Trascrizione

Quello che andremo a cercare di vedere all’interno di questa sessione è come riuscire a gestire al meglio il rapporto con chi può realizzare per noi una serie di contenuti, quindi dei copyright che possono essere freelance o dipendenti della nostra azienda e che ci consentano di rispondere alla fortissima domanda di contenuto che stiamo vivendo sia prima che dopo il problema del Covid-19. Quello che faremo è dare un po’ un’anteprima tramite me, quindi con un certo tipo di focus su tutto quello che è il mondo dei contenuti e come si possono coinvolgere questi freelance e poi nel dettaglio con Benedetto Monaco che in Merascrivi si occupa poi di gestire tutta l’operation a supporto dei clienti. Come dicevamo avremo modo di approfondire una serie di temi che sono fondamentalmente 4, ovvero come andare a scegliere quali collaboratori andare a coinvolgere per i nostri progetti, come riuscire a combinare la scelta dei collaboratori che sappiano scrivere nel modo che piace a noi rispetto a quelle che sono le esigenze in termini di contenuti che possano essere il più possibile orientati alla SEO e quindi a sostenere i nostri sforzi per consentire di farci trovare online. Chiaramente daremo un po’ di attenzione a quello che è un po’ la novità o le novità che sembrano esserci già e che sono partite nel 2020 e stanno prendendo sempre più piedi nel 2021 su come realizzare questi contenuti e in ultimo andremo poi a vedere quali possono essere i vantaggi di realizzare tutti e tre i punti precedenti tramite un marketplace. In sostanza qui abbiamo cercato di stressare un po’ il fatto che è vero che molto spesso uno si trova davanti alla scelta di dover realizzare dei contenuti ed ha poi la necessità di scegliere a chi farli realizzare. Le prime domande però che normalmente bisognerebbe porsi conviene porle a noi stessi quindi in sostanza io devo andare a realizzare dei contenuti per promuovere il mio business ma le mie esigenze ovvero su quali argomenti voglio andare a realizzare questi contenuti? Voglio che sia una produzione, una tantum di qualità o voglio che siano una serie di contenuti che vado a realizzare nel corso del mese? Magari ne voglio pianificare, un certo numero a settimana. Ho già pensato se voglio dare una struttura di contenuto lungo e quindi molto esaustivo che consenta di coprire in modo approfondito con un unico pezzo tutti gli argomenti che voglio andare a stressare oppure possono essere tanti piccoli contenuti che riescono a dare delle pillole, delle slash news che magari riescono a soddisfare nello stesso modo l’utente che io voglio portire. In sostanza prima di dar fuori un tipo di attività, è un qualcosa che ahimè rispondiamo con alcuni nostri clienti ovvero vengono da noi a chiedere dei contenuti e non hanno ancora capito bene qual è la strategia che voglio proseguire. La prima cosa da avere è almeno in mente un piano editoriale e che cosa si vuole andare a realizzare con i contenuti che si devono fare. La seconda parte è capire effettivamente se io posso realizzare in prima persona con i miei indipendenti, con persone che assumo, con copywriter esterni e magari freelance che conosco che voglio magari reclutare o tramite piattaforme, se con una di queste soluzioni io sono in grado di risolvere tutti i miei problemi. Quindi in sostanza devo capire a chi voglio far fare questi contenuti e soprattutto come riuscire a capire se il copywriter, il freelance, lo scrittore che vado a scegliere è in grado sì di realizzare un contenuto di interesse ma anche e soprattutto ha le capacità non solo di scrittura ma anche di scrittura per il web e quindi è in grado di andare a combinare un testo che possa essere interessante per il lettore quindi scrivere per i miei clienti come si dice sempre e però tutti dicono non scrivere per i motivi di ricerca ma alla fine bisogna cercare di combinare le due cose quindi realizzare dei contenuti e quindi trovare qualcuno che sia in grado di realizzare dei contenuti adatti ad interessare e ingaggiare l’utente ma anche adatti a ottenere un successo da un punto di vista SEO. Quali sono le scelte che ci vengono davanti quando dobbiamo andare a coinvolgere dei freelance esterni per realizzare dei contenuti? In prima battuta se io voglio non prendere le persone all’interno della mia azienda ma voglio appoggiarmi a dei freelance normalmente ho la scelta di o andare a trovare dei freelance di avere un rapporto con loro one-to-one oppure utilizzare una delle tante piattaforme che esistono per il rapporto one-to-one e che ottimizzano tutta una serie di processi. È chiaro che quale che sia la scelta quindi che io scelga di andare a fare del vero e proprio scouting di freelance one-to-one che mi appoggia una piattaforma dovrò avere come detto chiaro il progetto che voglio realizzare e lo dovrò trasformare in un vero e proprio brief da passare all’autore dovrò andare a testare e verificare quali delle piattaforme ce ne sono tante che possono essere che so Fiverr che possono essere Upwork quindi diciamo che ce ne sono tante dovrò andare a vedere però quella che maggiormente si adatta a quella che è la mia efficienza dovrò fare un’attività di proposta quindi trovare questi freelance rispondere one-to-one alle proposte alle richieste che mi fanno perché poi il rapporto sarà come abbiamo detto uno a uno e poi definire delle linee guida che dovranno essere spiegate e presentate ad ogni singolo freelance che voglio andare a coinvolgere all’interno del mio progetto. Chiaro è che il tutto se lo faccio manualmente con una ricerca magari su articolisti piattaforme dove ci sono freelance avrà una semplicità una difficoltà a seconda della scelta che faccio anche in termini di qualità che voglio dare al tipo di contenuto che voglio realizzare. Ovvio che mano a mano quando vado a trovarli e a gestirli quando cominciano le attività avrò un certo numero di brief che dovrò destinare a uno o all’altro, andrò a gestire in alcuni casi con una piattaforma in altri casi tramite uno scambio di email e con uno scambio di file tutti i documenti magari di approfondimento che voglio dare al freelance o i file che mi manda per avere le bozze che dovrò correggere e di conseguenza anche se uso sistemi avanzati come possono essere quello di condivisione file come Dropbox o Drive che spesso sono integrati all’interno di queste piattaforme, avrò comunque la necessità di gestire un flusso di dati tra me e il freelance che vado a scegliere. Chiaro è che è fondamentale riuscire a ottimizzare il più possibile questo scambio di dati perché consentirà poi di gestire in modo più rapido e semplice il rapporto con lo stesso. Non voglio andare a lavorare con dei freelance esterni, una delle opzioni che mi si presenta è quella di internalizzare. Quello che stiamo vedendo noi a livello di gestione con la nostra piattaforma è che sono sempre di più le aziende che stanno scegliendo di scalare non internalizzando e quindi andando a trovare degli esperti esterni che sia una piattaforma che sia uno freelance singolo. Ci sono ancora però realtà che magari proprio per il tipo di contenuto che devono realizzare, magari è ultra verticale, ultra settoriale e magari per una quantità di contenuto non è particolarmente elevata, quindi qualità specificità e numerosità possono portare in molte realtà ad approcciare dei professionisti che possono essere internalizzati. Quindi andare a internalizzare però comporta una serie di scelte come nel caso di lavoro con freelancers esterni, porta a dover parlare con un ufficio di char si è una struttura un po’ più grande, oppure andare direttamente a scegliere la tipologia di figura che si deve prendere, pubblicare le inserzioni, raccogliere il curriculum, valutarli, quindi farne uno screening ed è un’attività effettivamente che può prendere molto tempo perché noi lo vediamo ad esempio con le attività di valutazione screening di tutti i freelance che si candidano per lavorare con la piattaforma di mirascrivi, effettivamente a livello di mercato c’è potremmo dire da un punto di vista di scelta molto offerta ed è un elemento positivo, da un altro punto di vista è un po’ negativo perché chiaramente ci sono molte persone che stanno provando ad approcciare questo tipo di lavoro e probabilmente ne hanno bisogno. Si deve chiaramente poi identificata la rosa dei candidati, andare a lavorare per definire uno o più colloqui e poi si deve formalizzare l’offerta a quella che poi sarà la persona. Chiaramente una volta che la persona è dentro va motivata, quindi non abbiamo inserito qui tutto il percorso all’interno ma la classica situazione che ci capita quando parliamo con dei clienti che poi cercano anche di esternalizzare questo tipo di attività è che o le risorse interne faticano a tenersi aggiornati, quindi sappiamo che molte realtà ad esempio utilizzano tool e aziende come ad esempio lo stesso studio Samo che ci ospita oggi per andare a fare formazione continua dei propri dipendenti ma spesso si fatica e quindi di conseguenza si ha una situazione in cui la risorsa interna poi va formata di continuo oppure deve essere trovato qualcuno che possa assisterla e cercare di farla crescere. Quindi questo chiaramente si va a combinare con tutta una serie di altre esigenze, quindi ad esempio hanno detto la persona che c’è all’interno non è più tanto esperta rispetto a quello che ha fatto, magari non si è aggiornata, deve essere aggiornata, i contenuti che realizza magari si vanno bene o devono essere fatti per rivedere, alla fine il problema della numerosità prima o poi si pone perché alla fine abbiamo una situazione in cui il nostro dipendente è in grado di realizzare dei contenuti, quasi mai un’azienda almeno che tu non sia Red Bull che quindi è un vero e proprio centro media che all’interno fa tutto e riesce a fare tutto, avrai sempre un problema di produzione, quindi la volta che ti capiterà di avere dei competitor che sono particolarmente attivi, avendo delle risorse interne ci sarà un capo massimo di contenuti che si riescono a realizzare durante l’arco di un mese e quindi ci sono delle problematiche che rimangono qualora si decida di andare a internalizzare completamente la produzione dei contenuti. Ultimo, ma non ultimo ovviamente, è la tematica zero, ovvero che ci si rivolga a dei freelance, che ci si rivolga a dei dipendenti, il problema è che scrivere ottimi contenuti è l’inizio, quindi io posso andare a spendere molto tempo per passare un riff ultra dettagliato, dare delle fonti su cui documentarsi, trovare un freelance o un dipendente che è veramente bravo a documentarsi e poi a realizzare dei testi che siano molto molto molto ingaggianti. Chiaro è che se questo contenuto è molto ingaggiante, ma non è in linea con quelle che sono alcune richieste che possono andare a soddisfare quelle che sono le esigenze SEO, quindi l’indicizzazione sui motori di ricerca su Google, avrò comunque dei problemi. Il tema che vorrei introdurre è che spesso e volentieri ci troviamo ad affrontare con molti clienti è che il briefer o comunque le conoscenze SEO che devono essere tenute in considerazione da chi scrive contenuti, si stanno facendo mano a mano sempre più complesse, quindi se prima io approcciavo il mio giornalista che lavorava con me, un copywriter, dicendo che mi raccomando nel titolo specificami questa parola chiave che ho identificato come primaria, nel pezzo iniziale quindi nel primo paragrafo magari mettimi una keyword secondaria che possa andare a richiamare questo intento, questa informazione e poi mettimi una serie di altre keyword che possono essere legate magari a una call to action, quindi a un intento di acquisto che voglio andare a sforzare all’interno del resto del contenuto. Qui diciamo che la situazione vuoi per i cambiamenti dell’algoritmo, vuoi per tutta una serie di innovazioni che Google ha fatto a livello di dati strutturati che vuole ricevere dalle pagine che indicizza per riuscire da un lato a indicizzarle meglio, dall’altro a mostrarle in modo migliore, diventa sempre più complicato riuscire a dire allo scrittore, all’autore cosa vogliamo che lui vada a realizzare, quali sono le regole da seguire e poi dobbiamo dare a lui o la piattaforma deve dare a lui un tool, un CMS che permetta di gestire queste informazioni in modo sempre più rapido e sempre più semplice. Come dicevamo quindi non è più keyword primarie, keyword secondarie ma che tipo di formattazione vuoi dare al testo, che utilizzo vogliamo avere con gli ending della pagina, H1, H2, H3, che tipo di parole chiave devono essere inserite ad esempio all’interno dell’H2 per dare una maggiore rilevanza e permettere a Google di fare un’indicizzazione migliore anche dei singoli passaggi, come andremo poi a vedere di seguito. Ha ancora senso parlare di articoli pillar? Li voglio fare lunghi o più corti? Andremo poi a vedere nel dettaglio un esempio con Benedetto di un cliente che ha lavorato con noi molto bene nella realizzazione di long content e è riuscito ad ottenere di grossi risultati. Dall’altra parte ne abbiamo altre tanti che con degli short content, dei numeri molto brevi, riescono ad ottenere degli ottimi risultati. Dove inseriamo l’introduzione poi infine un elemento importante che sono gli snippet, i feature snippet, vari tipi che ce ne sono, come definito poi da schema.org, che ci consentono di andare a fornire a Google una serie di informazioni strutturali. Dall’altra parte Google le mostrerà, come vedremo, e chi deve scrivere il contenuto queste cose le deve sapere, perché spesso abbiamo dei clienti che realizzano dei contenuti testuali molto semplici che poi vengono tra virgolette complicati con l’inserimento di questi dati strutturali. Dall’altra parte abbiamo dei clienti che fanno fare tutto ormai all’autore, però per fare questo abbiamo bisogno di mettere a disposizione del giornalista o del freelancer uno strumento che consenta di farlo in modo rapido, veloce e completo.

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