Content Marketing Tool – Lezione 1
Trascrizione
Buongiorno a tutti. Oggi parliamo, come abbiamo detto, di tool per comunicare il business online, il nostro business online. Quali sono le difficoltà che abbiamo quando dobbiamo fare un’azione di questo tipo? Sostanzialmente la prima è quella più immediata, il budget. Non abbiamo soldi per fare tutto quello che vorremmo e farlo nel modo in cui lo vorremmo fare. Questa sessione formativa e poi la successiva servono proprio a quello, cioè servono proprio a darvi una serie, un set di strumenti, alcuni alternativi, alcuni complementari, che vi permettano di eseguire azioni di comunicazione, costruire la vostra comunicazione in maniera, diciamo così, economica e performante. Prima di iniziare vi dico chi sono io. Per chi non mi conosce, mi occupo di comunicazione digitale in Confindustria Firenze e do a che fare con le aziende di tutte le dimensioni, perché collaboro con la sezione di Confindustria delle start-up, dedicata alle start-up, che supporto, diciamo, nel loro sviluppo, nella strategia di go-to market. Insieme a queste due, diciamo, macroattività, da qualche anno ho un blog che si chiama toolperstartup.com, in cui faccio segnalo e faccio delle recensioni su tool per appunto start-up. Start-up vuol dire non soltanto una particolare tipologia di azienda, ma una dimensione di business, quindi sostanzialmente tool per piccoli business. Come abbiamo detto prima, i piccoli business ancora di più hanno bisogno di eseguire, fare delle attività, eseguire delle azioni sulla comunicazione o su tanti altri processi aziendali con costi, diciamo, contenuti, perché i budget sono quelli che sono. Quindi non solo start-up, ma PMI, freelance, consulenti, professionisti. Io faccio una grossa attività di selezione prima che i tool arrivino e vengono pubblicati su tool per start-up e negli ultimi, diciamo, 3, 4, 5 anni, il panorama dei tool disponibili, degli strumenti digitali disponibili si è espanso a dismisura. Per questo motivo voglio farvi vedere questa infografica abbastanza famosa. Questa è l’infografica di un noto marketer che si chiama Scott Brinker, che nel aprile 2019 con il suo staff ha mappato quelli che erano i software per il marketing digitale, ha preso i loghi anche di questi software e li ha messi in una infografica. Come vedete il panorama da una parte è stimolante per gente un po’ fissata come me, dall’altra così mette un po’ soggezione, un po’ paura, ma come ci siamo arrivati poi a tutta questa mappatura gigante? Ci siamo arrivati così, nel senso che lui nel 2011 ha iniziato questa operazione in maniera un po’ se vogliamo amatoriale, ha preso due o tre membri del suo staff, gli ha detto ma perché non fate una mappatura, li raccogliamo e nel 2011 vedete che i tool mappati erano 150, poi nel corso degli anni sono diventati nel 2019 perché è di aprile questa infografica, sono arrivati a più di 7 mila. Cosa ci dice questo? Ci dice innanzitutto che è un mercato fiorente, quindi se avete intenzione poi di fare, di costruire dei tool digitali per piccoli business sappiate che il mercato c’è, c’è ma avete anche un sacco di concorrenti, un po’ perché vanno di moda, va di moda l’utilizzo dello strumento per eseguire appunto determinate azioni, un po’ perché si sono moltiplicati i canali che abbiamo a disposizione, i social network, i canali distributivi che integrano online offline, l’integrazione tra questi due mondi, mi viene in mente particolarmente l’aspetto degli eventi in cui online offline sono molto correlati, integrati tra loro, quindi che cosa succede? Succede che nascono tantissimi tool ogni giorno, muoiono tantissimi tool ogni giorno perché anche questi piccoli software che alle volte sono davvero piccolissimi, fanno delle cose veramente, consentitemelo, ai limiti della stupidità, sono anche loro startup, sono anche loro magari imprese neonate e quindi che succede? Succede che spesso il modello di business è un po’ soppicante, gli investimenti non arrivano e poi alla fine non reggono alla prova del mercato, abbiamo detto che ce ne sono tanti però non abbiamo detto esattamente che cosa sono questi tool, diciamo che i tool sono dei software, quindi però non vi dovete immaginare dei software come Office, software grossi, la suite di Adobe, quindi Photoshop e tutti gli altri, sono piccoli software che sono destinati a eseguire un’azione specifica, non sempre quest’azione è iper specifica, certe volte copre un ambito di intervento, quindi faccio un esempio, tool di social media management, sono tool che magari pubblicano sui social media, gestiscono i contenuti, ma magari anche hanno una sezione di community per la moderazione dei commenti, oppure hanno magari una sezione di analytics per vedere un po’ le statistiche, le metriche, le performance dei miei post, quindi tendenzialmente sono destinati ad un’azione, ad un ambito specifico e a cosa servono? Questa è il premio, se volete commentare attraverso le domande, sì, è una slide banale, però certi concetti sono convinto che è bene fissarli subito, servono per risparmiare risorse, quindi tempo e denaro e a migliorare le performance, sia le performance diciamo della singola attività, della singola azione, sia poi in maniera diciamo nel medio periodo anche le performance aziendali in senso lato globale, succede che alcuni di questi tool fanno una delle due cose, nel senso che magari costano tanto ma migliorano le performance, ci sono tool che riescono con opportune selezioni e opportuni diciamo setup della piattaforma a farle tutte e due insieme, cioè io da una parte risparmio tempo e miglioro pure le performance. Come li scegliamo in questo panorama che è gigante, che è sterminato i tool? Non esiste la ricetta perfetta, non esiste la formulina magica, formula magica anche questa è una cosa un po’ brutta, il copywriter dentro di me si è rivolta, dobbiamo diciamo così fare un’analisi lato business, quindi lato aziendale, cioè fare un’analisi sull’azienda, innanzitutto dal punto di vista strategico, di strategia, cioè abbiamo nel nostro business una strategia che è on demand o è più orientata alla pianificazione, cioè si presenta un problema e cerco di risolverlo nel breve tempo quando si presenta o pianifico, capisco che siano concetti un po’ astratti, però anche qui ci aiutano diciamo così a fissare una sorta di pattern su cui orientarci poi per la scelta. Due, le risorse, tempo e euro, banalmente ci sono dei tool che sostanzialmente costano molto poco, alcuni molti anche addirittura free, ma che hanno bisogno di un grande tempo per essere utilizzati, grande tempo per essere diciamo così strutturati, per imparare a utilizzarli, per formare i collaboratori, quindi è una sorta di trade off, questo spesso tra tempo e euro e poi le competenze, quali sono in house e quali sono esternalizzate, questo ragionamento aziendale, l’esempio classico è grafico o grafica, preferisco esternalizzare questa funzione fuori da un consulente, da un freelance, da un’agenzia e quindi magari spendere un po’ di più per ottenere un lavoro professionale, oppure cercare di costruirmela in house anche senza magari avere delle competenze professionali verticali diciamo così specifiche, però con degli strumenti, immagino che Canva lo conosciate tutti, come per esempio Canva si riescono a fare dei lavori che sono forse anche amatoriali, però di un livello un pochino più alto rispetto a locandine in world che certamente avete visto con allineamenti sbagliati e loghi appiccicati sopra, magari anche strecciati, allungati da una parte, questa è una cosa che vediamo tutti spesso, quindi queste sono più o meno le tre linee che dobbiamo valutare quando stiamo per scegliere un tool, guardando dentro di noi diciamo così, quindi guardando nell’azienda, poi però dobbiamo guardare lo strumento, cioè sceglierlo questo strumento e guardare le caratteristiche di questo strumento. Lato service, come sceglierli, da una parte c’è un concetto di verticalità, cioè quanto appunto questo tool è specializzato in una funzione e non in altre. Prima facevamo l’esempio del tool di social media management, magari preferisco un tool che fa solo ed esclusivamente publishing pubblica, perché poi preferisco avere un tool che mi fa analytics o un tool che mi gestisce commenti, questa è una scelta appunto anche qui che dipende da una strategia aziendale ma che è destinata allo strumento. Una scalabilità rispetto a obiettivi di medio periodo, cioè degli strumenti che se il mio business si amplia io posso ampliare, io prendo magari uno strumento che ha un canone mensile, piano base a 29, piano intermedio a 49, piano professional a 99 che ha diversi parametri, funzionalità ridotte più o meno a seconda del piano. Io magari prendo un piano piccolo, il piano base, poi però se il mio business si espande bisogna che lo strumento regga a questa prova, cioè regga magari a delle metriche, a dei numeri più alti. Allo stesso ai me se un business si contrae devo poter fare un downgrade del piano del tool. L’altro è la sostenibilità economica nel tempo, anche qui magari io prendo degli strumenti, adotto un tool, mi piace tanto, ha una bella homepage, ha una bella grafica, è cartonato, mi piace, però magari ha un’interfaccia che quella non è facile, non è semplice, ci metto un sacco di tempo per imparare a utilizzarlo per bene e quando magari poi arrivo a saperlo più o meno utilizzare scopro che sostanzialmente non ha una funzionalità che per me è fondamentale, oppure devo trasferire questa conoscenza, devo trasferire questo, diciamo così, esperienza su questo software ai miei collaboratori e ci mettono una settimana per imparare a utilizzarlo. Questo qui è un parametro da tenere in considerazione. L’ultimo e il più difficile forse è la solidità, cioè questo tool reggerà la prova di mercato? Quanto dura? Io lo acquisto oggi, lo studio, lo imparo, lo installo, comunque me ne servo, lo condivido con i miei collaboratori, ma poi tra un anno ci sarà ancora e qui il discorso si fa ancora più più rarefatto, perché software tendenzialmente che costano tanto sono più solidi, un po’ come quando andiamo al supermercato, non ci intendiamo di vini e scegliamo quello che costa, questo costa 12 euro ma è un vino abbastanza buono, ecco così, questo è un parametro se volete stupido di scelta che però certe volte insomma è corretto, quindi qual è l’esagionamento che sta dietro? Tool free o tool freemium sono a rischio benissimo utilizzarli, anzi io li spingo molto, però bisogna stare un po’ attenti perché potrebbero da una parte chiudere o dall’altra semplicemente cambiare il piano e togliermi piano free e quindi io devo mettere magari a budget un costo che prima non avevo preventivato semplicemente. Come vengono offerti questi tool, cioè come vengono distribuiti sul mercato? Vengono distribuiti sostanzialmente in tre modalità, la prima è la modalità SaaS software as a service, io pago un abbonamento mensile o annuale e ottengo il software e lo utilizzo fino a quando pago l’abbonamento, anche software storici come per esempio Office o la suite d’Adobe si stanno, anzi si sono già spostati verso questo tipo di modello di offerta. One time invece compro il software, lo installo sul mio PC Mac e basta, è mio, me lo tengo, la mia licenza ce l’ho a vita, poi dobbiamo vedere se avrò anche gli aggiornamenti, se avrò anche magari degli add-on, però il software core centrale ce l’ho. Lifetime, questa è una modalità che sta avvenendo ultimamente molto di moda, è una modalità di offerta specialmente per software che sono usciti sul mercato da poco e che hanno bisogno di una bella spinta, di un boost, ed è una modalità per cui software SaaS, quindi a canone, vengono offerti con piani variabili in un’offerta Lifetime, cioè io pago una volta una cifra che è da 39, 49, 89, sono di tutti i prezzi e poi ottengo il software che in realtà sarebbe SaaS per tutta la vita, come se fosse una licenza per sempre. Spesso sono incluse in questo tipo di licenze gli aggiornamenti, spesso sono software che ancora non sono strutturati, sono tool che non sono ancora totalmente finiti, mancano di alcune piccole funzioni, il corpo centrale c’è, però mancano di alcune piccole funzioni, magari che devo dire hanno qualche piccolo bug, questo modello di offerta serve, capirete appunto, per ottenere un sacco di utenti e anche un sacco di feedback per gli utenti. Quanto costano Free Premium, che è un piano sostanzialmente, il piano base è Free e poi dopo per funzionalità aggiuntive, che queste sono chiaramente quelle fondamentali, si paga, Premium sono software che si pagano e basta. All’interno di questi di queste tre modalità c’è anche la Trial, conoscete tutti, 7 giorni gratis e poi per provarlo e poi dopo lo puoi utilizzare. Il Quando è il tool sostanzialmente all’inizio esce in alfa, quindi viene fatto provare agli amici, ai parenti, alla zia, alla vecchia zia, non so se la vecchia zia può, però a amici e parenti per avere i primi feedback, poi esce diciamo in beta chiusa, cioè per alcuni che magari si iscrivono alla landing page, o si iscrivono alla lista, riescono a provarlo in anteprima e anche qui gli sviluppatori riescono ad ottenere un sacco di feedback, perché questi utenti sono utenti che sono andati sulla mia landing page, hanno magari lasciato la mail e hanno detto espressamente di volerlo provare, perché sono interessati, quindi sono utenti molto caldi, sono utenti molto disponibili anche ad un rapporto con chi ha costruito, con lo sviluppatore e poi in build va al versione go to market finale con tutte poi dopo le diciamo così gli aggiornamenti del caso e le versioni del caso.