una lunga storia con la piattaforma, perché è quasi più complicato fare questo passaggio per chi ha già lavorato con Analytics negli anni precedenti, perché si tende a cercare di creare quasi un parallelo, un filo conduttore che faccia vedere un’evoluzione ragionata dalla piattaforma, mentre invece chi non ha mai osservato Analytics e si trova di fronte a quest’idea semplice che ho espresso negli ultimi dieci minuti e ti dice, ha senso, io ho un sito, ho delle cose importanti che ho pensato di far fare a questo sito e quindi quelli sono gli eventi. Ovviamente se c’è uno slider in un page c’avrò ben due eventi che mi raccontano se scrollano a destra o a sinistra nello slider, se ovviamente sono un sito che si occupa di lead generation avrò un evento che vorrò tracciare come l’invio della lead, è certo. Se vendo scarpe da running vorrò avere un evento che mi fa capire quale taglia viene più scelta, perché da imprenditore non voglio solo vedere le vendite, ma voglio dotarmi di quei segnali, dato che ho fatto fare un sito, che siano per me importanti e vi assicuro ci sono imprenditori che sono molto più avanti nella comprensione di Analytics che gente che invece ha lavorato in agenzia con Analytics per moltissimo tempo e un po’ fatica e grippa mentalmente nel dire, sì però la sessione, la pagina, come la… tutto è un evento. Poi da quello parte naturalmente la riflessione tecnica, ma è semplice ed è molto più accessibile il concetto forse se uno non ha mai lavorato così tanto nel dettaglio in Analytics, perché poi il problema diventa questo, proviamo a saltare in piattaforma e prendo il mouse. Chi per anni ha lavorato con una piattaforma che giustamente cercava di dividere ogni singolo report per offrire una specifica risposta, ha iniziato probabilmente a insegnare al proprio cliente a leggere il report sorgenti mezzo per leggere alcuni dati, magari il report sul comportamento, contenuti e poi pagina di destinazione per leggerne altri e ogni report in GA3 era fatto così. Una serie di report su report su report che anche un po’ raccontavano la storia della piattaforma. Per anni Google non ha fatto altro che stratificare come la cipolla mille report uno sopra l’altro per rispondere a domande che in qualche modo puntellavano il ruolo di Analytics come principale strumento di analisi. Il web cambiava e Analytics ci metteva altri report, puntelli su misura. Ma pensate anche solo all’assurdità per chi si occupa di lettura dei dati tutto il giorno nel dire ma pensa te se GA3 deve nascondere l’obiettivo di fatturato che è la cosa principale per un e-commerce qui dentro. Dentro conversioni, sotto sezione e-commerce e darmi questi report. Sei o sette report, una manciatina di report che parlano di una panoramica dell’acquisizione, un pochino di check out e di funnelistica diciamo sul check out per poi chiuderla lì. Quando invece mi racconta decine e decine di altre cose più adatte probabilmente a un momento in cui il web era un po’ più semplice. Non voglio dire che fosse completamente sbilanciato però se ci pensate saspecce che Analytics non fosse ancora dotato di un approccio principalmente magari anche razionalizzato sulla monetizzazione. Ti parlava ancora di obiettivi di conversione come dicevamo e poi insieme a questi obiettivi di conversione parlare anche di denaro perché no?

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